Settima e decisiva partita della finale scudetto, stasera alle ore 21.15 al Forum di Assago tra Milano e Siena, dopo che l’Armani ha riequilibrato queste serie infinita col successo in terra toscana all’ultimo secondo. Una vittoria importante anche sul piano del morale, che consentirà alla formazione allenata da Luca Banchi di approfittare del fattore campo, una cosa che a dire il vero è contata poco nel quinto e sesto incontro, vinti dalle formazioni in trasferta. Forse più che il discorso tattico e anche della bravura dei vari giocatori in campo, conterà la condizione mentale, l’atteggiamento giusto per scendere in campo e conquistare lo scudetto 2014 del campionato italiano. Sarebbe storico in entrambi i casi: per Milano sarebbe il ritorno al successo dopo 18 anni di digiuno, per Siena invece l’ottavo consecutivo ma alla vigilia di un inevitabile fallimento. Per presentare questa settima partita abbiamo sentito l’ex giocatore dell’Olimpia Roberto Premier. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
S’aspettava la vittoria di Milano a Siena? No, sinceramente no. Alla fine Milano ha vinto, ma questo successo m’ha stupito, non me l’aspettavo. In ogni caso la partita è stata combattuta fino alla fine: la Montepaschi ha sbagliato l’ultimo tiro, l’Armani no.
Ora quanto potrebbero contare entusiasmo e fattore campo a favore di Milano? L’entusiasmo conta poco alla fine, credo che la settima partita sarà simile alla sesta, ci sarà tanto equilibrio.
Quale sarà la chiave tattica? Non ne vedo, per l’esperienza che ho da giocatore saranno importanti il cuore, la mentalità e l’atteggiamento giusto. Le due squadre dovranno giocare dando l’anima, sputando sangue come diceva Peterson…
Sembra che Milano sia poco squadra, ci sono dei problemi all’interno dello spogliatoio? Non c’è bisogno di saperlo, si vede in campo che questa squadra non è unita, che i giocatori non collaborano tra di loro. Magari questo è il motivo di certe sconfitte, nonostante Langford sia stato il miglior realizzatore dell’Eurolega. E’ un po’ quello che è successo ai Mondiali con la Nazionale italiana che, al di là di quello che si è scritto dei dissidi con Balotelli, ha pagato questa mancanza di unità della squadra.
Voi negli anni ’80 eravate una grande squadra, che ha fatto otto finali scudetto consecutive: cosa c’era di diverso? Era una squadra con giocatori che collaboravano tra di loro, nessuno faceva basket per sé stesso. Eravamo prima di tutto degli uomini. Questo è stato il segreto delle nostre vittorie, oltre che una serie di coincidenze positive.
Quali potrebbero essere i giocatori decisivi oggi? Li hanno tutte e due le squadre, l’hanno dimostrato in tutta la stagione: sarà dunque fondamentale, ripeto, il gioco di squadra.
Una parola su quest’ultimo incontro della Mens Sana ad alti livelli…
Dispiace vedere sparire una squadra così importante, che ha vinto sette scudetti consecutivi. Succede sicuramente perché ci sono stati problemi economici, un po’ come per la Fortitudo qualche anno fa. Diversamente dalla Benetton, che scelse invece di lasciare il basket per altri motivi e lo fece lasciando i conti a posto.
Una grande squadra che se ne va… Una squadra che ha vinto tanto e ha lasciato un segno indelebile nel basket italiano.
Il suo pronostico, chi vincerà lo scudetto? Do il 50,5% di possibilità a Milano, il 49,5 a Siena. (Franco Vittadini)