I Cleveland Cavaliers festeggiano il primo titolo NBA della loro storia. Lo fanno nel 2016: nove anni fa erano una delle squadre che non erano mai arrivate a giocare le Finali, oggi ne hanno tre e finalmente scrivono il loro nome nell’albo d’oro. LeBron James ce l’ha fatta: ha portato alla vittoria la squadra della sua terra (è nato ad Akron, in Ohio – come Steph Curry) al secondo anno dal ritorno. Lo aveva detto, nel 2010: sarebbe tornato e, più maturo e vincente, avrebbe condotto i Cavs al successo. Allora non gli avevano creduto: troppo forte e sensazionale “The Decision”, la decisione di andare ai Miami Heat (unendosi a Dwyane Wade e Chris Bosh) lanciata in diretta tv. Era sembrato un gesto arrogante; LeBron ha dovuto convivere con paragoni e pressioni da quando era un ragazzino. Pressioni che lui stesso si è creato, scegliendo quel soprannome The Chosen One (il Prescelto) che lasciava intendere tante cose, e spesso avendo atteggiamenti sopra le righe e poco consoni con quelli di un leader silenzioso. Eppure LeBron lo aveva detto: torneremo, e vinceremo. Nell’estate del 2010 però a Cleveland prevaleva il senso di disfatta e abbandono, alimentato dalle fiamme che si nutrivano delle maglie numero 23 di un James partito per South Beach. Quattro finali in altrettante stagioni, due titoli e finalmente il ritorno: via la maglia numero 6 che aveva indossato in Florida, dentro la vecchia 23. Primo anno: finale. Secondo anno: titolo. “Quando sono tornato ho dato tutto” ha detto appena dopo aver ricevuto il premio di MVP delle Finali NBA. “Cuore, sangue, sudore, lacrime. Cleveland, questo è per te” ha gridato nel ventre della Oracle Arena. Per la città, ma anche per lui: LeBron James aveva dimostrato di poter vincere un titolo a Miami, ora ha fatto vedere di poterlo fare da leader vero, capo popolo di un gruppo che lo ha seguito come se non ci fosse un domani, convinto delle sue doti (“follow my lead”, diceva tra un timeout e l’altro) e che finalmente è stato in grado di elevare il suo livello di gioco. 



Nel titolo NBA 2016 dei Cleveland Cavaliers, che hanno battuto 4-3 i Golden State Warriors, c’è tanto, tantissimo di LeBron James. Lo abbiamo già detto: il premio di MVP delle Finali, il terzo nella carriera del Prescelto, è meritatissimo e le lacrime del giocatore spiegano tanto della voglia che il numero 23 aveva di vincere il titolo nella sua città e nella squadra che lo aveva scelto nel draft 2003. La giocata che ha deciso gara-7 è la tripla di Kyrie Irving, ma appena prima James aveva permesso ai Cavs di rimanere in parità: a meno di 2 minuti dal termine il risultato era di parità (89-89) e Golden State ha avuto la possibilità di volare in contropiede per portarsi a +2 indirizzando partita, serie e corsa al titolo. Quello che i Warriors sanno fare meglio: correre da una parte all’altra del campo in pochi secondi e generare punti dalle palle perse, o dagli errori avversari al tiro. Andre Iguodala per Steph Curry che schiaccia a terra per il numero 9: un canestro fatto perchè JR Smith era in ritardo e Iguodala lo aveva già superato. Improvvisamente però dal nulla si è materializzato LeBron James: un salto spaventoso a raggiungere un’altezza siderale e inchiodare la palla al tabellone. Risultato: palla recuperata, ancora parità e poco dopo la magata di Kyrie Irving. Titolo a Cleveland, questa stoppata ce la ricorderemo per un po’.



Il titolo vinto dai Cleveland Cavaliers passa da LeBron James che vince meritatamente il titolo di MVP delle Finali, ma ha anche e soprattutto il volto di Kyrie Irving: il playmaker, prima scelta assoluta nel 2011, un anno fa aveva dato forfait dopo gara-1 e la sua assenza si era sentita non poco. I 41 punti di gara-5 hanno riaperto una serie che sembrava chiusa e hanno portato i Cavs all’appuntamento con la storia: è stato lui a centrarlo, con la giocata che ha deciso la settima partita. Rimessa Cavs con 1’05’’ sul cronometro, risultato : James per Irving che va in punta, JR Smith porta il blocco e Golden State accetta il cambio, mandando Steph Curry sul numero 2. La difesa è educata e potremmo dire impeccabile, ma Irving tira fuori la giocata del campione: tripla con la mano di Curry in faccia e canestro. E’ il +3 che a 53 secondi dal termine decide tutto; Irving chiude gara-7 con 26 punti (10/23 al tiro), 6 rimbalzi e un assist, un recupero e due palle perse con +10 di plus/minus, il migliore dei suoi a eccezione di Kevin Love (+19). Soprattutto, chiude con la giocata che manda Cleveland in paradiso.



