Doveva esserci una coda, e una coda c’è stata: dopo la maxi rissa scoppiata al PalaDozza nel corso della partita tra Virtus Bologna e Aquila Trento, la Lega Basket ha ufficializzato le squalifiche. Notizia di ieri: Alessandro Gentile si è beccato tre giornate di sospensione, due turni li ha subiti Jorge Gutierrez mentre Dominique Sutton sarà fermato per una sola partita, e ha sostituito lo stop con un’ammenda (dunque sarà regolarmente in campo domenica pomeriggio contro Venezia). Dicevamo della coda: i due giocatori della Dolomiti Energia si sono scusati pubblicamente attraverso gli organi ufficiali della società, parlando di comportamento sbagliato e di valori dello sport e della maglia traditi. Atto dovuto: sincero – cioè nato spontaneamente dai giocatori – o meno (dietro imbeccata della dirigenza) non sappiamo, nè è questo il contesto giusto per discuterne. Le scuse sono arrivate, fine della storia. E invece no: perchè dall’altra parte Alessandro Gentile si è fatto sentire e nel suo caso ogni dubbio è stato fugato. Vale a dire che il giocatore della Virtus ha sì parlato di “cose che non dovrebbero capitare” e di “scene brutte”; ha chiesto scusa “per aver danneggiato i miei compagni e per dover scontare una squalifica”; ma nel suo lungo post ha soprattutto sottolineato come la sua reazione sia arrivata solo ed esclusivamente per difendere un compagno di squadra – nell’accezione specifica anche il fratello, Stefano – e rispondendo a una provocazione. “Chi ha dei fratelli o sorelle a cui è legato per davvero e non per finta possa capire” ha scritto. Per di più, la Virtus ha già fatto sapere che presenterà ricorso contro le tre giornate di squalifica.



PAPA’ NANDO DIFENDE ALE

A dirla tutta papà Ferdinando, uno che qualche pallone di basket lo ha preso in mano e qualche titolo pesante lo ha vinto, ha rincarato la dose: parlando a Radio Sportiva ha detto di essere fiero del figlio, ha sfidato “tutti” a non reagire ad un pugno dato un fratello e aggiunto che “se non fosse intervenuto Alessandro sarei sceso io dalla tribuna”. Parole forti e che magari si possono anche giustificare visto che parliamo di legami di parentela; in campo noi non c’eravamo e non è chiara l’entità dei colpi subiti da Stefano Gentile. Sui social network molti appassionati hanno fatto notare come il fratello di Alessandro, forse quello che ha innescato il tutto, sia l’unico a non essere stato punito; altri hanno parlato di un accanimento nei confronti di Gentile inteso come Ale, noi sottolineiamo che effettivamente Gutierrez sembra affondare qualche colpo con particolare veemenza e che al netto di tutte le emozioni, i rapporti padre-figlio e fratello-fratello e il tifo, la cosa migliore da fare sarebbe stata dimenticare tutto, tornare ad allenarsi e fine. La rissa del PalaDozza (generata da uno scontro a rimbalzo, sul +14 in favore di Bologna nel terzo periodo) non è la prima e non sarà l’ultima su un campo da basket o di qualunque altro sport; in quel momento le ragioni e i torti si confondono perchè vai a sapere se Sutton (stiamo ipotizzando, lo scriviamo a scanso di equivoci) non fosse stato provocato qualche istante prima magari tirando in ballo la famiglia (anche qui: non sarebbe la prima nè l’ultima volta) e per due secondi abbia perso la bussola. Riprovevole se così fosse stato, esattamente come riprovevole rimane la reazione di tutti. Noi allora vogliamo applaudire Pietro Aradori e Diego Flaccadori: nel marasma generale, si sono immediatamente adoperati per sedare gli animi, mettendoci letteralmente la faccia. In quel momento, poco consigliabile.



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