diretta) –  Michael Schumacher, finalmente, sta per iniziare il processo di risveglio dal coma farmacologico in cui era da oramai un mese. Secondo le indiscrezioni riportate dal quotidiato tedesco Bild.de, l’ex pilota di Formula 1 ha ricevuto la visita di padre Rolf, che insieme a Corinna ha soggiornato presso la camera dell’Ospedale di Grenoble. Il professor Heinz Peter Moecke, capo del Dipartimento di Medicina di Emergenza presso la Asklepios Klinik di Amburgo, ha fatto sapere che il prossimo passo nella procedura di risveglio di Michael Schumacher sarà il test dei riflessi. “I medici proveranno i suoi riflessi per verificare se il cervello manda gli stimoli nervosi giusti ai muscoli”, ha spiegato. “Per esempio, si tiene un tampone di cotone sulle ciglia per verificare se l’occhio si chiude nel modo giusto. Il processo parte dal cervello, che segnala che qualcosa sta disturbando l’occhio e invia quindi lo stimolo attraverso il muscolo. In caso i riflessi funzionino, i medici potranno poi eseguire ulteriori esami neurologici”.



diretta) – Le voci dei familiari possono aiutare Michael Schumacher nel processo di risveglio. Come riporta la Bild.de, il professor Heinz Peter Moecke, che ha speficicato come “possono avere un effetto calmante”. Per Michael Schumacher sta per iniziare la delicata fase del risveglio: Sabine Kehm ha già fatto sapere che sarà molto lunga, la conferma è arrivata dal professor Moecke che ha confermato le diverse settimane che l’operazione potrebbe richiedere. “I medici hanno parlato di ‘emivita’, che è il tempo necessario per esaurire l’effetto dei farmaci usati per sedare Schumacher”.



La Ferrari è impegnata in questi giorni nei test di Jerez de la Frontera, ma naturalmente non perde di vista il suo grande ex Michael Schumacher. Attraverso il sito ufficiale infatti la scuderia di Maranello ha voluto lanciare una nuova “campagna” di solidarietà al tedesco, da oltre un mese in coma farmacologico presso l’ospedale di Grenoble. L’hashtag #ForzaMichael! raccoglie commenti, messaggi e auguri da parte di tutti; la Rossa ha deciso di pubblicare tutto non solo su Twitter, ma anche sul sito ufficiale e sul profilo Facebook, così che tutti possano avere accesso alla solidarietà per Schumacher. Un modo come un altro per stargli vicino. Come Rossella Giannini, che è titolare del Ristorante Montana e si è firmata con il nickname “Mamma Rossella” con il quale è conosciuta: “Ogni tanto rileggo il messaggio che ci inviasti per Natale e il cuore mi si stringe”, ha scritto. “Qui c’è un tavolo che ti aspetta e sarà proprio a quel tavolo che ti dirò tutte le cose che avrei da dirti”. Il messaggio si chiude con un “Ti vogliamo bene e ti aspettiamo, amico nostro!”.



, finalmente, sta per essere risvegliato: la fuga di notizie iniziata ieri con l’indiscrezione lanciata da L’Equipe ha dunque trovato riscontro attraverso i canali ufficiali. “I sedativi somministrati a Michael Schumacher sono da pochi giorni in diminuzione al fine di iniziare un processo di risveglio che potrebbe durare a lungo”. E’ quanto ha detto l’assistente personale del campione di sci tedesco, Sabine Kehm, a proposito delle condizioni del pilota stesso. Quattro settimane dunque di coma farmacologico e i primi segnali positivi. Per capire esattamente cosa questo significhi, IlSussidiario.net ha parlato con il professor Marco Cenzato, neurochirurgo e direttore di neurochirurgia all’ospedale di Niguarda. “Il coma farmacologico non è esclusivamente dovuto ai farmaci nel senso che Schumacher sarebbe sveglio se non ci fossero i farmaci. I farmaci servono a ridurre il metabolismo cerebrale in una situazione in cui il cervello è in uno stato di sofferenza”. Dunque, dice ancora Cenzato, “alla condizione neurologica di coma in realtà concorrono lo stato di sofferenza cerebrale dall’altro i farmaci che servono a ridurre l’attività cerebrale per ridurre il metabolismo affinché non abbia una situazione di stress ulteriore”. Schumacher dunque sarebbe stato lo stesso in coma, anche senza l’uso di farmaci: “Non stiamo parlando di una persona che sarebbe sveglia se non gli dessero i farmaci. Stiamo parlando di una persona che ha il cervello in stato di sofferenza grave il cui cervello è stato tenuto protetto dai farmaci. Anche loro, i farmaci, concorrono a tenerlo addormentato ma i due percorsi viaggiano in parallelo”. Ma cosa significa esattamente poter ridurre questi farmaci? E’ o no un segnale positivo? “Man mano che le condizioni del paziente migliorano come si evince dalla tac si comincia ad alleggerire i farmaci e si vede come vanno le cose”. Si è detto che Schumacher è stato tenuto in coma farmacologico per un periodo estremamente lungo: cosa significa? “Non esistono statistiche per questi casi. Non sapendo noi cosa abbia subito esattamente Schumacher non possiamo giudicare la lunghezza del tempo in cui è stato in coma farmacologico. Certo, ci sono casi che possono durare un mese o anche un mese e mezzo”. Il fatto però che si stia alleggerendo il trattamento di farmaci dovrebbe però essere una cosa positiva o no? Per Cenzato, “dipende da cosa ha avuto esattamente, che tipo di trauma cranico. Ci sono tante possibilità a seconda di dove ha avuto la lesione queste cose le sanno i medici curanti. Si può dire certamente che il suo è un caso di trauma cranico grave con una sofferenza cerebrale importante se è rimasto in coma per un mese, quindi una sofferenza cerebrale importante. Poi bisogna sapere le aree coinvolte e i danni che possono essere più o meno importanti e più o meno curabili”. In conclusione, spiega Cenzato, “se alleggeriscono i farmaci e se tentato di farlo uscire il coma vuol dire che non ha più bisogno dei farmaci per difendere il cervello. Le condizioni sono in miglioramento come è naturale che sia, ha superato la fase di pericolo. Il problema è capire tolti i farmaci cosa succedere e questo lo può dire solo chi ha visto una tac del suo cervello. In generale vuol dire che siamo in una fase di miglioramento ma cosa ne esca non possiamo saperlo”.