I Cleveland Cavaliers hanno vinto il primo titolo della loro storia. Se in Ohio si festeggia, c’è il rovescio della medaglia: sulla Baia di San Francisco i Golden State Warriors sono devastati nel morale, per essere stati avanti 2-0 e 3-1 in una serie di cui avevano pieno possesso e che hanno perso. Il volto della delusione è quello di Steph Curry: MVP della regular season per la seconda volta consecutiva, fautore principe del record di 73-9, il playmaker dei Warriors ha fallito gara-7 delle Finali NBA ed è il primo a saperlo: “Questa partita mi perseguiterà a lungo” ha detto in conferenza stampa dopo la partita. “Non sono stato efficace, non ho dato quello che potevo”. Per lui 17 punti tirando male: ci aveva abituato a prestazioni illegali e irripetibili ma, come un anno fa, ha steccato le finali. Allora Andre Iguodala e Draymond Green gli avevano tolto le castagne dal fuoco, stavolta no: Curry è il vero grande sconfitto di gara-7, ma la sua determinazione è tale che anche a pochi minuti dalla caduta gli fa dire che “questo è uno stimolo per rimettermi a lavorare e migliorare ancora per la prossima stagione”. Il è già un ricordo? Non proprio, visto che Steph riconosce di aver fatto parte di una squadra fantastica “che ha scritto la storia”; parla di obiettivo fallito per una sola partita, ma è quella che fa tutta la differenza del mondo. A Curry è stato chiesto anche della difesa sul possesso decisivo, quello in cui Kyrie Irving ha piazzato la tripla decisiva: “Non conta più adesso: non so come ho difeso e non ho rivisto l’azione, so solo che quando l’ho visto segnare è stato devastante”.

I Cleveland Cavaliers hanno conquistato il primo anello NBA della loro storia, battendo i Golden State Warriors in gara-7 delle Finals. La partita decisiva alla Oracle Arena è stata molto tesa ed equilibrata, Golden State ha prodotto un primo strappo nel secondo quarto chiudendo il primo tempo avanti di sette lunghezze sul 42-49. Al rientro dall’intervallo però Cleveland ha risposto con un terzo periodo da ben 33 punti, i Warriors dal canto loro sono rimasti in scia segnandone 27: punteggio sul 76-75 per i padroni di casa e tutto apparecchiato per il gran finale. Nei 12′ conclusivi i Celeveland Cavaliers hanno realizzato 5 punti in più, chiudendo il conto sul 93-89 finale e riuscendo a sbancare per la seconda volta nella serie la Orcale Arena. LeBron James è stato votato all’unanimità MVP delle Finals NBA, il suo score personale di gara-7 descrive una tripla doppia da 27 punti, anche se con 9/24 al tiro, più 11 rimbalzi ed altrettanti assist; Kyrie Irving ha aggiunto 26 punti, confermandosi più che un semplice secondo violino per la squadra allenata da Tyronn Lue, doppia doppia sfiorata per Kevin Love che ha contribuito con 9 punti e 14 rimbalzi. Dall’altra parte il trascinatore di Golden State è stato Draymond Green, ad un assist dalla tripla doppia con 32 punti (11/15 dal campo e 6 triple a segno su 8), 15 rimbalzi e 9 passaggi decisivi. Per gli Splash Brothers Stephen Curry e Klay Thompson, dominatori della stagione, 31 punti in due ma solo 6 triple realizzate su 24 (4/14 da oltre l’arco per Curry, 2/10 per Thompson).

