Siamo ormai alla vigilia dell’appuntamento più atteso di tutto il Campionato mondiale: il Gran Premio d’Italia a Monza ha fatto e ancora fa la storia della Formula 1. Circuito storico, che ci ha regalato emozioni indescrivibili: dal cavalleresco gesto di Collins nel 1956 alla vittoria di Regazzoni nel 1970, funestata però dalla morte di Jochen Rindt allla Parabolica, dalla coppia Scheckter-Vileneuve ai trionfi di Michael Schumacher, che detiene il record di cinque vittorie sull’asfalto di Monza. Un circuito che regala sempre emozioni, è gremito di tifosi ed è sempre uno dei più amati. Abbiamo sentito in esclusiva per IlSussidiario.net Cesare Fiorio, ex pilota ed ex dirigente sportivo della Ferrari dal 1989 al 1991, e voce autorevolissima dell’automobilismo mondiale.
Monza è un circuito storico, teatro di gare che hanno fatto la storia: qual è il suo ricordo più vivido? Monza è una pista che io ho frequentato per una quarantina di anni. Ho visto grandi successi, grandi risultati e grandi fallimenti. Ho tantissimi ricordi positivi. La gioia più grande è stata la vittoria della 1000 km di Monza ai tempi dei Prototipi con la Ferrari, prima degli anni Ottanta.
Come si deve affrontare questa pista? Monza è un circuito a bassissimo carico aerodinamico, per cui il comportamento della macchina qui è diverso che sugli altri circuiti. Con così poco carico, ogni frenata diventa un grande problema perchè la macchina vola via. Anche in curva il rischio è alto: rispetto agli altri circuiti la velocità di percorrenza è minore. Con meno carico si deve girare più lenti altrimenti si rischia di volare fuori.
Cosa serve a un pilota per vincere qui? Il pilota deve avere grande sensibilità e deve adattarsi in fretta, è la cosa più complicata. Ci vuole esperienza e prontezza ad adattarsi a un carico aerodinamico molto scarso.
Una pista dove conta più il pilota o l’auto? I piloti che corrono in Formula 1 vengono da una grande selezione nelle formule minori. Arrivati qua hanno già il talento, la capacità per affrontare una pista di questo genere. Poi come sempre ci sono i grandi piloti e ci sono i grandi campioni, che sanno fare quel qualcosa in più. Ma se non hanno una macchina che funziona, beh si può fare poco.
Per la Ferrari, Monza è sempre stato un appuntamento particolare: come sarà la sua gara domenica? La Ferrari a Spa ha dato segnali di aver imboccato la strada del miglioramento. Questo però, a mio giudizio, non la porta ancora a livello della Red Bull, della Lotus o della Mercedes, ma la fa comunque avvicinare. C’è da sperare che il grande talento di Alonso possa fare la differenza.
Chi è favorito per la gara di domenica? Penso i soliti tre: Vettel, Hamilton e Alonso.
Domenicali ha dichiarato che vorrebbe continuare il percorso con Massa. Secondo lei cosa potrebbe fare il brasiliano? Io sono assolutamente dell’idea che si dovrebbe pensare a un sostituto di Massa, è indispensabile sostituirlo. Negli ultimi anni non ha dato prova di essere un pilota che può dare qualcosa alla squadra: non è un pilota che porta qualcosa alla Ferrari o che toglie punti agli avversari di Alonso. A mio giudizio non riesce ad essere utile alla squadra, quindi la sua sostituzione è necessaria
Potrebbe allora arrivare Kimi Raikkonen? Le due cose non sono collegate: se Massa parte Raikkonen non ritornerà automaticamente in Ferrari. Sicuramente il finlandese non sarà la prima scelta. Se io dovessi scegliere un pilota non sceglierei Raikkonen, a cui riconosco sicuramente un grande talento ma non quella serietà e quell’impegno professionale che è richiesto a un pilota di Formula 1.
Nel caso Raikkonen tornasse in Ferrari, la scuderia sarà in grado di gestire due piloti cosi forti? Mah, io sono sempre dell’idea che è meglio avere il problema di avere due piloti molto forti da gestire, anche se io non ritengo che Raikkonen sia una scelta interessante per la Ferrari, lo ribadisco. Comunque è più grave il problema di avere un pilota forte e uno che non serve a niente, piuttosto che due piloti bravi che ogni tanto durante l’anno si scontrino per rivalità eccessiva o convivenza.
Chi vedrebbe bene di fianco ad Alonso nella prossima stagione? Questa è una bella domanda. Ci sono tanti piloti che al momento potrebbero fare bene. Io spero sempre di vedere un italiano in Ferrari, però gli italiani purtroppo nessuno li aiuta a venir fuori dalle formule minori. Non sono aiutati innanzitutto dal loro paese, non hanno uno sponsor che li sostiene come invece accade negli altri paesi. Dalla Francia all’Inghilterra, fino alla Germania e al Giappone, tutti si fanno in quattro per sostenere e mandare in Formula 1 i giovani talenti. Questo da noi non avviene, e i piloti italiani rimangono sempre fuori. (Michela Colombo)