Ancora Sebastian Vettel, come l’anno scorso, come sempre. Il tedesco della Red Bull vince la terza gara consecutiva, il Gran Premio di Singapore sul circuito di Marina Bay; centra la vittoria numero 7 in stagione, e la numero 41 in carriera. E’ quarto assoluto: staccato Fernando Alonso. A proposito dello spagnolo: oggi è stato come al solito encomiabile, come aveva pronosticato (era più una speranza) ha chiuso sul podio e per la terza volta consecutiva in seconda posizione. Il problema però è questo: lui fa il 120%, ma finisce dietro. E così, in un’altra domenica estremamente positiva per la Ferrari, il distacco in classifica aumenta. Non è ancora finita: mancano sei Gran Premi. Tuttavia, sembra che le cose non possano gran che migliorare, anche perchè la Red Bull che va in panne è sempre quella sbagliata. Viene da chiedersi: non è che non è un caso? Ad ogni modo: si decide tutto alla partenza. Dove per un momento Nico Rosberg riesce a mettere le ruote davanti a Vettel e fa sperare tutti, ma il pilota della Red Bull è più freddo e lo ripassa subito. La corsa finisce lì, nè vale la pena raccontare i 61 giri del tedesco: è un monologo dall’inizio alla fine, basti pensare che dopo tre giri ha 8 secondi di vantaggio su Rosberg e 10 su Alonso. Alonso che nel frattempo è stato autore dell’ennesima partenza pazzesca: lo spagnolo gira terzo alla prima curva, mettendo subito fine alle difficoltà che si presagivano. La gara non cambia mai e, diciamolo, è piuttosto noiosa: nemmeno con il primo cambio gomme (dure per Vettel) si vivacizza qualcosa, anche se Alonso rimane dietro Di Resta e fino alla sosta del britannico deve accettare di perdere terreno da Rosberg. Al 25esimo giro la svolta, quella che consente alla Ferrari di prendersi quantomeno il secondo posto: Daniel Ricciardo va a sbattere con la sua Toro Rosso e obbliga la Safety Car a entrare in pista. I distacchi si azzerano, ed ecco la strategia della Rossa. Alonso viene richiamato ai box in anticipo, monta le medie e prova ad andare fino in fondo. Chiara la scelta: si punta a vincere, perchè il pur onorevole podio non serve a nulla. Quando Alonso torna in pista si ritrova quinto, ma è un dettaglio: gli altri si devono fermare. Il problema è un altro: appena la Safety Car saluta, Vettel parte e alla prima tornata rifila due secondi a Rosberg. Si pensa a una gestione delle gomme del pilota Mercedes, e invece no: è proprio Vettel che ha un altro passo, impossibile per tutti. Anche per Alonso: lo spagnolo riesce nel suo intento e chiude al secondo posto, ma staccato di quasi 33 secondi e con una sosta in meno. Il confronto è impietoso, soprattutto se si prende in esame Mark Webber che arranca appena sotto il podio e a due giri dal termine comincia a rallentare vistosamente per poi fumare: motore in fiamme per l’australiano. Finisce con un altro podio Vettel-Alonso-Raikkonen: strepitoso anche il finlandese che partiva dalla tredicesima piazza con il mal di schiena, e che ha seguito la stessa strategia di Alonso. Hamilton, quinto, mantiene il terzo posto nella classifica mondiale, ma ormai sembra fuori corsa. E, a essere onesti, lo è anche Alonso: se Sebastian Vettel è questo, c’è poco da fare per chiunque. 



Non cambia il tema del Gran Premio di Singapore, o forse sì: con Sebastian Vettel ancora in fuga e Nico Rosberg all’inseguimento, la Ferrari tenta la strategia grossa. Daniel Ricciardo va a sbattere e obbliga all’ingresso in pista la Safety Car: è qui che la Ferrari decide di far rientrare Fernando Alonso in anticipo, provando a farlo andare fino in fondo. I distacchi cancellati e qualche giro dietro la Safety Car possono rendere possibile l’azzardo: il podio non serve a nulla, si va per il bersaglio grosso.



Come si poteva prevedere, Sebastian Vettel vola in fuga nella prima parte del Gran Premio di Singapore. Il tedesco non parte benissimo ma è bravo a riprendersi la posizione su Nico Rosberg che aveva tentato il blitz, poi scatena tutta la sua furia: dopo nove giri ha 8 secondi di vantaggio su Nico Rosberg e 10 su un Fernando Alonso che con la Ferrari è stato protagonista di uno strepitoso avvio, bruciano quattro piloti e portandosi in terza posizione. Per il momento non c’è storia; seguono Webber, Grosjean, Massa, Hamilton e Button. Kimi Raikkonen, partito 13esimo e con il mal di schiena, è 11esimo.



