Due volte a San Siro in una settimana ma, per il povero Genoa ,risultato zero. Proprio come la mini-ires per le imprese che investono e assumono! Passi la sconfitta con il Milan, provocata da una respinta ad minchiam del portiere Radu, ma contro i bauscia,non c’è proprio stata partita. Troppo forte l’Inter, presentatasi senza parecchi titolari ma con le riserve che hanno dato spettacolo. Due volte in rete Gagliardini, grande assaltatore, e con lui migliore in campo Joao Mario che, se darà continuità alla propria forma fisica e mentale, metterà Spalletti nelle condizioni di lottare per il secondo posto in campionato con vista sui Gobbi. La partita della verità sarà la prossima, a Bergamo con la Dea. Se la vincerà, per l’Inter si apriranno percorsi impensabili fino ad un mese fa. Sarà difficile raggiungere la Juve, anche se i due scontri diretti lo permetterebbero, perché sono almeno tre partite che ottiene vittorie non completamente, anzi per niente meritate.



Contro il Cagliari gli juventini hanno avuto lunghi periodi di assenza, la differenza nel risultato è stata determinata da una ridicola autorete isolana e da una chiappettata tremenda di Szczesny, su un tiro da due metri di Pavoletti. Il curaporta bianconero si è tuffato a destra e la palla gli e’finita sulla caviglia a sinistra. Grande parata ha detto qualcuno che non ha visto l’ingrossamento ,enorme, delle chiappe del portiere che usa il codice fiscale come cognome. La Lazio si è rifatta, con la Spal, della spazzolata presa con l’Inter. I ferraresi non hanno giocato male ma non hanno difesa, se non si svegliano rischieranno molto. Buona partita fra la Viola e la Maggica. Rigore per la Fiorentina inventato dai giudici: praticamente hanno valutato che Olsen, con una facciata, abbia colpito il piede di Simeone! Poi la Roma è riuscita a raggiungere il pareggio ma senza dare l’esempio di compattezza e forza mostrato nei precedenti campionati. Continuando così, le sarà difficile raggiungere la Champions, basti dire che anche i casciavit le sono davanti e, ora, pure il Toro l’ha superata. Il Napoli ha demolito l’Empoli. Siamo alle solite: i toscani hanno giocato bene, forse meglio dei partenopei, ma hanno incassato cinque reti.



Alcuni allenatori non hanno ,ancora,compreso che ,nel calcio,non basta far girare bene la palla,bisogna buttarla nella porta avversaria. Anche in questo sport va fatta Formazione 4.0 per far comprendere ai “mister” la finalità per la quale si scende in campo. Nel caso specifico saremmo d’accordo nel non concedere finanziamenti governativi, è formazione futile, i finanziamenti andrebbero invece concessi largamente alle Pmi che hanno necessità di rivedere la preparazione del proprio personale per rimanere competitive. Il Milan ha iniziato la settimana bianconera.
Questa volta le zebrette friulane, domenica prossima le zebre piemontesi. Gattuso conferma il doppio centravanti, come Conte con Salvini e Di Maio. L’Udinese, per tutto il primo tempo, è più scattante e reattiva. Occasioni da rete: almeno quattro per i bianconeri, solo una con Suso per i diavoli. Infortunio ad Higuain che si mette a riposo per l’incontro con la Juve.



Per assurdo, con l’uscita dell’argentino e l’ingresso di Castillejo i casciavit paiono più organizzati e meno sofferenti, il centrocampo gira meglio perché lo spagnolo rientra a soccorrerlo. Secondo tempo che inizia ad alta velocità: Udinese all’attacco ma Milan è pericolosissimo in contropiede. Fofana spettacolare ma Castillejo non è da meno e consegna a Suso una palla facilissima da spingere in rete: tiro e pallone in tribuna. Va a ciapà i rat! Poi periodo di cazzeggio fra le due squadre con qualche raro sprazzo di attacco alla voglio ma non posso, le difese dominano. Paiono i due partiti al governo: qualche litigata ma alla fine necessità di proseguire tranquilli, a Roma nessuno vuol perdere il potere, a Udine la partita. Solo un terribile colpo con il lato B avrebbe potuto spostare il risultato; è arrivato al 97’e, ancora una volta, a vantaggio dei milanesi. Gattuso espulso perché le chiappe gli scendevano dai due lati della panchina.