E’ il Gran Premio del Giappone, quello di Suzuka. Il mondiale potrebbe decidersi proprio qua. Ormai il vantaggio di Sebastian Vettel è proprio incolmabile. Non ci sono più dubbi, Red Bull ancora una volta padrona del Mondiale di Formula Uno. Alla Ferrari, a Felipe Alonso non resta che raccogliere le briciole, nell’attesa che venga realizzata la macchina in grado di rivaleggiare con le Red Bull. Per ora i tifosi della “rossa” possono solo lasciarsi andare ai ricordi di questa casa mitica dell’automobilismo italiano. Niente di più. Già un Mondiale ormai deciso, una dittatura incontrastata di Vettel, che vuole sempre vincere. Il cannibale Vettel. Per parlare di questo momento della Formula Uno abbiamo sentito Andrea De Adamich, pilota, giornalista e conduttore tv con la trasmissione “Grand Prix”. Come pilota ha corso nell’epoca di Jackie Stewart, Emerson Fittipaldi, Ronnie Peterson, un’epoca quasi mitica della Formula Uno. 29 Gran Premi disputati, tanta esperienza, tanta conoscenza di questo mondo, anche dall’altra parte della scrivania. Come commentatore delle vicende della Formula Uno. Eccolo in questa intervista a IlSussidiario.net.
Mondiale a Vettel, una formalità?
Ormai manca solo la matematica. Considerando poi la superiorità delle Red Bull, non c’è proprio alcun dubbio a proposito.
Red Bull troppo superiori, cosa si può fare per batterle? E anche per l’anno prossimo saranno ancora troppo forti?
Se sapessi come fare per batterle sarei veramente un genio. In realtà la loro superiorità è ancora molto ampia. Non so proprio come sia possibile colmare il divario esistente tra le Red Bull e le altre squadre.
Dove devono migliorare, la Ferrari, la Mc Laren e gli altri team per competere con le Red Bull la prossima stagione?
Devono cercare di trovare una soluzione aerodinamica avveniristica per le loro macchine, capace di contrastare questa superiorità tecnica delle Red Bull. Devono provare con i loro ingegneri a comprendere come sia possibile contrastare questo loro dominio. Cosa per niente facile.
Le Ferrari e Alonso quando saranno competitivi? Cosa può fare il pilota spagnolo per migliorare la macchina?
In realtà non può fare molto. Anche per lui è difficile capire come mettere a punto la Ferrari, trovare gli stratagemmi ideali per poter rivaleggiare con Vettel e le Red Bull.??
Gran Premio del Giappone, solita storia o ci potrebbero essere delle sorprese? Come giudica il tracciato di Suzuka?
Penso che non sia tanto importante capire come sia questo circuito. Tanto Vettel, le Red Bull ormai riescono ad imporsi dappertutto. Non c’è mai gara per nessuno anche su circuiti apparentemente sfavorevoli alle Red Bull.?
Cosa è successo veramente tra Hamilton e Massa?
Hamilton è un pilota aggressivo. Ha forzato, ha esagerato. Un po’ come fa Simoncelli nella MotoGp. Se si parlasse di codice della strada sarebbe lui il responsabile. A Suzuka credo che i due piloti correranno come se nulla fosse successo. Magari pronti a un altro contatto micidiale come nell’ultimo Gran Premio di Singapore.??
Ci sono piloti emergenti che le piacciono?
No, non ne vedo. Mi piacciono Perez, Maldonado, ma piloti che possano diventare dei numeri uno, adesso onestamente non ne vedo.
Piloti italiani. C’è n’è qualcuno delle formule minori che può diventare in un prossimo futuro un campione?
Non è una situazione ideale. Mancano anche le condizioni perché un pilota che parta dalle serie minori possa fare il grande salto in Formula Uno. Non tanto per demeriti tecnici, ma per la possibilità di sfruttare l’opportunità giusta perché questo succeda. Come è successo a Filippi su Coloni nella GP 2. ?
Come è cambiata la Formula Uno dai tempi in cui correva lei, oggi si dà troppo valore alle macchine, meno ai piloti?
Sono cambiate tante cose. Allora c’era un rapporto più diretto tra gli ingegneri delle case di Formula Uno e i piloti. Si lavorava maggiormente per realizzare la monoposto vincente. Era una Formula Uno diversa, dove certo la tecnologia non aveva l’importanza attuale.
Contava quindi maggiormente il lavoro del pilota per la vittoria finale in un campionato del mondo?
Era proprio così. Sicuramente anche in questi anni è rimasta la classe, l’abilità del pilota. Si vede alle Red Bull, dove la classe di Vettel vince su quella di Webber. Mettendo tutti i piloti alle stesse condizioni di partenza di un Campionato del mondo di Formula Uno verrebbe comunque sempre fuori il talento dei singoli.
Ha corso con Jackie Stewart, è lui il più grande pilota della Formula Uno?
Jackie Stewart aveva tutto a suo vantaggio per correre, vincere, essere protagonista in quegli anni. E’ stato un grande pilota, di un’epoca dove ci sono stati personaggi come Emerson Fittipaldi, Ronnie Peterson che meritava di vincere anche lui un Mondiale e invece perse la vita nel circuito di Monza. In ogni caso non è lui il pilota più grande della storia della Formula Uno.
E allora chi, Fangio, Senna?
Con tutto il rispetto per Senna che reputo un grande pilota, Fangio aveva qualcosa di più. Era ineguagliabile. E’ stato irripetibile. Non giudico un pilota solo dal numero delle sue vittorie, dal freddo calcolo della matematica. Fangio era personaggio vero, intelligente, preparato. Qualcosa di incredibile. Una spanna sopra tutti gli altri piloti. Troppo superiore…
Ci può raccontare qualche aneddoto particolare della sua carriera?
Aneddoti della mia carriera? Perché? Va bene ne racconto uno. Gran Premio del Belgio, a Zolder, io quarto, Lauda, quinto, io davanti al mitico Niki. Pecco di un po’ di presunzione. Ma non è cosa da poco, finire davanti a un simile campione della Formula Uno.
(Franco Vittadini)