Tutto pronto per il Gran Premio di Singapore. Il predisposto coro dei bambini ha intonato l’inno nazionale di Singapore e la gara di Formula 1 può avere inizio. Si corre in serata, atmosfera quasi surreale ma affascinante. Vettel-Rosberg-Grosjean i primi tre nella griglia di partenza.

Sarà Vettel-show anche a Singapore? Le previsioni e le quote Snai dicono di sì. Il pilota tedesco della Red Bull è clamorosamente favorito: vuoi perchè parte in pole position su un circuito dai sorpassi semi-impossibili, vuoi perchè qui ha già vinto le ultime due edizioni, vuoi perchè è leader della classifica con grande margine, la sua vittoria è data a 1,33 contro quote decisamente più alte dei rivali: Rosberg segue a 11, Webber a 15 e siamo quantomeno fiduciosi nel vedere che Fernando Alonso non segue la stretta griglia di partenza ed è invece il quinto favorito (quota 1/18). Per quanto riguarda i testa a testa, quello tra il tedesco e lo spagnolo vede il primo davanti con 1,12 contro il 4,50 di Alonso; difficile invece scommettere sulla vittoria della Ferrari, che è data a 16; la Red Bull naturalmente comanda le operazioni, ma il 7,50 della Mercedes pur essendo quota alta fa comunque pensare che le Frecce d’Argento possano intervenire a spezzare la monotonia di un Gran Premio e di un Mondiale che anche questa volta sembrano già assegnati.

Circa 32 gradi a Singapore: saranno anche le otto di sera nella città-stato del Sud Est asiatico, ma le temperature si fanno sentire. Sarà un fattore da tenere in conto: il grande caldo può decisamente influenzare i piloti alla guida, c’è il rischio di disidratazione e di qualche “colpo di sole” (lo chiamiamo così con evidente metafora) che anche solo per mezzo secondo può condizionare. Ad ogni modo i protagonisti del circuito sono abituati a condizioni simili: in più, è naturale, il fatto che non siamo in pieno giorno aiuta a mitigare leggermente una condizione già resa tremenda dalla temperatura dell’asfalto

Alle 14 scatta il Gran Premio di Formula 1 a Singapore. E’ l’appuntamento numero 13 della stagione; nella città-stato asiatica saranno le 20, e quindi questa è una gara che si disputa in notturna, e su un circuito cittadino. Grande fascino estetico per un circuito che racchiude enormi suggestioni, anche se ben diverse da quelle che regala Montecarlo. In pole position troviamo Sebastian Vettel (clicca qui per la griglia di partenza): il pilota tedesco ha centrato subito il giro buono e poi è rimasto ai box a guardare il resto della Q3, rischiando grosso nel finale quando Nico Rosberg si è posizionato secondo a 91 millesimi. “La strategia però ha pagato”, ha detto il tre volte campione del mondo, che scatta dalla prima posizione per la quinta volta in stagione, la seconda consecutiva: pareggia il record stagionale di Lewis Hamilton, ed è solo il terzo pilota ad aver centrato la pole nel 2013 (l’altro è Nico Rosberg, con tre). Aumentano le cifre: Vettel è già ampiamente terzo nella classifica di pole position in carriera, questa è per lui la numero 41 (Ayrton Senna e Michael Schumacher sono ancora ben lontani). Oggi il tedesco della Red Bull può dunque centrare la settima vittoria stagionale, che sarebbe la numero 33: supererebbe Fernando Alonso e si porterebbe al quarto posto assoluto, a 8 da Senna. Presto però per parlare di statistiche: prima c’è una gara da portare a termine, e se è vero che il leader del Mondiale è comunque il grande favorito (ha già trionfato nelle ultime due edizioni) non si possono dimenticare gli avversari, a cominciare proprio da quel Nico Rosberg che ha vinto due Gran Premi quest’anno (proprio a Montecarlo, e a Silverstone) e poi tutti gli altri, come Romain Grosjean che si è posizionato terzo con la Lotus. Più indietro Mark Webber e Lewis Hamilton; essendo questo un circuito sul quale si sorpassa poco – per non dire mai – scattare davanti significa essere a metà dell’opera. Parlando di altri, Kimi Raikkonen è 13esimo: ancora una volta non ha superato lo scoglio del Q2, ma questa volta le ragioni ci sono. Il finlandese ha accusato un’infiammazione alla schiena, curata in tempo ma non tanto da permettergli di essere davvero competitivo. Come sempre, lui ha minimizzato: “Non è stata la prima volta e non sarà l’ultima: sarò comunque al via”

