L’Olimpia Milano di Jasmin Repesa sta faticando maledettamente in Eurolega: nelle prime sei giornate della regular season ha vinto solo una volta, nel debutto contro gli spagnoli di Vitoria che proprio giovedì si sono presi la rivincita in casa, vincendo per 94-82. La classifica del gruppo B vede l’EA7 all’ultimo posto: il quarto dell’Efes Istanbul, ultimo buono per le Top 16, è ancora raggiungibile ma bisognerà cominciare a vincere a partire da giovedì prossimo, quando al Forum di Assago arriveranno proprio i turchi. Per un’analisi sulla situazione in casa Olimpia Milano ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Matteo Gandini, giornalista di SportItalia esperto di basket.



Milano è partita male in Eurolega, ti aspettavi una partenza da una sola vittoria e cinque sconfitte? Un pò sì, perché ai nastri di partenza il roster dell’Olimpia non sembrava del tutto competitivo per l’Eurolega. E’ vero che la squadra è stata rifatta quasi del tutto e ha avuto poco tempo per amalgamarsi, però ad oggi mi sembra che l’unico giocatore di livello superiore sia Alessandro Gentile. D’altro canto mi attendevo una Milano un pò più ‘operaia’ soprattutto nelle partite europee, in quelle disputate sinora c’è sempre stato un punto negativo di non ritorno, in cui la squadra ha staccato la spina anche mentalmente.



C’è qualche giocatore che finora ti ha deluso più di altri? Penso che ci si poteva -e ci si possa- aspettare di più da Oliver Lafayette, anche se in fondo è stato ingaggiato per fare il playmaker che non è esattamente il suo ruolo più naturale. Forse lo si è acquistato anche in previsione di una futura partenza di Gentile, tra i lunghi invece deve essere più costante Barac che pure a Vitoria ha messo assieme ottime cifre. Però è difficile puntare il dito contro questo o quel giocatore, mi sembra che la squadra nel suo insieme faccia fatica a prendere le misure all’Eurolega.



Ci sono colpe particolari da parte del coach Jasmin Repesa? In questi casi è sempre l’allenatore che viene messo nel mirino della critica ed indicato come il responsabile principale. Non è sempre così anche se Repesa ha influito sulla campagna acquisti, questa squadra l’ha voluta anche lui: spero che il tempo possa dare più ragioni alle scelte fatte.

L’arrivo di Rakim Sanders potrà aiutare concretamente Milano? Il suo impatto sarà da vedere anche perché adesso è infortunato. Sul campo ricoprirebbe lo stesso ruolo di Gentile, penso che al di là di questo per Milano sarebbe meglio avere un altro, o altri due giocatori che come Alessandro sappiano alzare il livello tecnico, e prendersi responsabilità importanti anche nelle partite più difficili. Quasi tutte le altre squadre di Eurolega hanno un roster qualitativamente molto elevato, Milano sta sentendo la differenza.

Come agire nel prossimo futuro? Dove intervenire per migliorare la squadra? 

Penso che l’asse play-pivot vada ridefinita, vedremo come tornerà Macvan dall’infortunio mentre Gani Lawal sembra vicino al taglio. Ci vorranno giocatori che garantiscano una maggiore fisicità sotto canestro, spesso l’Olimpia perde il confronto a rimbalzo in Europa, e come dicevo prima almeno un giocatore offensivamente più ‘pesante’. Lo stesso Cinciarini ad esempio sta faticando, in poco tempo si è dovuto adattare ad una realtà diversa come quella di Milano ed anche ad un torneo super competitivo come l’Eurolega.

Crede che l’attuale roster di Milano sia inferiore rispetto a quello della stagione scorsa? Può darsi, l’anno scorso c’erano pesi massimi come Samuels e MarShon Brooks che facevano spesso e volentieri la differenza. Non a caso l’Armani era arrivata alle Top 16 rischiando poi anche i playoff.

Pensa che le difficoltà in campo europeo di Milano riflettano quelle del basket italiano in generale? Non penso si possa generalizzare il discorso. In Eurocup ad esempio tutte le italiane, tranne l’Enel Brindisi, hanno concrete possibilità di passaggio del turno, in FIBA Europe Cup Varese e Cantù stanno ottenendo buoni risultati. E’ ai vertici della pallacanestro europea che facciamo fatica, come dimostra anche l’andamento di Sassari, perché le top squadre europee sono di un altro livello.

L’Olimpia ha ancora qualche speranza di qualificazione alle Top 16? Direi poche, ci vorrebbe una svolta che per il momento non si è vista. L’Olimpia potrà dire la sua in campionato, lottare per il titolo a magari anche vincerlo, questo sì. Ma l’Eurolega per il momento mi sembra un altro paio di maniche, non solo per demeriti di Milano ma anche per l’alto livello delle altre squadre.

(Franco Vittadini)