La Formula 1 vivrà nel Mondiale 2014 una vera e propria rivoluzione che costituirà una sfida difficile ma affascinante anche per tutte quelle fabbriche che lavorano per dare componenti delle monoposto alle scuderie. Una delle principali è la Brembo, azienda bergamasca leader a livello mondiale nel settore dei freni e fornitrice appunto di diversi team. La divisione racing e performance di Brembo, guidata da Riccardo Cesarini, sta lavorando molto per farsi trovare pronta a questa sfida, come è andato ad indagare il Corriere della Sera. I primi test sono fissati già dal 28 al 31 gennaio a Jerez, quindi il tempo a disposizione è poco, mentre le incognite che le novità regolamentari comporteranno sono invece molte. La sfida del 2014 è difficile: l’adozione, tra le altre novità, del nuovo motore V6 Turbo di 1.6 litri con Kers ed Ers, due sistemi ausiliari recupero di energia, ha ricadute importanti anche nella progettazione del sistema frenante. Con l’abbinamento del Kers e dell’Ers, infatti, sarà possibile immagazzinare nelle batterie molta più energia rispetto al passato, e l’impianto frenante del 2013 è diventato sovradimensionato. Non solo: il recupero energetico avviene dall’assale posteriore dell’auto, quindi i freni posteriori serviranno meno. Cambierà la ripartizione di frenata, in percentuale l’80 per cento davanti e il 20 dietro: “I nostri tecnici sapevano che si sarebbe verificata questa nuova situazione e già dallo scorso anno ci stanno lavorando”. Una prima sperimentazione avvenne durante le prove libere del Gran Premio d’India, con dischi freno posteriore più piccoli rispetto a quelli usati fino ad allora, con vantaggi in termini di aerodinamicità e reattività. Cambierà il diametro dei freni, ma anche lo spessore, ridotto di alcuni millimetri, e cambierà anche il modo di frenare. Inoltre: Brembo fornisce cinque team, e i frewni non potranno essere tutti uguali. “La Formula 1 richiede una profonda personalizzazione degli impianti frenanti legati alle scelte progettuali delle singole monoposto”, fanno notare da Bergamo. Non tutti i freni destinati a Ferrari, Red Bull, Toro Rosso, Mercedes e Sauber saranno uguali; ogni squadra richiede progetti integrati con il design dell’auto, in continua evoluzione e segreti almeno fin quando non saranno presentate ufficialmente le auto. Qualcosa di più si capirà quando dai simulatori si passerà alle prove in pista, in particolare su un aspetto ancora da chiarire: il freno motori prodotto dai sistemi di recupero di energia può determinare, a seconda della loro funzionalità, ad ogni giro e sullo stesso punto della pista una frenata diversa. Perché il pilota possa contare su uno spazio di arresto certo, la Fia ha permesso l’adozione di un controllo elettronico del bilanciamento della frenata posteriore, il brake-by-wire: “Lo sviluppo di questa tecnologia, che andrebbe a sostituire il sistema idraulico con quello elettronico, potrebbe avere delle ricadute molto interessanti nello sviluppo del concept del mercato delle auto. Certo le incognite non mancano, ma la sfida è affascinante”. La Brembo ci sarà.



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