La stagione di Formula 1 è ormai conclusa. L’epilogo è tristemente noto per i tifosi della Ferrari, che ancora una volta hanno dovuto inchinarsi alla superiorità della Red Bull. Terzo titolo consecutivo per Sebastian Vettel, che a 25 anni è già uno dei più vincenti nella storia. E dire che la prima parte di stagione sembrava essere una marcia trionfale per Alonso che, nonostante il grande equilibrio (nelle prime gare hanno vinto sette piloti diversi), era riuscito a prendere un grande margine sui rivali grazie alla costanza nei piazzamenti (a un certo punto c’erano 44 punti tra lui e Vettel). Poi la grande rimonta Red Bull, le quattro vittorie consecutive del tedesco in Asia, Alonso e la Ferrari incapaci di vincere nelle ultimme dieci gare, l’ultimo Gran Premio a Interlagos con la grande speranza dopo il testacoda di Vettel alla prima curva: niente da fare, Seb è diventato campione per tre miseri punti. Forse non è stata una delusione, per il Cavallino, come quelle del 2008 o del 2010, ma ci siamo andati molto vicino, perchè fino a settembre c’era la grande convinzione che lo spagnolo questo mondiale lo avrebbe portato a casa. Poi, gli strascichi di fine stagione: prima quella storia del musetto Red Bull flessibile, poi un video che mostrerebbe Vettel intento a sorpassare in regime di bandiere gialle durante la sua rimonta brasiliana. Tutto evaporato nel nulla; anche lo stesso pilota tedesco non ha preferito affrontare le polemiche e, nel corso di un’intervista rilasciata al sito tedesco Auto, motor und sport, ha invece speso parole di elogio e ammirazione per Fernando Alonso: “Stimo moltissimo Fernando e lo rispetto come pilota: per me è stato subito chiaro che il mio avversario nel mondiale sarebbe stato lui. La Ferrari poi è diventata competitiva molto velocemente dopo i test invernali: non ci aspettavamo una crescita così rapida. La sua forza? E’ stata sempre veloce, anche se quasi mai la più veloce”. Già: tra la costanza nel tempo (Alonso non ha mai subito un ritiro per cause tecniche) e la super prestazione a discapito dell’affidabilità, ha vinto quest’ultima strategia, anche se pure la Red Bull quando contava non si è mai fermata (lo ha fatto, ma con la vettura di Mark Webber. Poi Vettel ha ampliato i complimenti ad Alonso: “Molta gente pensa che le vittorie di Fernando dipendano da lui, mentre le mie dalla macchina; 

vuol dire che anche lui è responsabile di questo. La cosa però non mi dà fastidio. La nostra macchina? La versione che avevamo in Cina dava più carico di quella iniziale, ma non si adattava al mio stile di guida. Io porto più velocità in curva, a differenza di Webber che invece è più veloce in uscita”. In Cina Vettel aveva centrato il quinto posto: la gara seguente ha vinto in Bahrain. Ancora una volta il genio di Adrian Newey e la sua capacità di spingersi fin quasi al limite del consentito (qualcuno dice anche oltre) ha avuto la meglio: dopo l’estate la vettura anglo-austriaca ha cambiato passo. Alonso si è comunque detto più che soddisfatto della sua stagione, che ha definito come la migliore. Sarà per l’anno prossimo: uno come Alonso non si arrende mai.