Luciano Spalletti resta l’allenatore dell’Inter, d’altronde una sconfitta ai calci di rigore contro la Lazio può anche capitare. Tuttavia la panchina del tecnico toscano non è salda e le ipotesi sul futuro fioccano come la neve che in queste ore sta scendendo anche su Milano. Il vertice tenuto a San Siro nella notte, dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia, non ha naturalmente portato a scossoni nell’immediato, ma è evidente che essere usciti dalla competizione che offriva le maggiori possibilità di vincere un titolo non fa bene alle quotazioni di Spalletti per il futuro (leggi stagione 2019-2020), anche perché un Antonio Conte che passeggia – solo per caso? – a pochi metri dalla sede dell’Inter ha fatto inevitabilmente molto rumore ieri. In effetti, Conte era a Milano per motivi che nulla hanno a che fare con l’Inter, e d’altronde Beppe Marotta lo conosce benissimo e non avrebbe di certo avuto bisogno di convocarlo in sede il giorno di una partita così delicata. Dunque crediamo che la passeggiata di Conte sia stata davvero una casualità, tuttavia il nome resta validissimo per la prossima stagione.



LE PAROLE DI LUCIANO SPALLETTI

Luciano Spalletti d’altronde ha altro a cui pensare, cioè deve risolvere i problemi di una squadra che fatica maledettamente a fare gioco, non segna più di un gol a partita (Benevento escluso) dal 2 dicembre e fatica maledettamente a trovare la via della rete, come ha dimostrato anche la partita di ieri. Poca corsa, trame di gioco assenti, cross sbagliati: questi sono i capi d’accusa, ancora più dei due rigori sbagliati da Lautaro Martinez e Radja Nainggolan, i quali comunque non stanno dando il contributo che ci si attendeva in estate. Nella conferenza stampa post-partita, Spalletti si è espresso così: “All’inizio siamo stati impacciati, quando la partita è entrata nel vivo siamo stati dentro fino all’ultimo. Ci siamo fatti prendere subito dalla frenesia, ma contro una squadra come la Lazio non funziona”. C’è spazio anche per qualche rimpianto sugli episodi da moviola, ma poi Spalletti onestamente ammette che i veri problemi sono altri: “Se un calciatore dà un pugno in faccia ad un altro, è rigore. Per me c’era fallo in area anche sulla spinta su Icardi. Ci è mancata un po’ di lucidità nel far girare palla e farli stancare. Mi è sembrata una partita in equilibrio totale. Non so se potevamo fare qualcosa in più. A questo livello qui conta la testa, non la preparazione fisica. È tutta una questione emotiva”. Infine, è stato inevitabile parlare dei due giocatori nell’occhio del ciclone, che l’Inter però ha bisogno di recuperare al più presto per il proprio bene: “Nainggolan è da recuperare. Ha avuto una serie di infortuni e non si è allenato con continuità. Va fatto giocare. Con Perisic bisogna riordinare i ruoli e gli obblighi che ha un professionista. Gli era stata fatta una proposta importante e si era reso disponibile. Ora si ricomincia a riallenare, appena poi è di nuovo dentro con la testa tornerà a giocare”.

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