Metta World Peace sbarca a Cantù: grande colpo di mercato dell’Acqua Vitasnella che in pochi giorni ha perfezionato l’acquisto dell’ex Ron Artest, ala dal grande passato in NBA e reduce dall’esperienza cinese con i Sichuan Blue Whales. Nato nel distretto newyorchese di Queens il 13 novembre 1979, Metta World Peace fu scelto dai Chicago Bulls con la chiamata numero 16 al Draft NBA del 1999; in seguito ha giocato con Indiana Pacers (2002-2006), Sacramento Kings (2006-2008), Houston Rockets (2008-2009), Los Angeles Lakers (2009-2013, con vittoria da protagonista del titolo 2010) e New York Knicks (2013-2014). Ora l’approdo in Italia: per un parere sul suo trasferimento a Cantù ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva il giornalista di Sky Sport Flavio Tranquillo.



Metta World Peace, o Ron Artest che dir si voglia a Cantù: come ha preso la notizia? Con la curiosità di tutti. La storia di Artest è ben conosciuta, in campo e attorno, la dimensione del personaggio soprattutto nel suo passato anche; sono curioso di vedere che cosa farà però non mi sembra una cosa che possa sconvolgere oltre il dovuto.



Dal punto di vista più tecnico che Artest ci possiamo aspettare, a 35 anni e dopo l’avventura in Cina? Per rispondere mi devo rifare ad un passato relativamente lontano, l’ultima volta che l’ho vista giocare era ai Knicks in una situazione molto particolare. In termini generali mi sembra un giocatore che oggi in NBA potrebbe avere un utilizzo solo da iper specialista, e di solito questo profilo non è quello che si vuole in una logica italiana. Di certo non è un giocatore che possa creare attacco per i fatti suoi, in attacco deve decisamente vivere di sistema e degli spazi che altri creano per lui; è ovvio che in difesa specie sul singolo possesso possa essere ed è un grande fattore. Però ripeto, parlo di un Artest che ho visto giocare per l’ultima volta in maniera molto ondivaga, e in un contesto molto particolare come i Knicks della stagione scorsa.



Concorda sulla definizione di ‘colpo clamoroso’ per il mercato italiano? Con rispetto ma potrei anche non essere d’accordo. Bisogna vedere che cosa vuol dire colpo clamoroso: se la definizione attiene alla quantità di pedigree del giocatore, di certo il pedigree NBA di Artest è superiore a quello degli altri americani in Italia, che l’NBA l’hanno vista per pochissimo, in maniera spezzettata e frastagliata se non solo in televisione.

Però? Questo ha a che fare con il passato. Il presente e soprattutto il futuro bisogna aspettare di vederli. Poi spero non sfugga che oggi è il 24 marzo: una cosa è avere a disposizione un giocatore per dieci mesi, un’altra è tesserarlo per un mese e mezzo, sono due criteri diversi.

Per come ha visto Cantù quest’anno crede che con Metta World Peace possa scalare le gerarchie del campionato? Più che Cantù ho seguito meno Artest, perché non ho occasione di vedere le partite del campionato cinese. Queste circostanze non mi permettono di definire un giudizio: aspettiamo due-tre settimane e le prime partite di Artest a Cantù, adesso da un punto di vista tecnico si può parlar poco. Contesto pur garbatamente l’idea del ‘non si può non parlare di colpo clamoroso’: si può dire che il passato di Artest è straordinario, è stato un giocatore di piccole cose anche se non super in attacco, come sarà da adesso in poi non lo può sapere nessuno anche se chiaramente osserviamo il suo arrivo con grande curiosità. Questo non significa che sono scettico, è solo che per il momento non abbiamo elementi per basare un’opinione sull’Artest canturino. L’Artest di Indiana o dei Lakers non ha molto a che vedere su quello che succederà da domani a Cantù. Inoltre bisogna ricordare un altro elemento.

Quale? La definizione di clamoroso può voler dire ‘inatteso’, ma questo trasferimento lo è fino ad un certo punto. Artest aveva fatto sapere a tutto il mondo che voleva venire in Europa dopo essere stato in Cina, credo obbedisca alle logiche più complete della sua vita professionale. Quindi la curiosità c’è, però clamoroso sarebbe se domani mattina venisse Kyrie Irving ad esempio.

Avendolo seguito per diversi anni, qual è il ricordo migliore che ha di lui? Io ho sempre avuto una grandissima attrazione verso tutte le cose non solo difensive che fa sul campo. E’ un giocatore con degli istinti di pallacanestro sorprendenti per certi versi, ed anche altri istinti sempre di pallacanestro ma sorprendenti nell’altro senso. Così come mi è sempre stato dipinto dalle persone che lo conoscono come una persona inappuntabile: straordinario, generoso, iperprofessionale, tranne che in quei momenti di cui ci sono state anche alcune manifestazioni pubbliche. Ci sono perlomeno due Artest che convivono nella stessa persona, mi sembra che anche lui riconosca abbastanza chiaramente che bisogna prenderli tutti e due senza pretendere di risolverne la complessità semplificando.

Quanto al campionato di Lega A: ha delineato l’anti Milano, la squadra più pericolosa dietro all’Olimpia? 

In senso stretto è Sassari, sulla singola partita e non solo per quanto successo in Coppa Italia è quella in condizioni di giocare in un modo che può veramente mettere in difficoltà Milano. Però anche in questo caso parliamo di un’idea sulla singola partita basata sulla regular season: ai playoff, in caso ad esempio di semifinale o finale Milano-Sassari, parleremmo di una serie da sette partite e dopo tutta una stagione, in cui il peso delle panchine si sentirebbe molto; in questo senso la panchina di Milano è stata ulteriormente rinforzata con l’arrivo di Elegar, che è un buon giocatore, quindi dovremmo ragionare in maniera diversa. Se bisogna fare un nome direi Sassari ma non che Venezia e Reggio Emilia non possano provarci.

Detta in parole povere: il campionato italiano è così brutto da vedere come si dice? Tendo ad odiare le definizioni date sul campionato italiano di basket o sui tornei in generale, perché in ogni lega ci sono decine di giocatori, allenatori, situazioni eccetera. Non è così brutto da vedere ma certo la qualità media di giocatori è in picchiata e in caduta libera, mi sembra abbastanza chiaro. Questo in conseguenza del fatto che ci sono meno risorse rispetto a prima e i giocatori vanno dove le risorse sono più abbondanti.

Detto questo? Ci sono comunque tante cose interessanti da vedere, tante partite belle, non si può fare una fotografia del tipo ‘il campionato italiano è bello’ o ‘fa schifo’, sarebbe superficiale. Il trend è chiaro ed è in discesa, però anche al suo interno ci sono diverse situazioni interessanti, di allenatori giocatori e dirigenti che lavorano bene.

C’è una squadra in particolare che la sta sorprendendo? Onestamente no, sorprendendo direi di no, non ci sono grandi storie che emergano dalla stagione attuale.

(Carlo Necchi)