Con la Macedonia, Serge Ibaka con la Spagna, Eugene Jeter con l’Ucraina, Cedric Simmons con la Bulgaria; sono solo alcuni dei giocatori di basket che, pur essendo in tutto e per tutto statunitensi, giocano con altre nazionali. In certi casi si tratta di una scelta anche comprensibile (Ibaka ha giocato in Spagna prima di andare in NBA), in altri la decisione è quantomeno discutibile (McCalebb per esempio c’entra poco o nulla con la Repubblica balcanica). Da oggi, come riporta Sportando, anche Keith Langford ha deciso: ha infatti preso il passaporto turco. Potrà dunque giocare il Mondiale 2014 con la nazionale guidata da Ergin Ataman (già a Siena e Bologna, sponda Fortitudo); la chiamata ancora non c’è stata, ma tutto lascia presagire che arriverà,. Si rinforza dunque una squadra che abbiamo battuto all’ultima rassegna continentale e che per essere presente al Mondiale ha chiesto e ottenuto una wild card (in ballo c’era anche l’Italia, che alla fine ha rinunciato ad avanzare la domanda). Soprattutto, questa notizia getta nello sconforto i tifosi dell’Olimpia Milano: Langford, in maglia Armani dal 2012, è il faro offensivo della squadra, quest’anno è stato il miglior realizzatore di Eurolega e ha spesso tolto le castagne dal fuoco a coach Banchi e compagni. A fine stagione però sarà free agent (ovvero in scadenza di contratto), e il passaporto turco lo rende appetibile a Istanbul e dintorni, dove per norma devono esserci in campo sempre almeno due giocatori locali; infatti, si parla già di una possibile offerta dell’ambizioso Galatasaray (proprio il club allenato da Ataman, e infatti è ampiamente possibile che ci sia una precisa strategia dietro la naturalizzazione del giocatore) e di una concorrenza dell’Anadolou Efes, partita quest’anno con grandi aspettative ma fuori dalle migliori 8 d’Europa. Dipende da lui, ma già si dice che trattenerlo e farlo rinnovare sarà ben difficile.



David Blatt, allenatore del Maccabi Tel Aviv, dopo gara-3 dei playoff di Eurolega: “Eravamo più tesi di Milano. Il Maccabi ha giocato nel modo giusto, traendo la forza da un fattore campo che è determinante in questa serie. E’ bello tornare a casa, i nostri tifosi sono come nessun altro e speriamo sempre assieme a loro di poter fare qualcosa di speciale. Abbiamo dovuto avvicinarci al nostro top per vincere, Milano è una squadra molto forte, noi lo sappiamo e lo sentiamo. (…) Abbiamo lavorato tutta la stagione per poter raggiungere il livello più alto possibile. Ci siamo guadagnati la possibilità di conquistare le Final Four a Tel Aviv, e dopo un inizio molto delicato siamo riusciti ad esprimerci”. Domani (mercoledì 23 aprile) la squadra israeliana avrà l’opportunità di vincere la serie e guadagnare l’accesso alle Final Four di Milano: per l’Olimpia è gara da dentro o fuori ma il Maccabi non ha nessuna intenzione di tornare ad Assago, dove ha sofferto molto nei primi due confronti. Clicca qui per la cronaca e il tabellino di gara-3 tra Maccabi e Milano.



Alla vigilia di gara-4 di playoff di Eurolega tra Olimpia Milano e Maccabi Tel Aviv, della partita che vale una stagione ha parlato anche un grande ex dell’Armani come Danilo Gallinari. Attualmente fermo per un infortunio che lo ha costretto a saltare tutta la stagione (che i Denver Nuggets hanno chiuso mancando la qualificazione ai playoff), il lodigiano ha giocato con le Scarpette Rosse tra il 2006 e il 2008 con una media di 14,2 punti a partita, ed era rientrato a inizio 2011 in attesa che terminasse il lockout in NBA. In un’intervista rilasciata a Sportmediaset, il Gallo ha affrontato il tema di gara-4 dicendo che “adesso è dura, ma l’Olimpia è più forte e ha tutto per rialzarsi e riprendere la serie. Se gioca come sa può battere chiunque, ma mentalmente sarà difficile perchè bisogna vincere due partite consecutive, di cui una in Israele”. Nessun problema per quanto riguarda il campionato: “Non lo farà in scioltezza, ma vincerà lo scudetto: io sarò di parte, ma non ci sono squadre che possono batterla sulle 7 partite. E poi, dopo aver fatto sapere ai suoi tifosi che il suo ginocchio sta recuperando molto bene (“mi manca un mese per terminare la riabilitazione, ma ho ripreso a correre e saltare”), ha confessato che nella sua mente c’è l’idea fissa di tornare a Milano: “Non potrebbe essere un’altra squadra, esiste solo l’Olimpia. Farò divertire i tifosi, vorrei giocare 16-17 stagioni in NBA, qualcuno ci è riuscito. Il mio sogno è questo, poi quando avrò 35 anni tornerò all’Olimpia”. Non manca poco, ma la notizia c’è già.



L’Olimpia Milano torna in campo domani sera alla Nokia Arena di Tel Aviv per gara-4 del playoff di Eurolega; la situazione è da spalle al muro, il Maccabi guida per 2-1 e ha il match point a disposizione per chiudere la serie e volare alla Final Four del Forum, dove aspetta già il Barcellona (le altre serie sono tutte sul 2-1 in favore di Real Madrid e , cioè le squadre con il vantaggio del fattore banco). Luca Banchi, allenatore dell’EA7, ha parlato della sconfitta in gara-3 (75-63): “Loro hanno imposto la loro pallacanestro, hanno modificato l’atteggiamento di una difesa che è diventata iperattiva e noi abbiamo avuto difficoltà nel trovare circolazione e linee di passaggio. In più, non abbiamo avuto 10 giocatori che hanno espresso la loro pallacanestro, come era stato in gara-2″. Il problema è questo: ovvero, a questi livelli bisogna che tutta la squadra giri con il motore al massimo, anche se poi può esserci il go-to-guy della situazione (teoricamente dovrebbe essere Keith Langford, miglior marcatore dell’Eurolega) è necessario avere un roster che può lanciare, volta per volta, un protagonista, e che il collettivo funzioni. “In certi momenti abbiamo dovuto lavorare per sottrazione: mercoledi non ce lo possiamo permettere” ha proseguito l’allenatore dell’Olimpia. “Dobbiamo provare a giocare una partita diversa. Cambiare la serie dal punto di vista emotivo è un attimo”. Una cosa che si può fare: l’Armani è chiamata a questo, perchè da domani sera non ci saranno più seconde possibilità e la sconfitta decreterebbe la fine del sogno europeo, almeno per questa stagione.