La Formula 1 vive nel fine-settimana il settimo appuntamento del Campionato del Mondo 2012, il Gran Premio del Canada a Montreal. Un appuntamento sempre molto atteso, perchè in Canada c’è sempre grande calore e partecipazione per la corsa. Inoltre il circuito posto sull’isola di Notre Dame e intitolato a Gilles Villeneuve, fatto di accelerazioni e brusche frenate, di solito favorisce i sorpassi, quindi ci sono le premesse per un Gran Premio interessante, pur se con le due incognite sempre da considerare in Canada: il meteo spesso variabile e le scarse vie di fuga del circuito (i famosi muretti di Montreal) che spesso richiedono l’ingresso in pista della Safety Car. Tutto questo in un anno in cui le prime sei corse sono state vinte da sei piloti diversi: grande equilibrio, ma in testa al Mondiale ci sono Fernando Alonso e la sua Ferrari. Per parlare di tutto questo abbiamo sentito Beppe Gabbiani, ex pilota di Formula 1 e di molte altre categorie. Intervista in esclusiva per IlSussidiario.net.
Gabbiani, quali sono le caratteristiche del circuito di Montreal?
Premetto che l’ultima volta che l’ho visto è stato tanti anni fa… Con la Formula 1 ci ho corso nel 1978, quando vinse Villeneuve, e nel 1981, e negli anni ’90 con i Prototipi, in una gara sospesa per un incidente pauroso. Detto questo, Montreal è un circuito molto impegnativo ma che piace molto.
Come possiamo descriverlo?
Possiamo dire che somiglia a Montecarlo, anche se molto più veloce, e sicuramente è divertente. Sfrutta strade normali, anche se ora in pratica è permanente. Il pilota qui ci tiene ad esagerare, le vie di fuga sono pochissime e i muretti vicinissimi; è un circuito interessante ed è bello da guidare. Ci sono circuiti che piacciono e altri no come caratteristiche di guida per un pilota, e Montreal rientra tra i primi.
Per quali motivi?
Ci sono chicane da seconda e terza marcia, curvoni importanti. Una Montecarlo veloce, come dicevo, anche per la vicinanza del pubblico: un bell’ambiente, ai piloti piace, e penso sia così anche oggi. Su alcuni circuiti dai qualcosa in più: Montreal è uno di questi.
Anche perché ci sono buone possibilità per sorpassare…
Sì, è stretto ma dà possibilità. Io ho una mia teoria in proposito…
Ci dica…
I circuiti di oggi sono disegnati al computer con precise proporzioni matematiche, e le curve di fatto sono tutte uguali, o almeno il modo di affrontarle è molto simile. Montreal invece nasce dall’unione delle strade del parco sull’isola di Notre Dame, e quindi i raggi di ogni curva sono diversi. Hai dei punti di corda diversi, puoi variare le staccate e i sorpassi sono facilitati da queste prerogative. Proprio come a Spa, dove il circuito ha unito le strade di diversi paesi e le curve sono naturali, ognuna fa storia a sé e questo fa la differenza. Montreal, da buon circuito “antico”, non è monotono.
Il meteo come può incidere?
Il tempo gioca sempre: da fuori è bello vedere le gare bagnate, ma non è affatto facile farle e serve la massima concentrazione.
Poi ci sono le scarse vie di fuga e i frequenti ingressi della Safety Car…
Sì, le vie di fuga sono pochissime. Ma non solo per quello la Safety Car entra spesso: il punto è che in Canada sono americani, e in America non sono molto veloci a spostare le macchine.
Quindi è una questione “culturale”?
Che sia così è un dato di fatto: sono più lenti che in Europa. Loro hanno la mentalità per cui queste cose fanno parte dello spettacolo. Io invece divento matto per queste cose: in uno sport avanzato e costoso come la Formula 1 non è possibile avere magari metà gara in balia del carro attrezzi… Basterebbe mettere un braccio per la rimozione delle macchine ad ogni curva, non inciderebbe sui bilanci di questo sport. C’è ancora molto da fare su queste cose secondo me, e invece sono fermi a 30 anni fa.
I piloti potrebbero fare qualcosa su questo tema?
No, dipende da chi gestisce il campionato. In fondo il pilota deve pensare a difendere il sedile della propria macchina, e non conviene fare i rompiscatole…
Sull’equilibrio totale di questo campionato che opinione si è fatto?
Sei vincitori diversi su sei gare sono una novità, ma non è vero che negli anni scorsi le gare erano noiose. A parte l’anno scorso, abbiamo avuto ultimamente quasi sempre Mondiali combattuti fino all’ultima gara, con diversi piloti in corsa e capaci di vincere i Gran Premi. Quest’anno effettivamente abbiamo toccato il massimo, e questo fa bene alla Formula 1 secondo me.
A cosa è dovuta questa alternanza?
Ai regolamenti, che impongono vetture molto simili. Stabiliscono parametri molto rigidi, e il range su cui gli ingegneri possono lavorare è davvero poco. Si parla di 2-3% per il motore, e poco di più per l’aerodinamica. Non ci sono più grandi differenze: ad esempio il motore che la Ferrari dà a Sauber e Toro Rosso di fatto è identico a quello che usa la Rossa. Invece le gomme incidono molto.
Questo è un argomento molto dibattuto: lei cosa ne pensa?
Gli pneumatici sono stati fatti volutamente in questo modo, per perdere molta gomma. Così basta uscire dalla traiettoria e le macchine non tengono più: sembra di essere tornati ai miei tempi, ma oggi è una cosa voluta. Poi bisogna dire qualcosa anche su kers e ala mobile…
Cosa?
Il sorpasso classico si fa in staccata; oggi invece lo fai in accelerazione aprendo l’ala e usando il kers. Comunque va bene così, i sorpassi sono tornati a crescere. Io farei diversamente, però bisogna dire che funziona.
Ferrari criticata ma Alonso in testa al Mondiale: che prospettive ci sono?
La Ferrari è sotto gli occhi di tutti: la Formula 1 è la Ferrari, e la pressione è sempre incredibile. Alonso è un grandissimo pilota, e la squadra ha saputo reagire in breve tempo portando l’auto ad essere competitiva. Bravi, perchè al giorno d’oggi per farlo non basta cambiare un elemento, bisogna lavorare su tutto il pacchetto. Comunque questo fa solo bene alla Formula 1, e così facendo anche Massa è tornato a fare bene.
Cosa pensa del brasiliano?
A Montecarlo era con i big, un distacco in pratica di qualche centesimo al giro. Ora è tornato a credere in sé stesso e usa meglio le gomme. Se continuano così, Alonso può vincere il Mondiale piloti e Massa aiutare per il Costruttori.
(Mauro Mantegazza)