Deve essere il periodo giusto: dopo Mike Krzyzewski (già coach di Team Usa) con Duke University, e dopo Roger Federer nel tennis, anche Gregg Popovich si iscrive al club delle quattro cifre. Lo ha fatto nella notte grazie a un canestro di Marco Belinelli, e allora anche l’Italia può festeggiare. Impegnati alla Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis, i San Antonio Spurs hanno battuto in rimonta gli Indiana Pacers (95-93) dopo essere finiti sotto di 14 punti alla fine del terzo quarto. La giocata decisiva? Kawhi Leonard penetra in area, raggiunge la linea di fondo e scarica alla sua sinistra dove Belinelli, freddissimo, finta facendo volare in aria Rodney Stuckey e poi infila da 2 punti. Il tiro della disperazione di George Hill, per altro anche ben preso, centra solo il ferro; la faccia di Popovich al termine della partita è quella di chi ha appena vinto una partita al campetto sotto casa. Ce lo aspettavamo: è fatto così, è un uomo che nei suoi cinque titoli da allenatore NBA ha sempre lasciato il proscenio ai giocatori, al gruppo, defilandosi dalle telecamere ogni volta. Ma il traguardo è storico: Popovich è solo il nono allenatore a centrare le 1000 vittorie ed è solo il secondo ad averlo fatto con una sola squadra (l’altro è Jerry Sloan, che ha condotto gli Utah Jazz a due finali perse entrambe contro i Chicago Bulls di Michael Jordan). C’è di più: il coach di San Antonio è secondo anche per le partite che ha impiegato per raggiungere la quota. Sono 1462: il che è peggio soltanto del 70,4% (1423 partite) con cui Phil Jackson (11 titoli di campione NBA con Chicago Bulls e Los Angeles Lakers) ha centrato il traguardo. Gli altri allenatori nel club delle mille vittorie sono Don Nelson (1335), Lenny Wilkens (1332), appunto Sloan (1221), Pat Riley (1210), George Karl (1131), Larry Brown (1098) e Rick Adelman (1042). E’ solo la terza vittoria di Popovich con una rimonta da 14 o più punti di svantaggio; Marco Belinelli ha chiuso con 12 punti (4/6 dal campo con 2/4 nelle triple) in 26 minuti e 39 secondi, aggiungendo un rimbalzo e 4 assist (ma anche un -3 di plus/minus). Miglior marcatore per gli Spurs, che ora hanno un record di 33-19 e occupano la settima posizione nella Western Conference, è stato Tony Parker (19 punti). (Claudio Franceschini)