Mattina di nebbia a Maranello, ma l’inverno padano non ha disturbato l’attesissima presentazione della Ferrari F138, la monoposto del Cavallino Rampante che affronterà il Campionato del Mondo 2013 di Formula 1. Naturalmente presente l’intero stato maggiore della Scuderia, a partire dai piloti Fernando Alonso e Felipe Massa, il presidente Luca Cordero di Montezemolo, il direttore della Gestione Sportiva Stefano Domenicali, il vice-presidente Piero Ferrari (figlio di Enzo) e i vertici della Fiat con John Elkann e Sergio Marchionne. La principale novità della F138 (sigla che omaggia l’ultima stagione del motore V8) rispetto alla F2012 che l’anno scorso ha sfiorato il titolo è l’assenza dello scalino sul muso, che certamente la rende più bella dal punto di vista estetico. Per il resto, Domenicali ha annunciato che questa macchina sarà una evoluzione della precedente, dal momento che i regolamenti sono rimasti uguali (ci saranno invece grossi cambiamenti nel 2014), aggiungendo che la Ferrari punterà a perfezionare i suoi punti di forza – come l’affidabilità e il lavoro della squadra – e a recuperare il gap tecnico dalla Red Bull, che l’anno scorso fu decisivo nella volata per il Mondiale. Quando hanno parlato i piloti, Felipe Massa ha ricordato con orgoglio che è giunto alla sua ottava stagione in Ferrari, ma “ogni presentazione regala emozioni e sensazioni nuove. Da parte mia, spero di essere competitivo fin da subito per raccogliere il massimo dei punti in tutto l’anno”. Fernando Alonso invece si lancia già ad immaginare come sarà la nuova stagione: “I valori saranno più definiti, non avremo sette vincitori diversi nelle prime sette gare. Io non proverò subito la macchina (nei test di settimana prossima a Jerez ci saranno Massa e De La Rosa, ndR), ma mi concentrerò sulla preparazione fisica per essere al 100% dall’Australia al Brasile. Infine il discorso del presidente Montezemolo, che ha ricordato Enzo Ferrari e l’Avvocato Agnelli con alcuni aneddoti del passato, le radici italiane (con tanto di bandiera sulla macchina) di una azienda aperta al mondo, ma ha colto l’occasione pure per sottolineare ancora una volta tutto quello che non piace a lui e a tutta la Ferrari della Formula 1 attuale.
Le limitazioni ai test in pista (“si fa tutto con il simulatore e le altre diavolerie”), l’importanza eccessiva della aerodinamica (“costruiamo macchine, non satelliti”) sono punti su cui la Ferrari continua a non essere d’accordo, e chissà se in questa lotta non rientri anche la battuta su Jean Todt, attuale presidente della Fia e storico direttore della Ferrari dei tempi di Michael Schumacher, “quando aveva i piedi per terra”. L’obiettivo è chiarissimo: “Dal 1997 ad oggi, a parte due anni, abbiamo sempre vinto il Mondiale o almeno lottato fino all’ultimo gran Premio per vincerlo. Ma essere protagonisti non basta, puntiamo a vincere”.
(Mauro Mantegazza)