I playoff NBA 2015 stanno entrando nel vivo. E’ in corso il primo turno e va già annotata la prima doppia vittoria esterna: quella di Washington che per due volte ha sbancato il parquet di Toronto; gli Wizards potrebbero incontrare Atlanta, rivelazione stagionale e avanti 1-0 su Brooklyn, nell’ipotetica semifinale a Est. Nella Western Conference invece spicca il 2-0 di Houston nel derby texano contro Dallas, non ancora sbocciata dopo l’arrivo a febbraio di Rajon Rondo. Problemi anche per i campioni in carica di San Antonio, sotto 1-0 contro gli esplosivi Los Angeles Clippers, mentre Golden State si sta confermando (2-0 su New Orleans) dopo aver spadroneggiato in stagione regolare. Per parlare dei playoff NBA ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva coach Dan Peterson.



Washington ha ribaltato il fattore campo contro Toronto: semifinale prenotata a Est? (ride, ndr) No! Devono ancora vincere due partite e non è scontato, adesso inizia il difficile perché ora i Wizards torneranno a casa ed avranno la pressione su di loro, visto che tutti considerano la serie già chiusa. Ovvio che hanno fatto un ottimo lavoro mettendosi in una buona posizione ma sono a metà dell’opera, niente di più.



Trascinata da John Wall Washington potrebbe essere la mina vagante nella Eastern Conference? Perché no? Wall ha fatto grande fatica all’inizio della sua carriera NBA ma adesso è diventato veramente una forza. Fa punti, assist, è dappertutto, recupera palloni, prende pure rimbalzi: oggi John Wall è un fattore che sposta, quello che doveva diventare Rajon Rondo è diventato lui. Se parliamo dei migliori playmaker della lega diciamo Chris Paul, Tony Parker: bisogna inserire anche lui. Con Wall in questo stato di forma Washington può essere una squadra molto pericolosa per tutti.

Rimanendo a Est: Atlanta è stata una delle più grosse rivelazioni sin qui e ha vinto gara-1 contro Brooklyn; può arrivare fino in fondo anche senza un go-to-guy designato, ma con la forza del collettivo? Anzittutto vediamo se loro sono veramente una squadra da playoff. Abbiamo imparato che sono una squadra ben allenata da Mike Budenholzer, tra l’altra appena eletto allenatore dell’anno, sappiamo che sono una squadra da campionato, adatta alla regular season. Ai playoff il discorso è diverso: hanno vinto la prima partita, il fatto di non avere un go-to-guy è forse il loro vantaggio.



In che senso? Gli avversari non sanno a chi potrà andare la palla in determinati momenti della partita. Se tu hai di fronte Michael Jordan sai che la palla andrà a lui, è un casino lo stesso ma almeno lo puoi prevedere; contro Atlanta è più difficile capirlo. Hanno sfruttato il fatto di non avere grandi nomi come un vantaggio, hanno fatto un lavoro di squadra e infatti tutti dicono che Atlanta è la migliore da vedere giocare. Complimenti a loro.

Accennava a coach Budenholzer: giusto dare a lui il premio di allenatore dell’anno? E’ chiaro che la scelta era tra lui e Steve Kerr di Golden State, io però avevo in mente anche altri allenatori come possibili candidati. Per me ad esempio David Blatt ha fatto un ottimo lavoro a Cleveland, che non bisogna sottovalutare, idem dicasi per Brad Stevens che ha lavorato molto bene a Boston. Alla fine uno deve vincere e gli altri rimangono fuori, però è chiaro che non si può negare il grande lavoro di Budeholzer ad Atalanta; quindi non sto contestando niente, se i voti hanno premiato lui merita assolutamente questo titolo.

Spostandoci a Ovest: si aspettava il 2-0 secco di Houston su Dallas? Giocando i Rockets in casa era possibile, ora vediamo la reazione dei Mavericks che torneranno sul loro parquet. Vedo che Rondo gioca solo 10 minuti e fa solo 4 punti, lui è un grande problema: ovunque vada sembra che la gente non sia contenta di lui, intendo compagni società ed allenatore. A Dallas gli si è aperta una nuova opportunità e subito ha avuto problemi con coach Carlisle, che sa come si vince il titolo NBA ed è un ottimo allenatore oltre che un’ottima persona.

Crede che Rondo e Dallas siano ancora in tempo per riprendersi in questa serie? E’ il punto che mi interessa di più: sono curioso di vedere come reagirà la squadra nelle due partite in casa e come si comporterà Rondo, però Houston in questo momento ha più spinta a favore ed è un fattore tremendo.

