Non poteva mancare Michael Schumacher, uno dei protagonisti che hanno contribuito a creare il mito della Ferrari e che con i suoi successi al volante delle Rosse ha portato in tutto il mondo l’immagine di una realtà tutta italiana che tutti ci invidiano
“Quando fai parte di una comunità per quattordici anni qualcosa inevitabilmente resta. Avrà sempre una parte di Ferrari insieme a me: una parte del mio cuore sarà sempre rossa. La Scuderia ha un modo di essere speciale, parla di sé come una famiglia — una famiglia di cui a lungo ho fatto parte. Il periodo con la Ferrari è stato meraviglioso: ho trovato degli amici e ho avuto esperienze di cui non vorrei mai privarmi. Concetti che non avevo mai preso in considerazione prima di arrivare a Maranello lì hanno preso vita per me: mito, culto, storia. Tutto ciò non significava nulla per me prima: non me n’ero mai occupato o non lo conoscevo affatto. Una volta toccato con mano che cosa volesse dire la Ferrari per l’Italia e per i tifosi, allora ho avuto modo di capire che quei concetti erano pienamente giustificati. Che la loro origine era nella passione per i motori e le macchine, sia di chi li costruisce sia di chi li ammira. Non sono certamente uno che usa un linguaggio lirico ma questa passione la capisco piuttosto bene: la mia è correre e in questo la Ferrari ed io siamo praticamente uguali.”