Non arrivano buone notizie sulle condizioni di salute di Michael Schumacher, ancora in coma farmacologico presso l’ospedale di Grenoble. Intervenuto in merito, un neurologo svizzero intervistato a 20min.ch ha fatto sapere che, una volta sveglio, l’ex pilota potrebbe soffrire di paralisi e problemi nel linguaggio e nel parlare. “C’è ancora incertezza sulle ferite di Schumacher, ma devono essere molto serie perchè di solito l’abitudine è quella di svegliare il paziente dopo due o tre settimane” (nel caso di Schumacher sono passati 21 giorni da quel 29 dicembre). “E’ possibile che Michael resti in coma per alcuni mesi”, ha così detto Erich Riederer, che opera a Zurigo. I rischi di cui parla Niederer riguardano emorragie che potrebbero ancora veriricarsi; inoltre, “dovrà essere assistito anche nei più piccoli gesti quotidiani. Sicuramente, si può dire che Michael Schumacher non sarà più lo stesso”. 



Anche il mondo del calcio si stringe a Michael Schumacher. Giustamente, in prima fila c’è la squadra tedesca per cui il sette volte campione del Mondo di Formula 1 fa il tifo, cioè il Colonia. Oggi era in programma la partita amichevole (in Germania i campionati sono ancora fermi per la pausa invernale) fra lo Schalke 04 e appunto il Colonia, che a dire il vero dopo un passato glorioso sta vivendo stagioni non facili e attualmente milita in serie B, e i giocatori delle due squadre sono entrati in campo con uno striscione lungo ben dieci metri in onore di Schumi: “Riprenditi presto! Ce la puoi fare, Michael” si leggeva (“Gute Besserung! Du schaffst das, Michael!”). Il pilota è socio del Colonia e ha la tessera numero 10.371 del club: l’iniziativa è stata voluta dalla società insieme al Fan Club ufficiale di Kerpen, la città d’origine di Schumacher, e ha trovato immediatamente il consenso anche dello Schalke 04, visto che naturalmente Schumi è un idolo per tutta la Germania. Come è noto, l’ex pilota della Ferrari è ancora in coma dopo l’incidente sugli sci di cui è rimasto vittima a Meribel, in Francia, lo scorso 29 dicembre, che gli ha causato un grave trauma cranico. Secondo le ultime notizie ufficiali, le condizioni di Schumi sono “stabili”, ma non ci sono ancora informazioni sul tempo del risveglio.



Dopo l’incidente sugli sci occorso a Michael Schumacher, si è riacceso il dibattito sulla pericolosità delle lesioni alla testa causate da cadute o altri tipi di contusioni. Sappiamo tutti che il sette volte campione del Mondo di Formula 1 è ancora ricoverato in coma artificiale presso l’ospedale di Grenoble, ma un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Oxford e del Karolinska Institutet di Stoccolma indica i rischi anche a lunga scadenza causati da questi traumi. Lo studio infatti ha preso in esame i dati relativi a ben quarant’anni di storia clinica, coinvolgendo oltre 2 milioni di persone, con l’obiettivo di analizzare il rischio di morte a seguito di una lesione cerebrale avvenuta anche molti anni prima. I risultati, pubblicati su JAMA Psychiatry, hanno mostrato che questo rischio è reale ed è triplicato proprio in caso di colpi alla testa. A seguito dell’analisi, i ricercatori hanno scoperto che, durante il periodo di tempo analizzato, più di un milione di persone all’anno in Europa sono state ricoverate in ospedale con una lesione traumatica cerebrale. I ricercatori hanno poi seguito per sei mesi i pazienti sopravvissuti agli infortuni che avevano comportato un colpo alla testa. I dati raccolti hanno evidenziato che lo 0,2% dei partecipanti in generale era morto prematuramente, prima dei 56 anni d’età. La differenza tra coloro che non avevano subito traumi cerebrali e coloro che li avevano subiti era un tasso di morte prematura di tre volte maggiore. Questa scoperta ha permesso di scoprire che tra le cause più comuni di morte precoce tra coloro che avevano subito queste lesioni vi erano il suicidio e le ferite mortali, magari a seguito di altri incidenti o aggressioni. Ma non solo: tra coloro che avevano sviluppato disturbi psichiatrici, il tasso di morte prematura era salito al 4%. Tra le ipotesi per questa predisposizione alla morte prematura dei traumatizzati, i ricercatori ritengono vi possa essere un danno permanente alle reti neurali del cervello, causato dalla lesione, che può alterare il giudizio e la capacità di affrontare nuove persone e situazioni. Ha dichiarato la dottoressa Seena Fazel, coautrice dello studio e ricercatrice di Oxford: “Ci sono questi sottogruppi con tassi di morte prematura molto alti, e queste sono malattie potenzialmente curabili, per cui questo è un problema nei cui confronti possiamo fare qualcosa”. Dunque i traumi cerebrali, anche quando non mortali da subito, possono essere causa di danni permanenti che mostrano la loro drammaticità nel tempo. Per questo motivo i ricercatori ritengono che le persone sopravvissute a questo genere di fatalità debbano essere seguite al fine di scongiurare una possibile morte precoce per altre cause.