Per quanto si è visto finora l’operazione Rondo a Dallas si può definire quantomeno non funzionale, se non addirittura fallimentare? Aspetterei a metterla in questi termini, bisogna dire che a Dallas c’è un ottimo proprietario ovvero Mark Cuban, che sa cosa significa vincere ma anche cosa vuol dire perdere, ha la pazienza di attraversare le diverse fasi, non a caso ha lo stesso allenatore da diversi anni e punta su Nowitzki da una vita; Cuban crede nella stabilità e questo mi piace di lui, ad esempio ha ripreso Tyson Chandler che era stato un uomo chiave nel titolo 2011. E’ chiaro che non sarà contento se dovesse uscire al primo turno, però parlare dell’affare Rondo come fallimentare mi sembra un pò pesante. Bisogna ricordare che i playoff sono spesso il frutto della stagione regolare: Dallas è rimasta dietro a Houston e quindi deve pagare dazio.

Gli Spurs campioni in carica sono sotto 1-0 contro i più atletici Clippers: come li vede in questa serie?

Io ho pronosticato la finale Cleveland-San Antonio, ovviamente mi sbaglierò… Diciamo che gli Spurs mi sembrano molto preoccupati dopo la prima sconfitta, Messina ha parlato di una squadra che potrà essere diversa. Se San Antonio riesce a strappare una partita acquisterà il fattore campo e sarà un bel vantaggio; credo però che anche uscendo con due sconfitte da Los Angeles avranno la possibilità di tornarci, devono anzitutto organizzarsi bene per gara-2 poi nelle due gare in casa si giocheranno la stagione, non avranno alternative.

Golden State è la squadra più lanciata dopo una stagione da urlo e il doppio vantaggio su New Orleans: è anche la più forte a Ovest? Per loro faccio lo stesso discorso di Atlanta: i Warriors sono una super squadra da regular season, dove è richiesto rendimento, nei playoff però è diverso perché diventa una questione di forza. Il rendimento ce l’hanno, l’abbiamo visto: vediamo se riusciranno anche ad avere la forza adesso. C’è qualche infortunio di mezzo, penso a David Lee che è sempre altalenante a livello fisico: come Atlanta anche Golden State è una di quelle squadre che ha bisogno di avere tutti presenti e in forma, è uno degli interrogativi che devono affrontare.

Tempo di premi: a chi darebbe l’MVP della regular season? Questo è sempre molto discutibile, per quello che hanno fatto direi LeBron James o Stephen Curry; sarei meno disposto ad assegnarlo a Russel Westbrook che produce tanti numeri, però Curry e James mi piacciono di più perché giocano di più con i compagni e dentro un sistema, Westbrook mi sembra più un solista e d’altra parte è sempre stato così finora. E’ un pò la differenza che c’è tra un vincente come Michael Jordan e un perdente come Carmelo Anthony: tutti e due hanno talento ma interpretano il basket in maniera diversa.

Che futuro vede per Gigi Datome a Boston, crede che i Celtics lo confermeranno per la prossima stagione? Se io fossi uno dei Celtics lo confermerei, recentemente è partito in quintetto arrivando a fare 22 punti. Poi sono tutti innamorati di lui, è una figura importante per Boston e ha contribuito al raggiungimento dei playoff, soprattutto Datome è un tipo di giocatore che va bene a coach Stevens. Quindi io spero che sarà confermato anche perché è un ragazzo d’oro, gli auguro tutto il bene del mondo possibilmente a Boston.

Spostandoci in Italia come vede il finale di stagione dell’Olimpia Milano, al di là delle ultime due sconfitte in campionato? Ricordo che quando allenavo nell’85-86 eravamo già sicuri del primo posto in stagione regolare, e perdemmo in casa contro Treviso che invece era già matematicamente retrocessa in A-2. Ci sta un piccolo calo: noi allora ci riprendemmo e vincemmo lo scudetto, questa Milano può fare altrettanto; tendo a dare poca importanza a passi falsi come gli ultimi due, vediamo cosa faranno i ragazzi quando cominciano i playoff.

Da ultimo, che sensazioni ha sul futuro di Alessandro Gentile? Tenterà il salto oltreoceano già in estate? Non voglio speculare su questo tema. Io ho letto che lui sta considerando la possibilità di passare in NBA ma non vuole andar lì a fare il dodicesimo uomo o stare in panchina. Lui pensa ad un ruolo da quintetto base o comunque da protagonista, e mi sembra un approccio molto intelligente.

 

(Carlo Necchi)