È un derby e una partita unica per il basket italiano, tra due club che hanno fanno la storia di questo sport in Italia e in Europa. Domenica 2 aprile alle ore 20:45 il massimo campionato di basket propone una delle sue rivalità più accese, nella sfida tra Mia ed Openjobmetis che si tiene al PalaDesio. Da quando Charlie Recalcati (scudettato a Varese nel 1999) è tornato a essere il tecnico di Cantù, per i brianzoli ci sono stati tre successi consecutivi e poi la sconfitta a Torino. Varese, anche per merito di coach Attilio Caja, viene da cinque successi consecutivi. A sei giornate dalla fine della Regular Season sia Cantù che Varese hanno 20 punti, la zona playoff è a quota 24 e non impossibile da raggiungere. Un incontro quindi che varrà doppio, per obiettivi di classifica e per il desiderio di vincere questo derby… Per un pronostico du Cantù Varese ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Antonello Riva, ex guardia e bandiera della società brianzola (con anche 213 presenze in Nazionale).



Come valuta questo derby tra Cantù e Varese? Una bella partita, un derby in particolare molto sentito, con tanta rivalità tra Cantù e Varese, che giunge in un momento felice della stagione di tutte e due le squadre.

Ciò detto, quanto potrà contare lo stato di forma mentale in partite come questa? Queste sono proprio partite speciali, dove l’adrenalina da competizione conta molto, dove il fatto di giocare e vincere questi incontri dipende anche dalla carica mentale che si mette in campo. Anche se le squadre sono oggi composte da tanti stranieri, i rispettivi ambienti non mancano mai di ribadire l’importanza dell’occasione…



Recalcati ha vinto le prime tre partite: a Cantù mancava una guida tecnica di esperienza in questo senso? Cosa non ha funzionato in precedenza? Recalcati è tornato da poco ma ha già dato tanto a Cantù. Dopo Kurtinaitis c’era stato il vice Kyryl Bolshakov, che però non parlava neanche l’inglese, c’erano problemi anche di comunicazione con i giocatori.

A Varese 5 vittorie consecutive, ma prima il record era 5–14: il roster sembrava poter essere da playoff, perchè secondo lei ci si è trovati in una situazione disastrosa? Spesso i motivi possono essere tanti, dalle condizioni fisiche dei giocatori a un periodo difficile della loro stagione. Non conosco la situazione di Varese ma posso pensare che fosse una squadra destinata a crescere con il tempo.



Al netto dei meriti di Caja, davvero la soluzione di esonerare Moretti era necessaria per salvare Varese? Spesso queste cose possono servire perchè non danno più alibi ai giocatori, li spingono a dare di più in campo.

Parlando della partita: si può dire che gli assi Dowdell–JaJuan Johnson e Maynor–Anosike dall’altra potranno essere le chiavi? Direi di sì perchè questi giocatori hanno attitudini offensive che potranno aiutare sia Cantù che Varese in quest’incontro. Johnson è chiaramente l’opzione numero 1 per l’attacco di Cantù e sa trasmettere energia a tutta la squadra, Anosike cercherà di limitarlo specialmente dentro l’area e a rimbalzo.

Sfida anche tra i due Johnson, JaJuan e Dominique di Varese: come realizzatore quale preferisce? Preferisco JaJuan Johnson: ha un tiro dolce, morbido, da lui mi aspetto tanto anche in questa partita.

Come finirà questo derby? Penso che possa vincere Cantù, visto che giocherà in casa e quindi dovrebbe essere avvantaggiata.

La squadra che vincerà realisticamente potrà ancora sperare nei playoff? Diciamo che mancano alcune giornate alla fine del campionato e la speranza ovviamente ci sarà ancora.

Antonello Riva è stato un giocatore simbolo di Cantù: cosa ricorda delle sfide contro Varese? Erano tutte partite molto sentite, non ne ricordo uno in particolare. Li ho vissuti tutti fino alla fine, qualche volta li ho anche decisi con i miei tiri, con i miei punti. C’è stato purtroppo anche un derby molto triste, quello del 1999 dopo la prematura scomparsa di Chicco Ravaglia. Io e Pozzecco ricordammo questo talento del basket italiano che aveva giocato sia per Cantù che per Varese.

Andrà a vedere il derby tra Cantù e Varese? Sì, sarò a Desio domenica sera.

Nella serie A di oggi mancano le bolognesi, Treviso e Roma oltre ad altre piazze storiche; Varese e Cantù hanno risultati mediocri. Qual è, se può esserci, la ricetta per tornare ad un grande torneo? Diciamo che non ci possono essere tutte, il panorama del basket italiano cambia di stagione in stagione. Poi è vero c’è un problema economico, di sponsor che affligge questo sport. Si sono perse piazze storiche, facciamo fatica anche nelle competizioni più importanti, anche con la Nazionale. La Federazione dovrebbe intervenire con progetti che salvaguardino maggiormente la presenza dei vivai giovanili. Purtroppo non stiamo vivendo un grande momento.

(Franco VittadiniClaudio Franceschini)