Enes Kanter non sarà a Londra per partecipare agli NBA London Games tra i suoi New York Knicks e Washington Wizards, in programma il 17 gennaio. «Colpa di quel pazzo lunatico», ha detto riferendosi al presidente turco Tayyip Erdogan. «Potrei pure venire ucciso se scegliessi di viaggiare con la squadra», ha aggiunto il centro turco dei New York Knicks. «Hanno un sacco di spie, in Inghilterra: potrebbero facilmente farmi fuori». Kanter ne ha parlato con il suo front office prima di prendere la decisione. Parole forti di Kanter, che testimoniano un problema cronico per il lungo turco. Dal sostegno a Fethullah Golen, l’oppositore politico principale di Erdogan, alle critiche verso l’attuale presidente turco: in passato si è scontrato frontalmente più volte con il governo del suo Paese d’origine. Resterà a New York ad allenarsi. «Ma l’intera faccenda è davvero triste, perché mi impedisce di fare il mio lavoro, condiziona la mia carriera e non mi permette di aiutare la mia squadra a vincere».



NBA, ENES KANTER: “ERDOGAN POTREBBE FARMI UCCIDERE”

Enes Kanter a maggio dello scorso anno rimase bloccato per ore all’aeroporto di Bucarest, in Romania. Era in giro per il mondo per alcuni eventi legati alla sua fondazione di beneficienza. Le autorità statali erano state avvisate dal governo turco che i documenti di viaggio del lungo dei New York Knicks non erano da considerarsi più validi. Kanter, da sempre fiero oppositore del regime di Erdogan, vive da apolide, inseguito da un mandato di cattura internazionale che il regime di Istanbul ha emesso nei suoi confronti. Il problema torna ora, dopo la gara vinta da New York a Los Angeles sul campo dei Lakers. Il lungo dei blu-arancio ha fatto sapere che non prenderà parte alla trasferta della squadra a Londra per l’edizione 2019 degli NBA London Games. Teme per la sua vita. «Per questo non esco dai confini di Usa e Canada: correrei troppi rischi». Kanter non ha mai avuto freni nel parlare di Erdogan, definito «l’Hitler del nostro secolo». Va anche detto che il padre, pur avendo più volte criticato le posizioni del figlio, è stato accusato di terrorismo dal governo turco e privato del lavoro d’insegnante.

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