Sta per definirsi un’importante operazione di mercato per quanto riguarda il basket di Lega A: Pietro Aradori, 25 anni, sta per definire il suo passaggio al Galatasaray. Il bresciano dovrebbe accasarsi in giallorosso al termine delle qualificazioni per gli Europei che l’Italia giocherà per provare a entrare nel torneo; lui sarà grande protagonista in campo come lo era stato nella rassegna continentale dello scorso anno. Un trasferimento importante, dopo i due anni di Cantù che hanno fatto seguito al biennio con la Montepaschi Siena nel quale sono arrivati due scudetti; soprattutto, un altro italiano che emigra anche se questa volta non per raggiungere i soldi NBA, ma comunque per andare a giocare in una realtà economicamente favorevole e tecnicamente in crescita (la scorsa stagione per il Galatasaray sono arrivati i quarti di finale di Eurolega – sconfitta contro il Barcellona – e la finale scudetto persa “a tavolino” per essersi rifiutati di scendere in campo in gara-7). Un grosso problema, che lo stesso Aradori ha evidenziato in un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. “Volevo fare un’esperienza all’estero, e ho davanti la prospettiva di un’ottima squadra come il Galatasaray e di una città magnifica come Istanbul. E’ il momento ideale: la consiglierei anche ad altri italiani, una volta il nostro campionato era al vertice ma ora non è più così”. Già: è sotto gli occhi di tutti, basti pensare agli scarsi risultati delle nostre squadre in Eurolega (anche se in altre coppe c’è chi si difende, vedi Reggio Emilia che ha vinto l’EuroChallenge). “Fare esperienza all’estero aiuta a crescere, è cambiato tutto e anche noi giocatori dobbiamo rendercene conto”. Un messaggio chiaro quello di Aradori, che ha messo l’accento anche su un altro problema: quello dello scarso utilizzo degli italiani nella nostra Lega A. Basti pensare che addirittura sei dei componenti della nazionale sono ancora in attesa di un contratto per la prossima stagione. “Noi esosi? Questa storia va avanti da troppo tempo” dice la guardia/ala. “Forse era vera in passato, adesso no. Il problema è un altro: siamo la nazione che in Europa fa giocare meno i suoi giocatori. Possiamo provare tutte le formule per cambiare la cosa, ma la realtà è che abbiamo una mentalità esterofila. Ci sono squadre che utilizzano quasi solo stranieri, per gli italiani la situazione sta diventando esasperante”. Verissimo: si guardi ai roster della scorsa stagione, il dato balza subito all’occhio. Vero è forse che a giocare dovrebbe essere soltanto chi se lo merita in modo da stimolare la competizione e aumentare il livello, ma è altrettanto vero che oggi gli stranieri hanno preso troppo il sopravvento. Per non parlare dei continui fallimenti e sparizioni di società storiche (da Siena a Montegranaro, ma in passato c’erano state anche Fortitudo e Virtus Bologna e Treviso). Questo però è un altro problema. Aradori dunque prenderà la via della Turchia. “La trattativa è ormai ai dettagli finali” dice lui. Gli auguriamo buona fortuna, non prima di averci portati agli Europei insieme a tutti gli altri. 



(Claudio Franceschini)

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