Si accende oggi la mitica Parigi Roubaix, una classica del ciclismo tra le più attese, giunta alla sua 117^ edizione. Il banco di prova è tra i più duri di sempre, tanto da meritarsi il titolo di “Inferno del nord”: gli appassionati sono quindi impazienti di scoprire chi sarà il vincitore quest’anno al Velodrome, dopo aver superato i ben 29 tratti in pavè previsti. Come al solito il ventaglio di nomi importanti presenti alla Parigi Roubaix è davvero ampio, dal vincitore in carica Peter Sagan a Kristoff e Van Aert, senza dimenticare gli azzurri Trentin e Moscon. Per presentare questa attesa edizione della Parigi Roubaix abbiamo sentito Francesco Moser che qui vinse nel 1978, 1979 e 1980: eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.
Come vede questa Parigi Roubaix? Difficile come al solito, molto emozionante, per una classica equilibrata. La Parigi Roubaix è sempre una classica eccezionale…
Cosa dovrà fare Sagan per ripetersi? Dovrà andare più forte delle scorse gare. L’ho visto un po’ in difficoltà, non così in forma, un Sagan non nelle massime condizioni.
Quali potrebbero essere i suoi avversari più forti? Direi quelli favoriti alla vigilia, come Van Aert, Van Avermaet, Degenkolb, lo stesso Naesen e tutti quelli indicati dal pronostico.
Ci potrebbe essere qualche protagonista a sorpresa della Roubaix? Perchè no, al Giro delle Fiandre tutti i grandi corridori si curavano, avevano paura uno dell’altro e ha vinto meritatamente Bettiol. Magari stavolta potrebbe venire fuori un’altra sorpresa, lo stesso Trentin che si trova bene sul pavè, si trova bene alla Roubaix.
Ci potrebbero essere altri corridori italiani in grado di mettersi in luce? Oss ha sempre fatto bene, speriamo che Moscon ritrovi la condizione. Non so se Bettiol poi farà la Roubaix, magari vista la condizione mostrata al Fiandre potrebbe essere un altra classica in cui andare molto forte…
Crede a un arrivo di un solo corridore o di un gruppo ristretto di corridori? Questo poi dipenderà dalle condizioni del tempo, che è previsto brutto. Vedremo cosa succederà in corsa.
La Foresta di Arenberg potrebbe essere il punto decisivo della gara? E’ stata messa a posto, una cosa importante da sottolineare. Direi però che la Foresta di Arenberg è troppo lontana dall’arrivo per decidere la corsa.
Chi vincerà la Parigi Roubaix? Non lo so sinceramente, difficile dare un pronostico, bisognerà essere in gara per dirlo. Speriamo magari che sia un corridore italiano, che sia Trentin…
Parigi Roubaix, campionato del mondo delle classiche… E’ una classica molto particolare, che si corre sul pavè, molto dura, una classica che rimane dentro, che ha qualcosa di speciale. Vincerla vuol dire passare alla storia.
Lei l’ha vinta tre volte: quale Roubaix ricorda maggiormente? Il primo successo alla Roubaix (1978, ndr ) ti dà sempre un effetto speciale. Ricordo che c’era De Roger De Vlaeminck nella mia squadra, un campione, un specialista nelle classiche. A 25 chilometri dall’arrivo lo staccai e vinsi da solo. Ho sempre vinto in solitaria le mie tre Roubaix (1978, 1979 e 1980 ndr) che ho conquistato. Nella prima (1974, ndr) a cui partecipai arrivai secondo. Ho avuto sempre un rapporto speciale con questa corsa…
(Franco Vittadini)