Torna a Varese. Niente di ufficiale: i playoff di LegaDue Gold incombono, anzi sono nel pieno delle operazioni e l’ex playmaker sta guidando dalla panchina l’Orlandina Basket contro Barcellona Pozzo di Gotto (al momento 2-0 nella serie). Tuttavia, ormai pare sia fatta: l’accordo tra Pozzecco e la Cimberio ci sarà, il presidente Francesco Vescovi (peraltro suo compagno di squadra in biancorosso) ha già fatto sapere che Stefano Bizzozi, che ha preso il posto dell’esonerato Fabrizio Frates, resterà in società con altri compiti, forse proprio quelli di assistente del Poz. A lui va il merito di aver risollevato una squadra in crisi profonda portandola ad un passo dai playoff, persi però a causa della sconfitta interna contro Siena, al supplementare. Ancora la Montepaschi, che già lo scorso anno aveva spezzato il sogno scudetto di Varese in una semifinale tiratissima, spigolosa e accompagnata da polemiche dentro e fuori dal campo. Dunque, Pozzecco torna a Varese. Non una cosa di secondo piano: Gianmarco Pozzecco è l’uomo della stella, uno dei personaggi più amati al PalaWhirlpool e, soprattutto, lui stesso non ha mai negato di avere Varese nel cuore. Ci ha giocato tra il 1994 e il 2002; inizialmente come riserva, poi prendendo in mano le redini della squadra e conducendola, nel 1998-1999 sotto la denominazione Rooster, al decimo scudetto della storia, 21 anni dopo l’ultimo. Con Andrea Meneghin ha formato una coppia profondamente unita dentro e fuori dal campo; si trovavano alla perfezione e sono state le anime di quel tricolore, vinto facendo fuori in semifinale la Virtus Bologna (che aveva vinto la finale di Coppa Italia contro i biancorossi) e la Benetton Treviso in finale con un secco 3-0. In quell’ultima sera il Poz, con i capelli già colorati di un acceso fucsia, si era ritrovato il naso rotto da un colpo di Marcelo Nicola, ma era rimasto in campo per guidare i Roosters verso lo scudetto; e poi era partita la grande festa nei corridoi del PalaWhirlpool. Nel 2002 l’addio, per andare a Bologna sponda Fortitudo; nel frattempo Varese scivolava in una spirale di mediocrità conoscendo anche la retrocessione. A chi gli chiedeva se non volesse tornare, lui che nel frattempo era andato a Capo d’Orlando, rispondeva sempre che la gente da lui si sarebbe sempre aspettata il massimo, e che quel massimo non avrebbe più potuto garantirlo. Quando era tornato con la Skipper Jasmin Repesa, allora coach Fortitudo, gli aveva consigliato di non salutare nessuno per rimanere concentrato. “Tu sei matto” la risposta; 



E aveva stretto centinaia di mani e abbracciato chiunque. Nel l’ultimo ritorno a Masnago: l’Upea avrebbe vinto al supplementare e la Cimberio era ultima in classifica e sull’orlo del baratro, ma prima e dopo la partita erano tutti in piedi a cantare per lui, ad applaudire, con lui che piangeva commosso. Adesso sembra fatta: il grande ritorno è dietro l’angolo, perchè nel frattempo Pozzecco è diventato un allenatore e i risultati gli stanno dando ragione. Già lo scorso anno aveva guidato Capo d’Orlando a una grande rimonta in campionato (l’aveva presa con una situazione di 0-6 portandola a un 12-16 con la salvezza; quest’anno l’ha guidata al secondo posto in regular season (, dietro Trento) e come detto è già 2-0 nella serie contro Barcellona. Finchè non saranno terminati i playoff l’annuncio ufficiale non arriverà, ed è giusto così; ma ormai possiamo dirlo, Gianmarco Pozzecco torna a Varese.



(Claudio Franceschini)

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