Per la seconda volta nei suoi sette anni di storia, l’ultima fu nel 2006, il Gran Premio del Bahrain ha l’onore di alzare il sipario su una nuova stagione. Nel 2004 Michael Schumacher ha vinto il primo Gran Premio disputatosi in uno Stato del Golfo Persico, mentre Felipe è stato il primo a passare sotto la bandiera a scacchi nel 2007 e nel 2008. Anche Fernando Alonso ha dimostrato il suo valore nel deserto, vincendo qui nel 2005 e nel 2006, gli anni dei suoi mondiali. La Ferrari, dunque, incomincia la stagione del riscatto su una pista favorevole ai suoi piloti. Per Massa, la gara del Bahrain rappresenta, inoltre, il ritorno ufficiale alle corse dopo aver perso la seconda parte della scorsa stagione in seguito all’incidente nelle qualifiche del Gran Premio di Ungheria. Fernando, invece, indosserà per la prima volta in un Gran Premio la famosa tuta rossa.



Nuovi regolamenti, più spettacolo?

La Ferrari affronta la stagione in modo fiducioso, schierando le monoposto nella stessa configurazione vista ai test di Barcellona alla fine di febbraio. Tuttavia, sebbene la vettura sia competitiva e abbia dimostrato una buona affidabilità durante i test, ci sono ancora diversi quesiti in cerca di risposta per tutti i team impegnati in Bahrain. Il principale riguarda il comportamento dei pneumatici con condizioni climatiche molto più calde e i serbatoi pieni. Sebbene si abbiano a disposizione molti dati al riguardo grazie ai precedenti Gran Premi, per la prima volta quest’anno le gomme dovranno fare i conti non solo con il caldo, ma anche con i carichi di carburante molto più pesanti, fino a circa 150 chili, in seguito all’abolizione dei rifornimenti in gara.



Gli ingegneri affrontano poi l’ulteriore sfida di preparare la gara con un set di pneumatici in meno rispetto allo scorso anno. Se una volta era la quantità di carburante imbarcato, adesso sono diventati i pneumatici il fattore determinate per la strategia dei pit stop. Anche i piloti dovranno tenerne conto, poiché le gomme dovranno essere gestite con attenzione e spiattellare un pneumatico a causa dell’alto carico di benzina durante le prove libere influenzerà il programma di lavoro per il resto del weekend. Sarà possibile, a questo proposito, che qualcuno scelga di sacrificare le qualifiche (niente pole) per avere un, un vantaggio in gara, magari utilizzando gomme dure. Ricordando che il regolamento impone che le gomme usate in qualifica siano quelle montate dalle vetture anche in partenza, con il massimo carico di benzina.



Senza il rifornimento, poi, il cambio gomme diventa la chiave per un pit-stop veloce e quindi un altro elemento di vitale importanza strategica. La Ferrari ha sviluppato un nuovo “semaforo”, più sofisticato e sicuro rispetto a quello precedentemente usato: questo sistema rappresenta quindi un’opzione aggiuntiva per far tornare in pista un pilota dopo il pit-stop. Altra novità, introdotta dai regolamenti, sarà che in Bahrain tutti i team scopriranno come operare nei momenti concitati con un organico ridotto: 45 il numero di addetti per squadra che possono realmente operare su o intorno alla monoposto. Nella speranza tutto ciò faccia bene allo spettacolo.

 

 

Ferrari avanti un pelo

I test invernali hanno detto (ma anche non detto tutto) che il titolo potrebbe rivelarsi un affare tra Ferrari, McLaren, Red Bull e MercedesGP. Con la Ferrari in leggero vantaggio sulle altre anche perché Fernando Alonso, accreditato dai bookmakers come il favorito nella corsa alla conquista del titolo mondiale, due volte iridato con la Renault, è a secco da troppo tempo e nei test ha dimostrato una determinazione fuori dal comune. Se poi ci mettiamo che veste i colori rossi e che la Rossa deve riscattare l’anno horribilis appena passato… Da verificare la convivenza con Massa, confermato in Ferrari, e alla caccia, anche lui, di un mondiale sfuggitogli per un pelo nel 2008.

 

McLaren, Red Bull e MercedesGP vicine alle Rosse

Ma i test ci hanno mostrato una McLaren e una Red Bull altrettanto performanti quanto la vettura di Maranello. In casa McLaren ci stanno due bei polli: il vecchio (Hamilton 2008) e il nuovo (Button 2009) campione del mondo e questo potrebbe creare non pochi grattacapi a chi deve gestire il team. I due, alla lunga, potrebbero darsi fastidio a vicenda: vengono alla mente i trascorsi di Alonso alla scuderia britannica ai tempi di Ron Dennis… Discorso diverso, invece, in casa Red Bull: Vettel da giovane promessa si è rivelato una bella certezza. E le sue mire, non più nascoste, puntano diritte alla corona iridata, già in questa stagione. Webber, il suo compagno di scuderia, potrebbe fargli da chioccia e a differenza degli altri team, potrebbe essere colui che può giocare un ruolo fondamentale nella corsa al titolo. E il tedeschino, nella scorsa stagione, ha dimostrato di reggere, caratterialmente, il passo con piloti più sgamati.

 

 

 

Il ritorno di Michael Schumacher

E la MercedesGP? Si è tenuta volutamente nascosta o è veramente in leggero ritardo rispetto agli altri team di punta? Inoltre resta il grande interrogativo sul rientro del sette volte campione del mondo Sua Maestà Michael Schumacher. Il tedescone è tornato a far parte del circus della F1, come pilota, dopo due anni di inattività e molto giurano che due anni di stop in questo sport non sono facilmente recuperabili. Vedremo. Di sicuro a “kaiser” Schumacher non mancano la voglia e le doti per puntare in alto e se non ci fossero state le condizioni per arrivare là, più in alto di tutti, difficilmente avrebbe intrapreso un’avventura del genere.

Per tutti gli altri, Renault, Williams, BMW Sauber, Toro Rosso e Force India la speranza di infilarsi, in qualche occasione (ma speriamo in tante), tra le prime della classe, a rompere le cosiddette uova nel paniere a qualcuno. Per Virgin, Lotus e Hispania sarà, purtroppo, almeno inizialmente, un altro campionato. Ora aspettiamo il semaforo verde domenica 14, in Bahrain, per poter cominciare a capire come realmente sono messe le cose.