Nella notte di mercoledì 18 aprile sono tre le partite dei playoff NBA 2018: siamo ancora in gara-2, perciò è ancora presto per tracciare somme e bilanci netti sulle sfide e sull’esito delle serie di primo turno. Tuttavia, sarà importante scoprire in che modo si chiuderanno queste gare perchè la terza partita di ciascuna serie sarà la prima a campi invertiti. Andiamo dunque a vedere cosa ci riserva il programma: partenza alle ore 1:00 (italiane) con Cleveland-Indiana, alle ore 2:00 si gioca Oklahoma City-Utah mentre alle ore 3:30 sempre per la Western Conference avremo Houston-Minnesota.
CLEVELAND INDIANA (SERIE 0-1)
Sorpresa o meno, i Pacers hanno violato la Quicken Loans Arena nel primo episodio della serie: LeBron James non perdeva una partita di primo turno dal 2012, e questo la dice molto lunga sulla portata dell’evento. Non è bastata la tripla doppia del Re: i Cavs sono apparsi la squadra che si temeva sarebbe stata, vale a dire scollegata, con poca difesa e poche soluzioni nel taschino. Viceversa Indiana ha dimostrato di poter essere una solida realtà anche senza super star fatte e finite: Victor Oladipo sta giocando però come tale e trascina i compagni, in più giocatori come CJ Miles e soprattutto Lance Stephenson sono utilissimi per metterla sul piano dell’agonismo e dell’intensità. Morale: Cleveland deve darsi al più presto una svegliata se non vuole ritrovarsi sotto 0-2 e con un viaggio a Indianapolis rischiosissimo.
OKLAHOMA CITY UTAH (SERIE 1-0)
Alla vigilia, questa serie era considerata come una da possibile upset: merito soprattutto dei sorprendenti Jazz, che giocano benissimo e hanno una difesa tra le migliori della NBA. In gara-1 però non è servito per contrastare la solita prestazione all-around di Russell Westbrook e lo straripante talento di Paul George. L’ex Indiana sembra essere l’ago della bilancia: se il suo rendimento resterà anche solo vicino ai livelli della prima partita, allora i Thunder saranno chiaramente favoriti e potranno anche chiudere la serie in anticipo. Utah si affida alle doti di leadership di Rudy Gobert, alla fantasia di Ricky Rubio e alla maturazione di Donovan Mitchell che, senza la presenza di Ben Simmons, sarebbe il rookie dell’anno per acclamazione popolare. La differenza di talento nei roster è nettamente sbilanciata a favore di OKC; riusciranno i Jazz a tornare a Salt Lake City con un prezioso 1-1?
HOUSTON MINNESOTA (SERIE 1-0)
C’era chi sosteneva che i Rockets, miglior squadra della regular season con record di franchigia per vittorie (non avevano mai raggiunto le 60), potessero “sweepare” i Wolves, ovvero vincere 4-0 la serie. Al momento è ancora possibile, ma gara-1 si è conclusa con il brivido: James Harden ha giocato come un MVP (e lo diventerà a breve), Clint Capela ha dimostrato di poter essere un fattore anche nei playoff ma Minnesota, che non giocava la post season dai tempi del primo Kevin Garnett (2004, raggiunse la finale di Conference), ha fatto vedere di potersela giocare: per avere una possibilità di fare il colpo contro la testa di serie numero 1 ha però bisogno di ritrovare il Karl-Anthony Towns dominante della regular season, in generale la prima scelta assoluta del draft 2015 deve trovare continuità e dimostrare che i 25,1+12,3 fatti registrare nelle 82 partite stagionali possono essere replicati in questo contesto, e magari anche migliorati perchè i soli Jimmy Butler e Andrew Wiggins non bastano. In più, il confortante Derrick Rose di gara-1 potrebbe ripetersi, e allora per Houston le cose potrebbero complicarsi maggiormente.