Non è ufficiale, non ancora, ma il pilota che affiancherà Kimi Raikkonen in Ferrari dalla stagione 2015 sarà Sebastian Vettel. Non può essere ufficiale perchè la Rossa non ha ancora risolto la situazione di Fernando Alonso; ma sappiamo già che il pilota tedesco lascerà la Red Bull – la quale ha già annunciato la “promozione” di Daniil Kvyat dalla Toro Rosso (che come sappiamo è la società satellite della scuderia anglo-austriaca). Il resto è ufficioso e detto tra le righe, ma sono righe a spaziatura larga, entro le quali si legge molto bene: anzi benissimo, perchè è stato Christian Horner a esplicitare senza mezzi termini che il futuro di Seb è in Ferrari. In attesa di mettere nero su bianco, qualche considerazione possiamo già farla. Che trattenere Alonso fosse diventato impossibile era chiaro da tempo: a Maranello parlano di “discontinuità” e di almeno due anni per tornare a vincere e lo spagnolo non si sentiva più in sintonia con il progetto. Non a caso andrà in McLaren, almeno a quanto si sa oggi: d’accordo le incertezze sullo sviluppo e il fatto che a parlare sarà la pista, ma la casa di Woking dovrebbe tornare competitiva per il titolo con il motore Honda. Perso quello che da più parti è considerato il miglior pilota in circolazione, si trattava “semplicemente” di andare a scegliere il successore; e qui entrano in gioco le scuole di pensiero. Ovvero: puntare su un campione già affermato o sulla promessa da far maturare in casa? Se ti chiami Ferrari certe scelte sono semi-obbligate: il grande nome in casa devi sempre averlo. Ecco perchè Vettel: perchè non potendo arrivare a Lewis Hamilton, sicuramente la prima opzione, si è deciso di accettare la sfida con un pilota che ha vinto quattro Mondiali, sa come si sviluppa una macchina, contribuisce alla crescita del team (uno dei difetti imputati ad Alonso) e, particolare non secondario, ha sei anni meno dello spagnolo. Il ragionamento a Maranello è questo: siamo la Ferrari, dobbiamo avere il nome migliore o il migliore tra quelli disponibili. Si sposa in pieno con l’idea di Vettel: dopo una vita nel programma Red Bull è giunto il momento di confrontarsi con altre realtà, e la realtà più prestigiosa è la Ferrari. La stessa scelta che fece Michael Schumacher 18 anni fa, la stessa che fece Alonso, la stessa che compì anche un certo Alain Prost che “scappò” dalla sfida interna con Ayrton Senna. Poco importano i due anni che serviranno per tornare a vincere, o a provare a farlo: Vettel è ancora giovane e, nonostante sia il pilota più vincente tra quelli in attività, può ben aspettare un periodo di magra. Di certo nel colloquio avuto venerdi con Marco Mattiacci e Antonello Coletta, avrà avuto specifiche sul progetto. Anche Schumacher dovette aspettare il quinto anno per vincere; arrivò in rosso a 27 anni, guardacaso la stessa età che ha oggi Vettel. Il quale, nell’attesa, potrà sempre “allenarsi” a correggere il difetto che tanti detrattori gli imputano: quello di essere un fenomeno con la macchina perfetta, ma di essere un pesce fuor d’acqua se le cose non girano. 

(Claudio Franceschini)