Lo scudetto del basket 2014–2015 va in Sardegna. Lo vince in gara 7 la Dinamo Sassari, ma lo vince tutta l’isola e la sua gente, che si è radunata in piazza per vedere la gara del PalaBigi di Reggio Emilia sul maxischermo non solo a Sassari ma anche a Nuoro ed a Cagliari. E’ la Dinamo del triplete, che mette in bacheca lo scudetto accanto alla Supercoppa ed alla Coppa Italia, conquistate entrambe contro l’Armani Milano, battuta poi anche nella semifinale scudetto.
E come in semifinale, il Banco di Sardegna vince in trasferta in gara 7, una partita emozionante, certamente non al livello di spettacolarità di gara 6, terminata dopo 3 supplementari, ma comunque indecisa, visto che alla fine sono stati solo 2 i punti di vantaggio della formazione di Sacchetti (risultato finale 73-75), con Reggio Emilia che ha avuto la possibilità di tirare per andare al supplementare. Ed insieme al doveroso omaggio alla Dinamo Sassari c’è quello per una Grissin Bon Reggio Emilia altrettanto combattiva e tenace che ha recitato una parte importante insieme ai sardi in questo magnifico spot promozionale per il basket italiano che è stata la finale scudetto. Due formazioni alla prima finale in carriera, che avrebbero meritato entrambe di cucirsi lo scudetto sul petto; Sassari ha vinto, ma Reggio Emilia non ha perso, perché ha messo un altro mattoncino nella costruzione di quella “casa” che nei prossimi anni, anche grazie alla bontà del suo vivaio e delle scelte societarie, sarà ancora protagonista, così come lo saranno molti dei suoi giocatori italiani con la maglia azzurra. A contorno di gara 7 così come di tutte le altre della serie un pubblico meraviglioso, capace di incitare i suoi beniamini dall’inizio alla fine, ed anche dopo la partita quando lo scoramento la faceva da padrone in casa Pallacanestro Reggiana. Come sempre presente anche una nutrita schiera di tifosi sardi, anche loro sempre costantemente a spronare la squadra, ed ancor di più nei momenti di difficoltà, che stasera sono stati molti. Tra le due tifoserie anche un bel gemellaggio, nato già in gara 1, con scambio di parmigiano e pecorino sardo, ed un tifo costante per la propria formazione e non contro quella avversaria. La Dinamo ha vinto lo scudetto e la sua prima gara della storia al PalaBigi, dove era stata sempre battuta, e l’ha fatto rovesciando una partita che dopo il primo quarto sembrava già chiusa in favore dei padroni di casa. Nel finale la formazione di Menetti, anche sfortunata per l’infortunio di Silins, ha avuto anche un po’ il cosiddetto “braccino”, ma anche una buona dose di sfortuna con il tiro da tre punti di Polonara che ha girato due volte sul ferro prima di uscire, ed il canestro di tabella di Dyson che ha dato il vantaggio a Sassari. Ed in Sardegna si paragona già questo scudetto della Dinamo a quello storico conquistato nel calcio quarantacinque anni prima dal Cagliari di Gigi Riva e di Manlio Scopigno.
Prima della gara si era saputo che Reggio Emilia aveva a roster sia Silins, dopo l’infortunio di Sassari in gara 6, che Lavrinovic, rientrato dopo aver saltato la gara precedente. Per il lituano, che aveva provato proprio nella mattinata della gara, erano però incerti i minuti di impiego. Per Sassari squadra al completo, con Kadji preferito ancora una volta a Mbodj. La gara inizia abbastanza al rallentatore come punteggio, con le due squadre che sono anche stanche per le molte partite disputate nell’ultimo periodo, e con Reggio Emilia che contrariamente al solito, vince il duello con Sassari a rimbalzo. La mira però è poco precisa per entrambe ed il punteggio ne risente. La prima a sbloccarsi è la squadra di Menetti e quando lo fa è in modo perentorio, visto che in breve tempo allunga, prendendo slancio dalla prima tripla della gara, segnata da Kaukenas. Sacchetti va immediatamente al timeout, ma la sua cura non sortisce effetto tanto che la Grissin Bon allunga con Cinciarini che forse vuole farsi perdonare gli errori decisivi di gara 6, Polonara e lo stesso Kaukenas. La Dinamo schiera il quintetto “piccolo” con Brooks da pivot, ma non segna mai ed accumula palle perse, nove alla fine del quarto, andando sotto per 21–4 con Menetti che visto l’andamento si risparmia anche Lavrinovic. Ma dal secondo quarto è tutta un’altra gara e questa volta è Sassari a fare la voce grossa nel punteggio, riportandosi immediatamente sotto la doppia cifra di svantaggio anche grazie al bonus frettolosamente raggiunto dalla squadra di casa. Solo un parziale nel finale di quarto permette a Reggio Emilia di mantenere 6 punti di vantaggio a punteggio basso, 32–26, quando le squadre vanno all’intervallo. Quando si riprende arrivano le prime triple di serata della Dinamo (0/10 nei primi due quarti), segnate da Brooks e Dyson ed il vantaggio di Reggio continua a diminuire; nel corso del terzo quarto poi c’è anche un episodio che non c’entra nulla con la serie, con uno spettatore di Reggio Emilia che mette le mani in faccia a Sosa, che aveva appena commesso fallo sul tiro da tre di Polonara, e reazione del dominicano che comporta il fallo tecnico. Polonara mette i 4 liberi e Reggio allunga, ma Sassari sa reagire anche a questo e si riporta presto a –1, facendo di fatto iniziare la lunga volata per lo scudetto. Reggio Emilia ci prova ancora con un allungo a +8 timbrato da una tripla dell’ex, Drake Diener. Poi Sanders e Logan ricuciono in un attimo ed il punteggio è in parità a quota 67 quando mancano meno di 4 minuti al termine.
Il finale è emozionante come tutta la serie, e riemerge ancora Dyson che segna tutti gli ultimi 8 punti dei suoi facendo arrivare lo scudetto per la prima volta in Sardegna. Ed al termine la Dinamo si prende anche il premio per l’Mvp dei playoff che viene giustamente assegnato a Sanders, il migliore dei suoi nell’intera serie così come Polonara lo è stato nelle file di Reggio Emilia. Per Menetti ed i suoi ragazzi c’è stato comunque il grande applauso del pubblico reggiano, che ha concesso anche una passerella finale senza nessuna contestazione ai vincitori.
Un risultato alla fine giusto, per quanto può esserlo una vittoria di due punti alla settima partita, con la vittoria che è andata alla formazione con più talento individuale, ma con Reggio che ha dimostrato organizzazione ed attributi che ne faranno sicuramente una protagonista nei prossimi anni. Un risultato che alla fine premia anche lo stile di gioco scelto da Sacchetti, che da maggiore libertà ai suoi giocatori, un gioco nel quale si alternano continuamente alti e bassi. Quattro grandi giocatori, Logan, Dyson, Sanders e Lawal, che è già stato firmato per i prossimi 3 anni dal Barcellona, hanno segnato lo storico scudetto, di una squadra che solo pochi anni fa si batteva in serie A2 e che proprio Sacchetti ha portato in serie A; scudetto vinto contro un’latra compagine che arriva anche’essa dalla A2, promossa tre anni fa con Max Menetti. Il segno che una giusta programmazione e la continuità della gestione nello sport pagano sempre.