Hanno vinto i Cleveland Cavs, dopo un 4 quarto di eccezionale tensione agonistica. E proprio quando la partita sembrava destinata all’extratime con una lotta punto a punto serratissima, LeBron James ha preso per mano la squadra. Tiri ad altissimo coefficiente di responsabilità, stoppate da cineteca e tanta intensità agonistica hanno piegato i Golden State Warriors e Stepphen Curry, nello specifico, personalizzazione di questo scontro epico. E in effetti Curry, come tutti i Warriors, stasera nell’ultimo quarto, nel momento più importante, ha peccato di superficialità e di scarsa presa sulla partita. I Warriors hanno pasticciato in attacco e il loro uomo più rappresentativo, pur capace di una tripla da brivido, sarà ricordato anche per le sue amnesie: qualche fallo inutile e soprattutto il passaggio dietro la schiena in un momento chiave del match clamorosamente sbagliato. In ogni caso i Cavs hanno vinto con merito, e la sfida è stata bellissima. Chi sia il più grande in assoluto tra James e Curry lo lasciamo dire a più autorevoli commentatori. Questa sera non c’è stata storia.

La gara Golden State WarriorsCleveland Cavaliers è arrivata alla fine del terzo quarto e il risultato è di 76-75. Stiamo assistendo a un vero e incredibile spettacolo con le due compagini che stanno lottando punto su punto in un match equilibratissimo. Il pubblico sta letteralmente impazzendo e come si può vedere dalle immagini proposte da Sky Sport è sempre in piedi a ogni canestro. In un clima incredibile e surreale le stelle si stanno mettendo in grande evidenza con il risultato che divide le due squadre di appena un punto. E’ incredibile la statistica della percentuale di tiro che è in equilibrio con rispettivamente il 42-2% e il 43.8%. La differenza al momento la stanno facendo i tiri da tre con Golden State che ne ha concretizzati ben tredici e Cleveland ”appena” quattro. Staremo a vedere chiu riuscirà a spuntarla alla fine dopo il quarto quarto che regalerà la vittoria del titolo della Nba.

La gara Golden State WarriorsCleveland Cavaliers è arrivata all’intervallo dopo due quarti giocati davvero ad altissima velocità tra le due squadre regine della Nba che si giocano in gara-7 l’assegnazione del titolo. Il risultato al momento è di 49-42. Dopo il grande equilibrio del primo quarto, terminato 22-23, i Golden State hanno tirato fuori denti e unghie facendo ben otto punti più dei Cleveland nel secondo quarto. Ora è il tempo dell’intervallo, ma non per questo si fermerà lo spettacolo all’Oracle Arena di Okland. Infatti, come capita ogni anno, c’è un grande spettacolo con tantissimi musicisti e anche diversi ragazzi-ballerini che stanno regalando uno spettacolo davvero impareggiabile. La speranza è ovviamente che anche nel terzo e quarto quarto la gara mantenga il ritmo dei primi due. Il talento encomiabile di Steph Curry e LeBron James sta venendo fuori con entrambi che fino a questo momento sono stati protagonisti di una buona partita. Non sono mancate le tensioni in campo perchè le due compagini sanno di giocarsi molto, ma al momento ha avuto la meglio il fair play.

Cleveland Cavaliers stanno vivendo una notte magica quella di gara-7 che decide le finali di Nba e assegna il titolo. Il primo quarto è stato davvero molto equilibrato tanto che si è concluso con il risultato di 22-23. Sul parquet le due squadre hanno dimostrato di essere davvero l’elite del basket mondiale, con tanti campioni in campo e davvero grande voglia di portare a casa questo splendido titolo. Cleveland è riuscita a invertire un risultato in sfavore proprio nel finale portandosi in vantaggio con LeBron James che ha siglato quasi sulla campana due tiri da tre per un fallo subito in precedenza. Tra James e Varejao poi ci sono state anche un po’ di scintille con il campione dei Cleveland che è andato un po’ a cercarlo dopo il fallo per i tre punti. Ecco le formazioni: GOLDEN STATE – Barnes, Ezeli, Green, Thompson, Curry. A disposizione: Barbosa, Clark, Livingston, McAdoo, Rush, Speights, Varejao. CLEVELAND – James, Love, Thompson, Irving, Smith. A disposizione: Dellavedova, Frye, Jefferson, Jones D., Jones J. Mozgov, Shumpert, Williams.

