Dopo la gara in Turchia, avara di soddisfazioni per la Ferrari, il Canada rappresentava l’occasione per il rilancio e per tenere aperte le porte a quel titolo a cui la Ferrari tiene molto. Se per Alonso, tutto sommato, la gara canadese ha confermato le attese della vigilia, la stessa cosa non si può dire per Felipe. Sempre dietro al compagno di scuderia nelle libere, in qualifica non è andata meglio e, come poi hanno dimostrato i fatti, partire dietro presenta sempre delle incognite e dei pericoli. Così al via, Massa si è giocato del tutto il suo week end, venendo a contatto con la Force India di Liuzzi. Costretto a rientrare ai box, Felipe, grazie a una bella rimonta, riusciva a raggiungere la zona punti, ma sul più bello ci pensava il suo ex compagno di scuderia Schumacher a ributtarlo un’altra volta nelle retrovie. Risultato? 15° posto al traguardo, zero punti e chances mondiali ridotte al lumicino. Per ravvivare la fiamma occorrerebbe un quasi miracolo, a cominciare da Valencia. Massa ci crede, noi un po’ meno. Speriamo di essere nel torto.
Felipe Massa:
“Sono tornato a casa dal Canada già lunedì e ho potuto seguire in televisione l’esordio del Brasile in Coppa del Mondo contro la Corea del Nord. Per essere sinceri, mi aspettavo qualcosa di meglio, soprattutto uno stile di gioco un po’ più “brasiliano”. Peraltro, la cosa importante è che abbiamo vinto: sono i tre punti quelli che contano. Così come mi aspettavo di più dal calcio si può dire la stessa cosa per descrivere come mi sento dopo il Gran Premio del Canada. E’ stato un brutto fine settimana, soprattutto se si considera che avevamo un ottima macchina per la gara e quindi mi aspettavo di portare a casa un buon numero di punti. Invece sono rimasto coinvolto in un incidente alla prima curva, rimanendo in sandwich fra Button e Liuzzi, il che mi ha portato via ogni possibilità di fare una gara pulita e di arrivare in alto in classifica. Avevo fatto una buona partenza e stavo guadagnando posizioni ma il pit-stop per sostituire il musetto danneggiato ha messo la parola fine alla mia gara. Dopo, nonostante tutto, stavo per raggiungere un piazzamento a punti nelle fasi finali. Ero decimo quando mi sono ritrovato dietro Michael che era più lento di me, forse di tre secondi al giro, e davanti a lui c’era Buemi, anch’egli in difficoltà: avrei probabilmente potuto finire all’ottavo posto.
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Poi c’è stato l’incidente con Michael, che ha chiuso troppo la porta quando stavo per passarlo. Lui ha frenato quando era a destra e si è spostato verso sinistra, dove mi trovato io. Non c’è stato nulla che potessi fare perché ero già al limite della frenata e quando lui si è spostato ancora verso sinistra ha rotto la mia ala anteriore. L’aspetto positivo del fine settimana è che la macchina era molto più competitiva di quanto non lo fosse stata in Turchia.
Ciò è un buon punto di partenza per Valencia, in quanto le caratteristiche del circuito cittadino spagnolo non sono poi così diverse da quelle di Montreal. Inoltre, avremo alcune novità tecniche che dovrebbero consentirci di essere ancora più competitivi nei confronti delle squadre che ci sono davanti. Valencia non ha offerto finora delle gare molto spettacolari ma a me la pista piace, anche perché l’unica volta che ci ho corso – nel 2009 saltai il Gran Premio dopo l’incidente di Budapest – ho vinto il Gran Premio. Sarebbe bello avere di nuovo la possibilità di fare il bis.
Ora sono a Maranello per lavorare al simulatore in vista del Gran Premio d’Europa. Mi piace questo tipo di preparazione, in quanto è molto simile ad una normale giornata di test in pista, anche perché si guida dalla mattina al pomeriggio. Riusciamo a vedere come si comporta la macchina partendo dall’assetto usato nella gara dell’anno precedente e provando poi diverse soluzioni, proprio come si fa in pista. Possiamo anche sperimentare nuove componenti mai montate prima in macchina e lavoro via radio con il mio ingegnere nello stesso modo in cui si svolge l’attività durante una giornata di gara”.