Una tragedia scuote il mondo del basket: come riportato da TMZ, nella notte è morto l’ex giocatore Rasual Butler insieme alla moglie Leah LaBelle, cantante R&B. Rispettivamente 38 e 31 anni, i due stavano viaggiando in auto nella zona di Studio City, quartiere di Los Angeles nella San Fernando Valley già conosciuto come Laurelwood; non sono chiare le cause dell’incidente, ma sono state pubblicate le foto dell’auto completamente distrutta. Una fatalità: Butler aveva smesso di giocare a basket, ma lo ricordiamo piuttosto bene perchè la sua ultima stagione risale al 2015-2016. Di ruolo ala piccola – ma in grado di giocare anche come guardia – aveva frequentato i quattro anni di college a La Salle, riuscendo a entrare come 53esima scelta al draft del 2002 nel mondo della NBA (quell’annata fu comandata da Yao Ming e ha prodotto All Star come Amar’e Stoudemire, Caron Butler e Carlos Boozer ma in generale è ricordata come una delle più povere di talento in assoluto). La scelta era dei Toronto Raptors, che l’avevano però girata ai Detroit Pistons per finire poi nelle mani dei Miami Heat; in quella squadra c’erano Travis Best (visto a lungo in Italia, ma anche finalista NBA con Indiana) e Eddie Jones, ma non era competitiva. Chiuse con 25 vittorie e 57 sconfitte; dopo tre stagioni piuttosto anonime, Butler aveva lasciato la Florida ma lo aveva fatto in maniera spettacolare, almeno a suo modo. 



LA MEGA TRADE E IL RESTO DELLA CARRIERA

Agosto 2005: una trade che ha coinvolto 13 giocatori e cinque franchigie. Gli spostamenti principali avevano visto protagonisti Antoine Walker (da Boston a Miami) che all’epoca era un All-Star, poi Jason Williams (conosciuto come White Chocolate, uno dei playmaker più spettacolari nella storia recente della NBA) e James Posey (sarebbe stato decisivo nel titolo dei Celtics 2008) e Eddie Jones che finiva a Memphis. A Miami era già arrivato Shaquille O’Neal: il mega-scambio avrebbe permesso agli Heat di vincere il titolo al primo tentativo. In tutto questo bailamme, Rasual Butler finiva a New Orleans, ma di fatto per le prime due stagioni giocava a Oklahoma City causa la devastazione della città della Louisiana per gli effetti dell’uragano Katrina. Sempre con il numero 45 piazzava stagioni solide per le percentuali dall’arco e i punti al fianco di Chris Paul – arrivato quella stessa estate via draft – ma nel 2009 partiva di nuovo: finiva ai Los Angeles Clippers, e qui va aperta un’appendice perchè sembra che Butler abbia sempre mancato la gloria per questione di centimetri. Lo abbiamo visto a Miami, mentre nei Velieri sarebbe rimasto per metà stagione (5 punti di media) mancando per pochi mesi l’arrivo dello stesso Paul, che avrebbe reso vincente la franchigia (anche se mai in una Finale di Conference). Butler ha poi girovagato: Chicago e quindi Toronto, Indiana e Washington.



IL FINALE DI CARRIERA

Nel 2012-2013 Butler, rimasto senza contratto, aveva giocato in D-League venendo nominato, con la maglia del Tulsa 66ers, giocatore dal miglior impatto sul torneo. Cosa che gli aveva fatto meritare il ritorno al “piano di sopra”; nel 2015 il giocatore, a 36 anni compiuti, era arrivato a San Antonio dopo l’esperienza con gli Wizards, chiuso da un emergente Bradley Beal. Negli Spurs ha avuto la possibilità di giocare al fianco di Tim Duncan e Tony Parker, Manu Ginobili e LaMarcus Aldridge. Tuttavia, ai playoff non ci è arrivato: a fine marzo è stato tagliato dalla franchigia. L’ultima apparizione riguarda i Minnesota Timberwolves: Butler ci aveva provato, a tornare a giocare, ma dopo cinque partite di preseason la squadra di Minneapolis non lo aveva confermato. Ha chiuso con 7,4 punti, 2.4 rimbalzi e 0,8 assist la sua carriera NBA, con il 36,2% dall’arco;fuori dal campo ha avuto una comparsata nel videoclip di “Here we go” canzone della rapper Trina, ed è inoltre apparso in alcune puntate del reality Khloe & Lamar essendo amico intimo di Lamar Odom.