Cleveland Cavaliers si giocano oggi una stagione nella gara-7, decisiva per le finali Nba e dunque per l’assegnazione del titolo. Ci siamo quasi con il fischio iniziale della gara che è fissato alle 20.00 ora locale, le 2.00 in Italia, per la palla a due all’Oracle ad Okland. Sarà anche la sfida tra due campioni incredibili come Stephen Curry e LeBron James entrambi pronti a dare il massimo per portare a casa l’ennesima emozione della stagione. Le due squadre hanno fatto molto bene in stagione con i Golden State Warriors che hanno addirittura migliorato il record dei Chicago Bulls di Michael Jordan meritandosi il soprannome di ”Marziani”. Potrebbe essere importante il fattore casalingo con i Golden che hanno perso veramente raramente tra le mura amiche. Cleveland Cavaliers potrebbero venire fuori anche grazie alla loro tecnica e anche ai tiri da tre di cui sono specialisti lo stesso LeBrone James e Kyrie Irving.

E Cleveland Cavaliers sono arrivate a gara-7, decisiva per l’esito delle Finali NBA e per l’assegnazione del titolo: il grande appuntamento è per la notte italiana tra domenica 19 e lunedì 20 giugno 2016, inizio alle ore 02:00 (le 20:00 locali).

Teatro del match è la Oracle Arena di Oakland, casa dei Golden State Warriors che si sono guadagnati il vantaggio del fattore campo grazie alla miglior stagione regolare nella storia dell’NBA, conclusa con 73 vittorie e 9 sconfitte. Sono però i Cleveland Cavaliers a presentarsi a gara-7 con l’inerzia emotiva dalla loro parte: la squadra allenata da Tyronn Lue è reduce dai due straordinari successi ottenuti in gara-5 e in gara-6, che hanno consentito di pareggiare la serie.

Nell’ultimo match LeBron James ha offerto un’altra impressionante dimostrazione di onnipotenza cestistica, concludendo con 41 punti (frutto di 16/27 al tiro dal campo), 11 rimbalzi e 8 assist; il Prescelto ha replicato il bottino di gara-5 ed era dal 2000 che un giocatore non siglava oltre 40 punti in due partite consecutive delle Finals (sedici anni fa ci era riuscito Shaquille O’Neal con i Los Angeles Lakers).

La memorabile partita di LeBron James, autentico trascinatore dei Cleveland Cavaliers, ha oscurato i 30 punti del rivale Stephen Curry, top scorer per i Golden State Warriors; l’MVP della stagione regolare ha concluso ingloriosamente gara-6 facendosi espellere, dopo una reazione scomposta –con tanto di lancio del paradenti sugli spalti- in seguito al sesto fallo sanzionato a suo carico; alla fine Cleveland si è imposta con il punteggio di 115-101, apparecchiando la tavola per la partita che deciderà l’intera stagione.

Il termometro emotivo di gara-7 segna già una temperatura elevata, il confronto tra le due superstar non deve però offuscare i contributi di tutti gli altri protagonisti in queste Finals, anzi l’apporto dei rispettivi ‘supporting cast’ sarà probabilmente il fattore decisivo per stabilire chi vincerà tra Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers. I californiani campioni in carica non possono schierare il centro Andrew Bogut, infortunatosi ad un ginocchio durante gara-5 e costretto a seguire la decisiva gara-7 in borghese. Nell’ultimo match si è però rivisto l’ala Draymond Green, di rientro dopo un turno di squalifica.

I Cavs non hanno problemi di infortuni ma sperano di recuperare il miglior Kevin Love, finora il meno incisivo tra i Big Three della squadra. Sulle spalle di LeBron e di tutti i Cavaliers pesa inoltre la maledizione sportiva che affligge la città di Cleveland, senza successi nei tre principali sport USA dal 1964 quando i Browns vinsero il quarto ed ultimo titolo NFL (football) della loro storia. Elementi di contorno per un quadro che si preannuncia a tinte forti: non resta che attendere la palla a due di gara-7 ed assistere allo spettacolo che chiuderà la stagione NBA 2016.

La partita di basket NBA tra Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers sarà trasmessa in diretta tv da Sky sul canale Sport 2 HD, il numero 202: telecronaca dalle ore 02:00 italiane a cura di Flavio Tranquillo e Davide Pessina. I clienti Sky abbonati al pacchetto Sport potranno seguire il match anche in diretta streaming video, tramite l’applicazione SkyGo disponibile per pc, tablet e smartphone. Repliche di gara-7 nella giornata di lunedì 20 giugno: alle ore 14:00 sul canale Sport 1 HD (numero 201), poi alle 18:15 e alle 22:45 sempre su Sport 2 HD (202).