Proseguono le indagini da parte della Procura di Albertville sull’incidente occorso a Michael Schumacher sulle nevi di Meribel. In attesa di capire cosa sia davvero successo, il procuratore Patrick Quincy ha diffuso un messaggio all’Afp nel quale si dice che “parleremo mercoledi, nel frattempo chiediamo che non vengano diffuse informazioni false o elementi sull’indagine in corso. La famiglia Schumacher ha chiesto e chiede ancora che sia rispettata la loro privacy”. In questi giorni infatti tante informazioni sono emerse, ma sono tutte da verificare: dal video amatoriale dello sciatore 35enne alle voci sulla presenza di una telecamera posta sul casco dello stesso ex pilota tedesco, bisogna ancora fare luce su molti aspetti dell’incidente.



Anche Greta Cicolari ha voluto rivolgere un messaggio di augurio per una pronta guarigione a Michael Schumacher. “La vita a volte sembra una beffa… Dai campione, siamo tutti al tuo fianco!”, così si legge sulla pagina Facebook della campionessa azzurra di beach volley, che non ha mancato di ricordare come in tenera età Schumi la facesse emozionare nei Gran Premi che correva. La vita come beffa, Greta ha avuto modo di sperimentarlo in prima persona: la sua vicenda è nota ormai ai più. In coppia con Marta Menegatti aceva vinto l’oro agli Europei del 2011, era giunta seconda al Grand Slam a Pechino e poi si era anche fatta onore alle Olimpiadi di Londra. Finchè un’infiammazione alla schiena non l’aveva tolta dal campo; doveva essere una vicenda puramente fisica e medica, seppur seria e condizionante la carriera: e invece si è trasformata in una causa non solo civile ma anche penale contro la Fipav, la federazione italiana, rea di averla licenziata senza un perchè e di averle anche rifiutato le cure mediche, nella persona del medico Sergio Cameli. La storia è oscura e piena di punti di domanda, ma sembra che a Greta non sia stato perdonato un tweet che, rivolto in realtà al suo compagno (“Sei l’uomo nero dei miei incubi, mi fai sempre paura”) è stato tacciato di venature razziste perchè erroneamente associato all’allenatore Dias Carvalho con il quale i rapporti non sono mai stati idilliaci. Per questo, in maniera sconsiderata e fuori luogo, la Cicolari aveva ricevuto una sospensione di sei mesi; in seguito, ha scoperto, la Fipav le ha comunicato che non faceva più parte del progetto tecnico. A riscattare il suo nome ha fortunatamente pensato il Coni, che le assegna la Medaglia d’Argento al Valore atletico, “in riconoscimento dei risultati agonistici ottenuti nel 2011”. Almeno questo…



Sono stati grandi rivali in pista e, diciamolo, non si sono mai particolarmente amati. L’occasione però è seria: e allora Mika Hakkinen ha deciso di far sentire la sua voce, e di mostrare la propria vicinanza a Michael Schumacher in un momento delicato per l’ex pilota tedesco. Lo ha fatto con una lettera pubblicata dal quotidiano Bild, nella quale il finlandese, che a Schumi sfilò il titolo mondiale del 1998 (prendendosi anche quello dell’anno seguente, quando però il tedesco fu costretto al ritiro anticipato a causa di un infortunio occorso a Silverstone), ha scritto di essere “scioccato: ho mandato una mail a Corinna – la moglie di Schumacher – e alla famiglia, per far loro sapere che mi spiace tantissimo per questa situazione”. E ancora: “La cosa più importante è la famiglia di Schumi: tutti loro hanno bisogno di pace e forza per superare questa battaglia”. Nel 1995 Hakkinen aveva rischiato la vita nel corso di una prova del Gran Premio d’Australia: allora, ha ricordato, la famiglia gli era stata davvero vicino. “E’ la cosa peggiore che ti possa capitare”, ha detto il finlandese dell’incidente dell’ex collega, “capisci immediatamente quanto fragile sia la tua vita. Ora conta solo sapersi fidare degli altri, soprattutto delle parole dei dottori. Sei seduto lì e pensi solo che tutto andrà bene, ma in realtà non sai cosa succederà la mattina dopo. E’ questo l’orrore”, ha proseguito, “non poterci fare niente”. Le ultime parole di Hakkinen sono un ricordo di quello che Schumacher era in pista: “Un combattente: non si arrenderà mai finchè non avrà vinto la battaglia”. E’ quello che sperano tutti.