Una notizia ci dà un pizzico di buon umore sulla vicenda di Michael Schumacher: è stato infatti trovato il portafortuna del sette volte campione del Mondo di Formula 1, che era andato smarrito sulle nevi di Meribel in quel tragico mattino di domenica 29 dicembre quando si verificò l’incidente che tiene ancora con il fiato sospeso tutto il mondo. Secondo le informazioni fornite dalla radio regionale France Bleu Isère, è stato dunque trovato dopo una lunga ricerca il braccialetto Shamballa, un nastro di legno con perline che prende il nome da una mitica località del buddhismo tibetano, donato all’ex pilota Ferrari dalla moglie Corinna, portafortuna a cui Schumacher teneva particolarmente. Ma quando lo sfortunato campione è stato gravemente ferito e poi ricoverato in coma presso l’ospedale di Grenoble, mancava appunto lo Shamballa, da cui non si separava mai. Corinna Schumacher, come riportato da France Bleu, aveva iniziato una ricerca intensiva: anche l’elicottero di soccorso che aveva trasportato Schumacher dalla pista all’ospedale era stato esaminato, così come naturalmente il luogo dell’incidente. Ora il braccialetto è stato trovato nella neve vicino al luogo dell’incidente. Forse un buon auspicio per Schumacher, che avrà bisogno di tanta fortuna nella sua lotta per la sopravvivenza in terapia intensiva.

Michael Schumacher è ancora in coma artificiale quasi tre settimane dopo l’incidente di cui fu vittima lo scorso 29 dicembre. La portavoce Sabine Kehm ha informato che le condizioni di Schumi restano stabili invitando a considerare come “mere speculazioni” le indiscrezioni che arrivano da fonti che non siano i medici dell’ospedale di Grenoble oppure l’entourage del sette volte campione del Mondo di Formula 1. Eppure la curiosità di sapere come sta il campione tedesco è ancora molto grande, e le scarse notizie ufficiali non bastano a soddisfare questo interesse. Ecco perché giornali e siti di tutto il mondo cercano autorevoli commenti, come ad esempio quello dell’ex medico del Circus, Gary Hartstein, il quale sul proprio blog ha voluto a sua volte criticare le ipotesi avanzate da chi non conosce la situazione clinica dell’ex pilota Ferrari: “I medici che lo hanno in cura sono professionisti di assoluto livello, lunghi periodi senza notizie sono del tutto normali”. Hartstein spiega anche come si valutano i possibili tempi di risveglio dal coma: “La stima iniziale si basa su ipotesi e statistiche. La previsione diventa più precisa con il passare dei giorni e l’evolversi della situazione”. Il medico comunque non nega che non sarà facile per il tedesco tornare alla vita di prima: “E ‘improbabile che quando Michael avrà finito di girare fra ospedali e istituti di riabilitazione, potrà ancora essere lo stesso Michael di prima di quella domenica”, si rammarica Hartenstein che poi aggiunge: “Ancora una volta, saranno necessari pazienza e il lavoro lungo e laborioso di tutte le parti interessate, così come i pensieri, i desideri e le preghiere di tutti”.