Ci saranno anche le due Ferrari, che non sono riuscite a tenere il passo. “Voi pensate che si possa recuperare un secondo in sette giorni”, ha commentato Fernando Alonso il suo giro, secondo lui buono. Ha ragione, e il punto sta proprio qui: vedere le due Rosse sesta e settima e parlare di “buon risultato” fa quantomeno riflettere sulla reale competitività di una monoposto che era attesa, soprattutto in virtù dei pezzi nuovi, al cambio di rotta per tentare la grande rimonta. Invece, ancora una volta la casa di Maranello prende paga, e ancora una volta (ricordate il giallo della radio?) lo spagnolo finisce dietro a Felipe Massa. “Il mio problema non è certo lui”. Risponde Felipe: “Può solo pregare che Seb abbia problemi con la macchina, io per lui non posso fare molto”. Anche qui, tutto vero: anche non volendo leggere intenzioni maliziose da collegarsi ai proclami recenti del brasiliano (che, ricordiamolo, da fine campionato non farà più parte della Ferrari) è difficile pensare che il secondo pilota della Rossa possa essere utile ad Alonso, a meno che non azzecchi la partenza della vita e si porti a ridosso di Vettel. Cosa che, a quel punto, potrebbe fare lo stesso spagnolo. Certo: Fernando ha ricordato che “un anno fa persi posizioni al via, ero quinto sulla griglia ma poi feci il podio”, ma come ci ha detto Stefano Modena (clicca qui per l’intervista esclusiva) non sembra che Alonso quest’anno possa centrare un risultato simile. Anche se lo facesse, poi, bisognerà vedere: se Vettel sarà comunque davanti, anche salire sul podio non basterà. I conti sono semplici: mancano sei gare dopo questa di Singapore, ci sono in ballo 150 punti ed è difficile pensare che il tedesco fallisca tutte le gare, anche perchè lo scorso anno la campagna d’Asia (Singapore-Giappone-Corea-India) si risolse con quattro vittorie su quattro. Ad Alonso, che insegue con 53 punti di ritardo – gli altri, ovvero Hamilton e Raikkonen, a meno di miracoli sono tagliati fuori – non resta che sperare in un guaio per Vettel, la sua sola possibilità di recuperare punti mondiali e rendere più avvincente il finale di stagione. Insomma: una bella prova attende oggi gli uomini in rosso, anche quelli al box perchè la corsa si potrebbe decidere lì. Non resta che sperare in buon risultato, intanto non possiamo che dare la parola al circuito di Marina Bay e vedere come finirà: il Gran Premio di Singapore 2013 di Formula 1 sta per cominciare…

 

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Pos No Driver Team Laps Time/Retired Grid Pts
1 1 Sebastian Vettel Red Bull Racing-Renault 61 Winner 1 25
2 3 Fernando Alonso Ferrari 61 +32.6 secs 7 18
3 7 Kimi Räikkönen Lotus-Renault 61 +43.9 secs 13 15
4 9 Nico Rosberg Mercedes 61 +51.1 secs 2 12
5 10 Lewis Hamilton Mercedes 61 +53.1 secs 5 10
6 4 Felipe Massa Ferrari 61 +63.8 secs 6 8
7 5 Jenson Button McLaren-Mercedes 61 +83.3 secs 8 6
8 6 Sergio Perez McLaren-Mercedes 61 +83.8 secs 14 4
9 11 Nico Hulkenberg Sauber-Ferrari 61 +84.2 secs 11 2
10 15 Adrian Sutil Force India-Mercedes 61 +84.6 secs 15 1
11 16 Pastor Maldonado Williams-Renault 61 +88.4 secs 18
12 12 Esteban Gutierrez Sauber-Ferrari 61 +97.8 secs 10
13 17 Valtteri Bottas Williams-Renault 61 + secs 16
14 18 Jean-Eric Vergne STR-Ferrari 61 + secs 12
15 2 Mark Webber Red Bull Racing-Renault 60 +1 Lap 4
16 21 Giedo van der Garde Caterham-Renault 60 +1 Lap 20
17 23 Max Chilton Marussia-Cosworth 60 +1 Lap 22
18 22 Jules Bianchi Marussia-Cosworth 60 +1 Lap 21
19 20 Charles Pic Caterham-Renault 60 +1 Lap 19
20 14 Paul di Resta Force India-Mercedes 54 Accident 17
Ret 8 Romain Grosjean Lotus-Renault 37 Pneumatics 3
Ret 19 Daniel Ricciardo STR-Ferrari 23 Accident 9