È spuntata fuori la testimonianza di un uomo che ha assistito al terribile incidente di Michael Schumacher, avvenuto il 29 dicembre sulla pista di Méribel, in Alta Savoia (in Francia). Ecco il suo racconto: “Schumacher stava sciando a 20 chilometri all’ora, non di più”. Viene così confermata la tesi dell’entourage del campione tedesco. L’uomo, un normale turista, acconto come per caso abbia filmato la scena con il proprio smartphone: è dunque in possesso del video del misfatto. Sullo sfondo si vede uno sciatore cadere su un sentiero non marcato: è proprio Michael. Il teste continua: “ È successo lentamente”.

La vicenda di Michael Schumacher continua a commuovere il mondo intero: il sette volte campione di Formula 1 sta lottando per la vita, in coma all’ospedale di Grenoble dopo la caduta di domenica scorsa sugli sci, e la vicenda di questo campione sta commuovendo il mondo intero, a partire naturalmente dai milioni di tifosi della Ferrari sparsi per il mondo, che con Schumi hanno vissuto tantissime domeniche indimenticabili (72 Gran Premi vinti e cinque titoli iridati solo con la scuderia di Maranello), ma anche persone che non seguivano così assiduamente l’automobilismo. D’altronde, la vicenda di un campione inviolabile che per tanti anni ha svolto nel migliore modo il pericoloso lavoro di pilota e che poi rischia la vita per una banale caduta sugli sci, forse per aiutare un amico o una bambina (anche se questo punto va ancora chiarito), tradito dalla neve fresca che gli ha impedito di vedere alcune rocce e anche dalla sorte che lo ha fatto finire con la testa proprio contro un altro masso, spinge certamente a riflettere sulla fragilità dell’esistenza umana su questa Terra, che ci riguarda tutti, dai campioni più famosi ai “comuni mortali” che forse mai finiranno al centro dell’attenzione di tv e giornali. Tema che ha suscitato forti reazioni anche negli animi più sensibili e poetici. Ecco dunque una vera e propria poesia che a Michael Schumacher è stata dedicata da Bianca Fasano, membro dell’ufficio stampa dell’Accademia dei Parmenidei. L’autrice l’ha inviata alla nostra redazione sportiva, noi ve la proponiamo nella seconda pagina di questo articolo al termine della prima settimana dalla tragica fatalità che si consumò proprio sette giorni fa, la scorsa domenica mattina a Meribel.

Schumi

Dove ti attende l’amica dell’ultima ora?

Il condottiero di Samarcanda l’aveva veduta

Fuggendo sul veloce destriero

Con tanta destrezza da coglierla al volo.

Dove l’attende nel sonno del coma

Alla svolta imbevuta di neve

Di ghiaccio, di brina

O nella sua mente

Non sa

Ed è perduto in una impossibile gara

Con il destino?

Cosa gli fa compagnia

Nel marasma sconvolto

Di un ieri mai chiuso del tutto?

Mentre turbinii di bianchi mantelli

Lo avvolgono e senza un volante

Lo fanno girare su sé

E non tornare a chi l’ama.

Schumi vaga.

Noi vagheremo un giorno

Vicino o lontano,

Senza avere percorso le piste

Più assurde del mondo,

Volando a quattro anni

Alla guida di un kart,

Per poi serpeggiare tra i senza ritorno,

In una nuvola rossa

Sotto gli occhi di chi in quel momento

Temeva.

Non oggi.

Non oggi, dovevi cadere,

Punito da un sasso

E giacere senza corona d’alloro.

Non oggi,

Non ora.

(Bianca Fasano)

Accademia dei Parmenidei – Ufficio Stampa