E’ prevista per oggi la presentazione del nuovo team principal della Ferrari, Maurizio Arrivabene, da parte del neopresidente Sergio Marchionne. Non una presentazione ufficiale: di fatto si tratta del pranzo di Natale all’interno del quale Arrivabene sarà, diciamo così, “svelato” al team. La Gazzetta dello Sport sottolinea alcuni aspetti della rivoluzione in seno alla Rossa; a partire dall’orario, perchè negli anni precedenti si era sempre trattato di una cena. “Dobbiamo prendere a calci nel didietro qualcuno” (traduzione dall’inglese) “e dobbiamo farlo in fretta”: così parlava Marchionne lo scorso ottobre in un’intervista rilasciata ad Autocar. Infatti, la Ferrari di pochi mesi fa sostanzialmente non esiste più. Del giro di vite a Maranello abbiamo già parlato: fuori Fernando Alonso (che si è portato in McLaren il suo ingegnere di pista Andrea Stella) e dentro Sebastian Vettel, fuori il team principal Marco Mattiacci (solo sette mesi dopo il suo insediamento) e dentro Arrivabene, fuori Nikolas Tombazis (capo progetto) e Luca Marmorini (responsabile dei motori) e dentro, rispettivamente, Simone Resta (che si occupava di sviluppare le monoposto) e Mattia Binotto, per non parlare dei tanti tecnici che lavoravano dietro le quinte e che non ci sono più. E’ una rivoluzione che poggia su principi ben precisi, primo tra tutti quello di tagliare quei rami che non davano più frutto, fuor di parafrasi allontanare chi non credeva più nel progetto e non ne era dunque più funzionale, o comunque verso il quale la fiducia non c’era più. Potrebbe dirsi la stessa cosa di Alonso, che con il passare dei giorni e le vittorie sempre più lontane ha sempre più preso le distanze dalla Ferrari, come si era ampiamente capito ben prima dell’annuncio dell’addio. E poi Luca Montezemolo, con il quale Marchionne non ha un grandissimo rapporto se è vero che il nuovo presidente ha posto il veto all’elezione del suo predecessore alla presidenza del gruppo F1 della Delta Copco. Per il momento Marchionne ha ottenuto una piccola vittoria con l’abolizione dell’omologazione dei motori entro il primo GP, con gli interventi sulle power unit che restano 32 (la Mercedes ne chiedeva 37) ma potranno essere distribuite nel corso di tutta la stagione. Il presidente della Ferrari era presente alla riunione nonostante questa fosse riservata ai team principal; ci dice di come Marchionne voglia, almeno nei primi tempi, rimanere a stretto contatto con la gestione sportiva e dei regolamenti. Marzo è vicino: la Ferrari e il suo nuovo presidente vogliono tornare a vincere subito. Non sarà facile, ma la via del nuovo corso è tracciata. 



(Claudio Franceschini)

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