E’ fatta: Kimi Raikkonen torna in Ferrari. L’annuncio ufficiale arriva dal sito della casa di Maranello: il pilota finlandese firma un contratto biennale. “Sono contento di tornare, ho vissuto tre anni fantastici qui e ho la Ferrari nel cuore. Alonso? Un pilota straordinario”, ha già detto il finlandese. Giunge dunque al termine il tormentone che si era aperto quest’anno ma che in realtà affonda le sue radici ben prima: chi sarà il successore di Felipe Massa? Alla fine del 2012 il brasiliano era stato confermato alla guida della Rossa, complici anche alcune buone prestazioni autunnali; ma la fiducia della Ferrari era a tempo e quest’anno si è capito subito, quando le voci hanno iniziato a rincorrersi. I nomi usciti sono stati tanti: da Nico Hulkenberg a Paul Di Resta passando per Nico Rosberg. Al termine del Gran Premio d’Ungheria il nome di Kimi Raikkonen ha cominciato a circolare con sempre maggior frequenza: pilota esperto, campione del mondo e già protagonista a Maranello per tre stagioni. Adesso diventa ufficiale: ieri Felipe Massa ha annunciato l’addio, oggi la Ferrari ha subito diramato il comunicato sul finlandese. Come era successo nel 2006: a Monza, Michael Schumacher aveva annunciato il ritiro e la Rossa aveva immediatamente confermato che a sostituirlo sarebbe stato Raikkonen. Anni dopo ci fu un retroscena: il tedesco raccontò che aveva lasciato perchè Massa potesse finalmente guidare una Ferrari nel Mondiale, pareva infatti che il finlandese avesse firmato convinto che avrebbe diviso la squadra con il sette volte campione del mondo. La carriera di Raikkonen in Formula 1 inizia nel 2001: con la Sauber raccoglie il primo punto all’esordio – la leggenda narra che si sia addormentato prima della partenza, per nulla teso o intimorito – e la Federazione gli concede la licenza (quella provvisoria sarebbe dovuta durare sei gare). L’anno seguente è già in McLaren; la prima gara la vince in Malesia nel 2003, e quell’anno giunge secondo nel Mondiale alle spalle di Michael Schumacher. Eì’ secondo anche nel 2005 vincendo sette gare, stesso numero di Fernando Alonso che però è più regolare nei piazzamenti e gli soffia il titolo. La Ferrari, convinta dalle sue qualità, lo porta in squadra: eredità pesante quella di sostituire Michael Schumacher. Ma lui non trema: vittoria all’esordio a Melbourne, altre cinque affermazioni e, all’ultima gara, quella decisiva di Interlagos che gli garantisce, con un punto di vantaggio su Lewis Hamilton, il primo e finora unico titolo mondiale della carriera. Con la Rossa corre altri due anni: nel 2008, a seguito di una parte centrale di stagione a singhiozzo, si mette a disposizione di Felipe Massa nella caccia all’alloro, che non arriva all’ultima curva del Gran Premio del Brasile. Nel 2009 la Ferrari è già in fase involutiva: Raikkonen arriva sesto nel Mondiale, e decide di ritirarsi dalla Formula 1. Dopo due stagioni nel mondiale Rally, ufficializza il suo ritorno alla Lotus: al primo anno vince ad Abu Dhabi ed è terzo nella classifica mondiale grazie a una macchina in continua crescita, mentre in questo 2013 vince all’esordio e al momento è quarto, con 134 punti e lontano da Sebastian Vettel. Il ritorno alla Ferrari è anche “storico”: per la prima volta dopo 60 anni ci sono due campioni del mondo alla guida della Rossa (in quel 1954 erano Nino Farina e Alberto Ascari). Se funzionerà lo vedremo; a storcere il naso è stato una leggenda come Jackie Stewart, che ha sottolineato la pressione che Fernando Alonso si troverà a sopportare. La prima volta non è andata bene: con Lewis Hamilton alla McLaren è finita a sguardi passi, polemiche aperte e – così si dice – lo spagnolo contento per il fatto che il titolo 2007 (per il quale lui pure era in corsa all’ultima gara) fosse andato a Raikkonen e non al britannico. La Ferrari investe sulla classe di entrambi i piloti e sul fatto che il finlandese – che resta la seconda guida – sia in grado più di Massa di togliere punti pesanti agli avversari e aggiungerne per il mondiale costruttori. Sarà così?