Nel week-end scatta il campionato di basket Lega A 2016-2017: con coach Ettore Messina, raggiunto in esclusiva da ilsussidiario.net, abbiamo speso qualche considerazione preliminare spaziando però anche su temi diversi, inevitabilmente legati all’allenatore catanese. Forse il tecnico attualmente più importante del basket italiano: Ettore Messina ha vinto 4 campionati italiani, 4 edizioni dell’Eurolega, un argento Europeo con la Nazionale (1997) allenando (e vincendo) anche in Russia con il CSKA Mosca. Fino all’esperienza in NBA con i San Antonio Spurs, di cui oggi Messina è vice allenatore. Da capire il futuro del coach con la Nazionale italiana, dopo la delusione dell’ultimo Torneo Preolimpico. Di seguito l’intervista ad Ettore Messina.
Parte il campionato italiano e sono ancora tutti dietro l’Olimpia Milano… Sono d’accordo, sulla carta Milano è la prima forza del nostro basket e in estate ha allestito un roster molto competitivo, forse ancor più di quelli precedenti. Quindi per il campionato parte ancora uno o due gradini sopra gli altri, anche se andranno verificati i tempi di assemblaggio del nuovo gruppo.
Quali pensa che saranno le sue avversarie principali? Reggio Emilia è reduce dal due finali consecutive e ha proseguito sulla sua strada, con un gruppo fortemente italiano. Però prima del campionato ormai è diventato difficile fare pronostici e previsioni, perché molte squadre hanno cambiato radicalmente la composizione dei rispettivi roster. E’ difficile, se non impossibile, calcolare ai nastri di partenza l’impatto dei nuovi e in particolare degli stranieri sulla Serie A.
L’Olimpia può dominare il campionato, in Eurolega invece come la vede? Credo che abbia allestito una squadra in grado di affrontare al meglio l’Eurolega, che quest’anno sarà un vero e proprio campionato parallelo. Anche qui è difficile immaginare quanta strada possa fare Milano, però sulla carta potrebbe fare meglio dell’anno scorso.
Passando alla Nazionale, ha pensato al suo futuro con gli Azzurri? Andrà avanti fino agli Europei? Sicuramente mi fa piacere che mi si chieda di proseguire la mia avventura con la Nazionale. Però è una cosa di cui per adesso preferisco non parlare.
Anche se non sarà lei l’allenatore dell’Italia, come vede il gruppo azzurro in vista degli Europei? E’ un buon gruppo che dovrà proseguire la sua avventura con convinzione, dopo le due sconfitte brucianti che ne hanno segnato un po’ il cammino negli ultimi anni (agli Europei 2015 e al Preolimpico, ndr). Il nucleo è solido.
Avere tanto talento individuale a disposizione può diventare un rischio? In linea di massima no, avere più talento a disposizione facilita il lavoro di una squadra. Però è chiaro che va incanalato sui binari giusti.
In una squadra come la Nazionale, diversa dai club, qual è il principale compito di un allenatore? Lavorare sulla sintesi per costruire una squadra competitiva. I giocatori si riuniscono arrivando da contesti diversi, da sistemi di gioco che possono differire tra loro; in Nazionale può cambiare anche il ruolo del singolo all’interno del gruppo, l’allenatore deve saper tenere conto di tutto.
Tutti aspettiamo un salto di qualità da un super talento come Alessandro Gentile: questione solo mentale o anche tecnica? Cosa pensa poi della scelta dell’Olimpia di togliergli la fascia di capitano?
Alessandro è un giocatore di notevole talento e ancora giovane, avendo 24 anni. È molto bravo e per questo ci sono tante aspettative su di lui, dovrà solo crescere col tempo, acquisendo sempre più esperienza. Non è automatico che un talento non ordinario acceleri la crescita globale di un giocatore, è un processo che richiede un suo tempo per ognuno. Quanto alle decisioni dell’Olimpia su di lui sono cose che competono la società milanese.
Andrea Bargnani si è trasferito in Spagna al Saski Baskonia: come lo vede dopo tanti anni in NBA? Penso che possa fare bene in Spagna, in un basket meno esasperato dal punto di vista fisico, dopo stagioni non particolarmente fortunate negli Stati Uniti.
A San Antonio è arrivata un’altra figura di riferimento come Monty Williams: con anche lui nello staff il ruolo di Ettore Messina cambierà? Posso solo dire che il mio ruolo è diverso da quello di Monty Williams, che occupa quello di vicepresidente degli Spurs.
Via Tim Duncan, dentro Pau Gasol: come cambierà il gioco dei San Antonio Spurs? La squadra ha sempre basato il suo gioco sul movimento della palla e sulla difesa, principi che non cambieranno anche senza un totem come Duncan. Gasol sa trattare bene la palla e questo la aiuterà ad inserirsi nel sistema di gioco.
C’è un segreto o comunque qualcosa che ha imparato lavorando con un grande allenatore come Gregg Popovich? Ho imparato tanto da diversi punti di vista, per me è una grande soddisfazione avere a che fare con un allenatore del genere.
Kevin Durant è passato ai vicecampioni NBA, i Golden State Warriors di Stephen Curry: c’è il rischio che il troppo stroppi, come si suol dire? Questo è un po’ quello che dicono tutti negli States. Staremo a vedere, è un esperimento interessante ma sarà il campo a fornire le prime risposte. Anche in termini di titolo è difficile sbilanciarsi oggi.
(Franco Vittadini – Carlo Necchi)