Questa sera si giocherà lo scudetto e l’opportunità di riportare a Milano quel titolo che manca dal 1996. Alessandro Gentile però deve essere contento anche di un’altra cosa: al Draft NBA 2014 è stato scelto al secondo giro da Minnesota, che poi ha girato i suoi diritti a Houston. Gentile si era proposto, ora bisognerà vedere quali saranno le sue decisioni, se restare all’Armani a maturare o partire subito per gli Stati Uniti. In ogni caso resta una grande soddisfazione per Alessandro, la possibilità di seguire Marco Belinelli, Andrea Bargnani, Gigi Datome e soprattutto Danilo Gallinari, anche lui ex giocatore di Milano. Una grande soddisfazione anche per Massimo Iacopini, che agli inizi della carriera di Alessandro alla Benetton Treviso era dirigente della società veneta. Ecco cosa ci ha detto in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Gentile scelto da Minnesota e girato a Houston: cosa ne pensa? Una buona cosa, del resto già quando giocava a Treviso e aveva diciassette anni si vedeva il suo grande talento.
Si aspettava la chiamata? In un certo senso sì, era un evento che poteva succedere, anche se forse Gentile aspetterà ad andare a giocare nella NBA. Bisognerà aspettare anche per capire se Houston potrà essere la destinazione giusta per lui.
Si è detto che questo draft possa diventare importante per la NBA come lo fu quello del 1984: cosa ne pensa? Bisognerà vedere, adesso mi sembra troppo presto per dare una risposta.
Che difficoltà incontrerebbe andando oggi in NBA? Forse il gioco fatto in velocità nella NBA: dovrà lavorare molto in questo senso, ma credo proprio che Alessandro sia migliore di tanti altri giocatori passati in NBA in passato.
Potrebbe avere problemi di adattamento dal punto di vista umano? No, ormai tutte le nazioni si assomigliano, non credo che avrà problemi in questo senso.
Contento di quello che è successo? Una grande soddisfazione naturalmente per me, avendolo visto crescere a Treviso. C’è da dire poi che siamo amici con la sua famiglia, c’è un rapporto speciale che mi lega a Alessandro.
Lo chiamerà quando andrà a giocare nella NBA? Sì, è logico. Gli farò tutte le mie congratulazioni per questa sua grande possibilità. (Franco Vittadini)