Media inglesi hanno oggi ripubblicato alcuni estratti di una intervista fatta da Michael Schumacher tre anni fa a un giornale tedesco. Nell’intervista, il campione di Formula Uno faceva sapere di aver già redatto il suo testamento perché, diceva, era più preoccupato degli incidenti che si verificano nella vita di tutti i giorni che della sua attività di pilota. Una inquietante profezia, si direbbe. E in più dichiarandosi “uomo di famiglia” diceva di tenerci che ai suoi familiari fosse assicurato ogni bene necessario alla loro vita senza di lui. In tutto, secondo quanto rivela il Daily Mail, una somma pari a 750 milioni di sterline più auto di lusso e proprietà da dividersi esclusivamente tra la moglie e i loro due figli. Sempre secondo il Daily Mail inoltre, sembra che alcuni giudici francesi siano intenzionati ad agire legalmente contro gli operatori della pista in cui Schumacher ha avuto il suo incidente: se si trovassero indizi di colpa, secondo indiscrezioni, potrebbero essere condannati a pagare diversi milioni di sterline alla famiglia del pilota.
E’ arrivato il tanto atteso comunicato stampa dall’Ospedale che da il punto sulle condizioni di salute di Michael Schumacher a otto giorni dall’incidente in cui ha rimediato diverse lesioni al cervello. Le condizioni sono stabili anche se continuano a restare critiche. La parola d’ordine all’Ospedale è rispetto della privacy per la famiglia dell’ex-pilota. Infatti in questi giorni stanno circolando diversi rumors sulle sue condizioni di salute e sui trattamenti che sta ricevendo che stanno infastidendo medici e parenti del campione tedesco. Il comunicato diffuso oggi dall’Ospedale ribadisce proprio questo concetto: “La privacy del paziente esige che non vengano dati dettagli sul suo trattamento ed è per questo che non prevediamo di tenere conferenze stampa né di diffondere comunicati scritti. Chiediamo di rispettare il segreto medico e di attenersi solo alle informazioni date dal nostro staff o dal suo management”.
Se oggi è attesa la conferenza stampa dei medici per un aggiornamento delle condizioni di salute di Michael Schumacher (per ora stabili, ma sempre critiche), è stata invece fissata per mercoledi alle 11 la conferenza stampa della Procura di Albertville, insieme ai gendarmi che stanno indagando sull’incidente occorso sulle nevi di Meribel. In questa occasione saremo dunque aggiornati sull’avanzamento dei lavori, che stanno accertando la dinamica della caduta di Schumacher. Per ora ci sono solo indiscrezioni, nessuna delle quali però è stata ancora confermata in via ufficiale.
Continua l’attesa davanti all’ospedale di Grenoble, nel quale è ricoverato Michael Schumacher. Le condizioni sono stabili ma restano critiche: da un paio di giorni l’ex pilota tedesco non sembra più essere in pericolo di vita, ma ci sono tanti dubbi su quale sarà il suo reale stato fisico dopo che si sarà risvegliato dal coma farmacologico al quale è stato indotto. Nel frattempo oggi è attesa una conferenza stampa da parte dei medici per aggiornare sulla situazione, mentre la procura di Albertville continua le indagini per stabilire le dinamiche dell’incidente sulle nevi di Meribel.
A una settimana dall’incidente sulla neve, le condizioni di Michael Schumacher rimangono stabili, ma sempre critiche. Il pilota tedesco è ancora ricoverato presso l’ospedale di Grenoble, dove viene mantenuto in coma farmacologico nel reparto di rianimazione dopo la tragica caduta sugli sci a Meribel. Pur essendo ancora in pericolo di vita, il fatto che in questi giorni la situazione non sia ulteriormente peggiorata fa sperare per il meglio: “Gli ematomi cerebrali possono avere un’evoluzione nei primi giorni dopo l’incidente, durante i quali può aumentare la pressione all’interno della scatola cranica – ha detto a IlSussidiario.net Marco Cenzato, neurochirurgo e direttore di Struttura Complessa di Neurochirurgia all’Ospedale Niguarda -. Il fatto che questo primo periodo sia stato sostanzialmente superato, è possibile affermare che il campione tedesco non sia più così tanto in pericolo di vita. Adesso bisogna però capire dove è stato esattamente localizzato questo ematoma e che tipo di danni può aver lasciato. Ovviamente non possiamo saperlo adesso, almeno finché non verranno riferiti tutti i dettagli degli esami effettuati, quindi non è pensabile immaginare quali conseguenze potranno esserci”. Dopo la prima operazione, effettuata dai medici francesi subito dopo l’arrivo in ospedale, il professor Cenzato esclude che, trascorso tutto questo tempo, possa essercene un’altra: “Arrivati a questo punto, solitamente non dovrebbe essere previsto un nuovo intervento, ma non si può ancora dire con certezza. Nessuno ha ancora fatto chiaramente sapere cosa sia successo a Schumacher, quindi non è facile fare ipotesi”. In tutti i casi, una così lunga permanenza in coma indotto non provoca particolari danni cerebrali: “Non necessariamente. In una situazione del genere è comune tenere il paziente intubato in rianimazione, cercando di diminuire farmacologicamente le richieste metaboliche del cervello”. Questo serve per fare in modo “che la sofferenza generale del cervello, data dall’aumento della pressione interna alla scatola cranica, non infici tanto la funzione del resto del cervello. Lo scopo del coma indotto, quindi, è proprio quello di limitare i danni alle parti ancora sane”. Un testimone ha fatto sapere che Schumacher, al momento dell’incidente, sciava a non oltre i 20 Km/h, quindi una velocità tutto sommato bassa che però ha comunque provocato danni molto gravi: “La scatola cranica è solida e, al momento dell’impatto contro un oggetto tanto duro come una roccia, riceve una decelerazione improvvisa – conclude il professor Cenzato – Il cervello, invece, continua a muoversi all’interno della scatola cranica, andando a creare una deformazione e delle contusioni proprio nel cranio che possono anche essere gravi. Questo è verosimilmente ciò che è accaduto a Michael Schumacher”.