Parte l’Eurolega 2016-2017, la massima competizione europea di basket per club. Inaugurata ieri sera da Real Madrid-Olympiacos, l’Eurolega nasce con una formula tutta nuova dopo la diatriba con la FIBA, l’avvento di IMG e il taglio di alcune squadre: adesso al via ce ne sono 16 che si affronteranno in un girone unico (andata e ritorno) con le prime otto che giocheranno i quarti di finale secondo la vecchia formula, con Final Four a Istanbul. Speriamo che possa esserci anche l’Olimpia Milano, che presenterà un roster molto valido in tutti i reparti e che aprirà questa sera contro il Maccabi Tel Aviv; ci sarà altra Italia in questa Eurolega, con la presenza di Gigi Datome nel Fenerbahçe, di Andrea Bargnani che, lasciata la NBA, riparte dal Baskonia (ed è stato subito protagonista nel campionato spagnolo), di Andrea Trinchieri e Niccolò Melli nel Bamberg campione di Germania e di Daniel Hackett confermato all’Olympiacos. Per presentare questa edizione di Eurolega, per un pronostico e un commento su quello che ci attende, IlSussidiario.net ha contattato in esclusiva Dino Meneghin, un giocatore che ha fatto la storia del basket e che ha vinto per sette volte la Coppa dei Campioni, antenata di questo torneo.
Quali saranno le ambizioni dell’Olimpia Milano per questa Eurolega? Quelle di arrivare fra le prime otto sicuramente, poi potrebbe esserci l’obiettivo di arrivare alle Final Four. Non sarà facile in ogni caso perchè la concorrenza sarà veramente grande, ci saranno veramente formazioni fortissime in quest’edizione dell’Eurolega.
Il roster della squadra di Repesa è attrezzato in tutti i reparti? Direi proprio di sì: la società si è mossa bene sul mercato e ha messo a disposizione di Repesa un roster valido in tutti i reparti.
Come vede questo debutto dell’Olimpia col Maccabi? Sarà un incontro molto bello, con una squadra come il Maccabi che ha fatto cose sempre importanti in Eurolega. Due anni fa si erano incontrate ai playoff, ma da allora entrambe sono molto cambiate; Milano dovrà puntare molto sul fattore campo.
Quali saranno le squadre da battere in Eurolega? Le due finaliste dello scorso anno, Cska Mosca e Fenerbahçe, poi greche e spagnole senza dimenticare che la Final Four a Istanbul dà motivazioni extra alle formazione turche.
Le sorprese quali potrebbero essere? Io sono un forte sostenitore delle squadre spagnole e per questo motivo penso che il Baskonia possa fare cose interessanti quest’anno.
A proposito: cosa si aspetta da Andrea Bargnani, tornato in Europa, e Gigi Datome confermato al Fenerbahçe? Da Datome mi attendo una conferma delle prestazioni della scorsa stagione; da Andrea la possibilità di poter giocare un buon basket, di inserirsi al meglio nel gioco del Baskonia, potendo confermare di non essere sul viale del tramonto.
Cosa potrà fare invece il Bamberg di Trinchieri e Melli? E’ una squadra collaudata, già lo scorso anno aveva dato fastidio a tante squadre. C’ è Trinchieri, c’è Melli che ha fatto bene la scorsa stagione; il Bamberg è una formazione un po’ “italiana”, io tifo per tutti i club in Eurolega dove c’è la presenza della nostra nazione…
Cosa pensa della nuova formula? Mi sembra troppo lunga sinceramente, toglie spazio ai campionati nazionali e questa non è una bella cosa.
Cosa ricorda Dino Meneghin delle sette Coppe dei Campioni vinte da giocatore? La prima vittoria in Coppa con Varese fu la più bella, ma anche la prima con una Milano guidata dalla coppia Tony Cappellari-Dan Peterson…
Qual era il segreto di quella Varese dominante? Fu una squadra unica e irripetibile, una squadra che ebbe il merito di cambiare poco durante quegli anni di successi. Flaborea, Ossola, Zanatta: si puntava sui giocatori italiani, visto che allora erano consentiti solo due stranieri in Italia. Con noi giocò gente come Manuel Raga, Charlie Yelverton e Bob Morse…
Qual è stata la sua finale più bella? Quella giocata contro il Real Madrid a Ginevra, nel 1976: lì personalmente giocai una partita fantastica.
Com’ era la Coppa dei Campioni negli anni 70? Era diverso da adesso: il gioco era sempre di alto livello e, parlando degli anni con Varese, c’erano squadre contro cui la rivalità era forte – penso soprattutto a Cska Mosca e Real Madrid – e quindi il livello si elevava ancor di più.
Ci può raccontare qualche aneddoto? Sì, quello che mi viene in mente più di tutti è di quando giocai a Tel Aviv e conobbi Moshe Dayan, grande personaggio politico, appassionato di basket.
(Franco Vittadini – Claudio Franceschini)