Gara-3 delle finali NBA 2016 è un trionfo per la franchigia dell’Ohio, che rientra nella serie (2-1 Warriors) e soprattutto si prende una vittoria netta che fa tanto morale, considerato che le prime due gare alla Oracle Arena avevano fatto registrare un dominio netto degli uomini della Baia. Gara-3, la prima alla Quicken Loans Arena, ci dà la misura di cosa sia una serie playoff: il vento può cambiare nel giro di 48 o 72 ore. Cleveland, con le spalle al muro e la consapevolezza che un’altra sconfitta sancirebbe la perdita dell’anello, parte fortissima e a fine primo quarto è già sul +17. Resiste al ritorno di Golden State chiudendo avanti di 8 all’intervallo lungo, poi centra un altro parziale con il quale entra sul +20 nell’ultimo periodo; a quel punto i Warriors tirano i remi in barca e il divario si amplia fino a toccare i 30 punti. Grande risposta da parte di tutta Cleveland: LeBron James, l’uomo più atteso, segna 32 punti con 11 rimbalzi e 6 assist (14/26 al tiro) ma è soprattutto il supporting cast – in assenza di Kevin Love – a entrare subito nella partita. Kyrie Irving ne mette 30 (con 8 assist), JR Smith ha una prova da 20 punti e 5/10 da oltre l’arco dei 3 punti, la squadra – e questa è una chiave decisiva – cattura 20 rimbalzi in più di Golden State e confeziona così la vittoria della speranza. Dalla parte dei Warriors steccano più o meno tutti: sicuramente Draymond Green, che dopo i 28 punti di gara-2 si ferma a 6 (2/8 al tiro) pur con 7 rimbalzi e 7 assist. Gli Splash Brothers combinano per 29 punti, ma Klay Thompson ne ha solo 10 con 4/13 al tiro (1/7 da 3) mentre Steph Curry tira 3/9 dalla distanza. Questa volta non bastano neppure i 33 punti che arrivano dalla panchina (11 di Andre Iguodala) perchè il quintetto titolare subisce un’imbarcata. In gara-4 si riparte da qui: comprensibilmente nel quarto periodo Golden State non ha forzato i ritmi consapevole di averla persa, ma il +30 generato da Cleveland può aver dato grande fiducia a James e compagni. Vedremo se arriverà il 2-2 nella serie finale o se Golden State saprà sbancare la Quicken Loans Arena e tornare a San Francisco con in mano un 3-1 semidefinitivo.
, gara-3 delle Finali NBA 2016: alle 3 della mattina italiana di giovedì 9 giugno la serie si sposta alla Quicken Loans Arena per il suo terzo episodio. Non poca gente ritiene che l’anello sia già assegnato: i Golden State Warriors virano al primo cambio di campo sul 2-0 ed è opinione comune che per Cleveland sia notte fonda. Per alcuni aspetti molto chiari e concreti: il primo, i 48 punti di scarto che i Warriors hanno rifilato ai Cavs nel punteggio totale delle due partite. Il secondo, i due diversi modi con cui la squadra della Baia ha vinto le due gare di apertura.
Gara-1 è stata il trionfo della panchina, un 45-10 a favore della second unit dei Warriors che aveva sopperito a una brutta prestazione degli Splash Brothers. Si era detto: se non altro Cleveland ha capito come bloccare le bocche da fuoco di Steve Kerr, e non sempre chi esce dal pino riuscirà a salvare capra e cavoli.
Detto fatto: in gara-2 Stephen Curry e Klay Thompson sono tornati a produrre la loro solita pallacanestro (8/16 da oltre l’arco), Draymond Green è stato il top scorer della squadra (28 punti) e i Big Three hanno condotto in porto un 110-77 netto, oltre le aspettative. Un anno fa Cleveland era tornata a casa con un 1-1 in saccoccia e in gara-3 aveva vinto; quest’anno le cose sembrano essere ben diverse e c’è persino il pericolo di un clamoroso sweep, quello che per intenderci LeBron James aveva subito nella sua prima finale con i Cavs, nel 2007 contro San Antonio.
Già, LeBron: sul Prescelto, alla sesta finale NBA consecutiva (ne ha vinte due, entrambe con Miami) sono piovute e pioveranno tante critiche. Le stesse di sempre: il fatto che nelle Finali sia raramente decisivo, che le sue prestazioni non aiutino i compagni e via discorrendo. La realtà è leggermente diversa: la storia di queste Finali ci sta dicendo che al primo parziale subito Tyronn Lue, o comunque i giocatori in campo, danno palla al 23 e sperano che sia lui a togliere le castagne dal fuoco.
I 19 punti con 8 assist e 9 rimbalzi di gara-3 servono comunque a poco se i tuoi due alfieri, Kyrie Irving e Kevin Love, chiudono con 15 punti e 7/21 complessivi al tiro. E’ questo che sta mancando ai Cavaliers: l’anno scorso i due violini di complemento erano infortunati, quest’anno ci sono ma non lasciano il segno. Poi, l’assenza di David Blatt: bistrattato e sottovalutato, nel 2015 se non altro aveva studiato qualche accorgimento difensivo che stava portando Cleveland alla clamorosa vittoria.
Adesso Golden State attenta al 3-0: dovesse centrarlo la serie sarebbe chiusa, anche perchè nessuno nella storia della NBA ha mai rimontato un simile deficit. Dovesse vincere Cleveland, qualche speranza ci sarebbe: un 2-1 con possibilità di pareggio alla Quicken Loans Arena, ma per il momento il vento tira tutto in direzione della Baia.
La diretta tv di Cleveland-Golden State, come al solito, sarà trasmessa da Sky Sport 2; la squadra NBA composta da Flavio Tranquillo, Alessandro Mamoli e Davide Pessina è pronta a raccontarvi tutte le emozioni dall’Ohio. Per tutti gli appassionati ci sarà anche la possibilità di seguire questa partita in diretta streaming video, attivando l’applicazione Sky Go – senza costi aggiuntivi – su dispositivi mobili come PC, tablet e smartphone.
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(Claudio Franceschini)