Niki Lauda, campione del mondo con la Ferrari nel 1975 e nel 1977 è ricordato anche per il pauroso incidente del 1 agosto 1976 durante il Gran Premio di Germania, corso sul pericoloso circuito del Nürburgring, in cui il pilota rimase intrappolato nella vettura in fiamme. Lauda, nella stessa stagione, ritornò in pista per difendere il titolo ma si ritirò nell’ultimo granpremio, in Giappone, a causa delle condizioni di pioggia che rendevano la corsa pericolosa. L’anno successivo, il 1977, Niki Lauda si laureò nuovamente campione con la Ferrari. Dopo di lui, capaci di vincere il titolo con la Rossa ci furono solo solo Jody Scheckter, Michael Schumacher e Kimi Raikkonen.
“La Ferrari è stata ed è ancora la mia grande amica nell’automobilismo sportivo. La mia carriera in pista è legata indissolubilmente alla Rossa e a due uomini, Enzo Ferrari e Luca di Montezemolo. Correre per il Fondatore è stata un’esperienza unica perché lui era un uomo incredibile, dal carisma straordinario. Quando ci trovammo in Ferrari Luca ed io eravamo praticamente coetanei così fu naturale diventare amici: in comune avevamo tante cose, fra cui la curiosità per guardare fuori dal nostro mondo. Nel corso degli anni siamo rimasti legati, anche quando le nostre strade si sono allontanate, tanto che quando, nel 1992, mi chiese di dargli una mano a capire com’era messa la Scuderia non esitai un momento ad accettare. Non c’è nessuno meglio di lui che poteva raccogliere l’eredità di Enzo.
Una delle gare che ricordo più intensamente è il Gran Premio d’Italia del 1975. A vincerla fu Clay Regazzoni, il mio compagno di squadra, e io arrivai terzo alle spalle di Fittipaldi e quel piazzamento mi permise di diventare campione del mondo per la prima volta. Conquistare il titolo a Monza, davanti ad un oceano di tifosi impazziti di gioia fu un’emozione indescrivibile, un qualcosa che mi rimarrà dentro per tutta la vita”.