E’ la prima volta dell’India, il primo Gran Premio di Formula Uno in questa nazione, per un Mondiale che ormai ha emesso il suo verdetto principale, con Sebastian Vettel dominatore e vincitore incontrastato sulla sua Red Bull, già campione costruttori. Resta da assegnare il secondo posto, certo un piazzamento non così rilevante come la vittoria nel Mondiale. Restano da assegnare le vittorie singole per i prossimi tre Gran Premi, in cui Sebastian Vettel vorrebbe ancora confermarsi il migliore. Per parlare di questo appuntamento abbiamo sentito Cesare Fiorio, un nome importante dell’automobilismo di tutti i tempi. Numerose le sue vittorie nei rally, di cui è stato veramente un campione assoluto. Nel 1961 vinse come pilota un titolo italiano di categoria GT. Nei vari ruoli di Direttore Sportivo Lancia e Fiat e di responsabile-competizioni del Gruppo Fiat, Cesare Fiorio ha vinto 10 titoli mondiali rally costruttori di cui 7 con la Lancia (1972, 1974, 1975, 1976, 1983, 1987, 1988) e altri 3 con la Fiat (1977, 1978, 1980), ottenendo anche 5 titoli riservati ai piloti (Munari su Lancia 1977, Alen su Fiat e Lancia 1978, Rohrl su Fiat 1980, Kankkunen su Lancia 1987, Biasion su Lancia 1988). Inoltre ha ottenuto 3 titoli mondiali con la Lancia nella categoria Endurance (Sport) nel 1979, 1981 e 1982. In totale 18 titoli mondiali. È stato poi direttore sportivo della Ferrari dal 1989 all’inizio del 1991, dove ha ottenuto 9 vittorie su 36 GP, quando con Prost la Ferrari sfiorò il titolo piloti. E’ stato poi nel 1994 con la Ligier passando poi alla Forti rimanendovi fino alla metà della stagione 1996. Fiorio è tornato quindi alla Ligier e vi è rimasto anche nel 1997. A fine 1998 si è trasferito poi alla Minardi rimanendovi fino alla metà del 2000. Attualmente collabora con la Rai, partecipando al programma televisivo “Pole Position”.
Cosa pensa di questo Mondiale? Ormai è stato tutto deciso…
In effetti tutto è stato deciso. Ormai Vettel ha vinto il Mondiale, con estrema facilità. Ha avuto a disposizione una macchina superlativa e non ha fatto tanta fatica a contrastare i suoi avversari.
C’è solo questa lotta per il secondo posto. Chi vede favorito?
Credo che sarà una lotta tra Alonso e Button. Con Fernando Alonso, che ritengo il miglior pilota di questo Mondiale che dovrà cercare quindi di superare Jenson Button, un altro pilota molto valido del circo della Formula Uno.
Ci sarà questo Gran Premio dell’India, un giudizio su questo appuntamento della Formula Uno.
Non conosco il circuito dove si svolgerà questa gara, ma presumo che sarà identico a quelli che ha disegnato Hermann Tilke. Lo stesso standard, la stessa fisionomia di quelli disegnati in Corea del Sud.
Che cosa significa per l’India ospitare la Formula Uno per la prima volta?
Penso che ci non ci sarà interesse nelle prove libere e quelle ufficiali, ma che il pubblico non mancherà nella gara vera e propria. E sarà un pubblico costituito da chi si potrà permettere di assistere a questa competizione, la parte ricca di questo paese, in realtà costituito da tanti poveri. In realtà poi il fatto che i Gran Premi di Formula Uno siano sempre più presenti in Asia corrisponde all’esplosione economica che si sta avendo in questa parte del mondo. Questo sottrae appuntamenti della Formula Uno all’Europa che non è più come prima il solo baricentro di questo sport.
Cosa pensa della nascita in futuro di nuovi Gran Premi, la costruzione di un circuito a New York, nel Texas, di un circuito in Russia?
L’automobilismo si sta espandendo e sta diventando uno sport sempre più popolare, sempre più diffuso. Spero solo che la nascita di nuovi Gran Premi non sia a scapito della tradizione, di quei Gran Premi, come Monza, Silverstone, Montecarlo. E’ una cosa triste ad esempio che sia scomparso dal calendario del Mondiale il Gran Premio di Francia.
Si va verso un automobilismo globale…
Così sembra, proprio per la popolarità che sta sempre più avendo questo sport in tutti i continenti. Ma speriamo però che proprio l’Europa rimanga il centro di questo sport, proprio per la storia decisiva che ha avuto da sempre nell’automobilismo.
Parliamo di Ferrari invece, cosa deve fare la casa di Maranello per tornare a essere protagonista nel Mondiale?
Credo che la Ferrari deve essere in grado di creare quelle innovazioni tecnologiche da sola per cercare di essere competitiva. Deve farlo senza naturalmente copiarle da altre case, ma inventandole con la propria creatività.
Quanto potrà influire a livello psicologico la morte di Marco Simoncelli sui piloti per questo Gran Premio dell’India?
Certamente sono successe due cose molto tragiche in questi ultimi dieci giorni. Prima la morte di Dan Wheldon nella Formula Indy, poi la morte di Marco Simoncelli che hanno scosso anche tutto l’ambiente della Formula Uno e lasciato un segno non indifferente.
E’ migliorata la sicurezza in Formula Uno?
Si sono fatti dei passi da giganti in questi ultimi anni. Non a caso un pilota difficilmente può morire ad esempio per colpa del fuoco o per altre cause accidentali. Ciò nondimeno esiste sempre il rischio di uno sport come l’automobilismo dove i protagonisti scelgono consapevolmente di correre ai limiti del pericolo.
(Franco Vittadini)