Dopo il risveglio, Michael Schumacher avrà bisogno probabilmente di almeno un paio di mesi per abituarsi alla realtà che lo circonda. Queste sono le stime che fanno gli esperti: può servire anche di più ma le persone ancora giovani e gli atleti hanno maggiore possibilità di recuperare dal coma. Fino ad allora, la famiglia e gli amici dell’ex pilota di Formula 1 avranno un ruolo importante per aiutare il più possibile la rimozione del coma indotto. Secondo Andrea Pingel, direttore della Chirurgia Neuro-spinale del Trauma BG Hospital di Francoforte citato dal portale Libertatea.ro, c’è fino al 50% di probabilità che Schumacher possa contrarre una polmonite, e questa sarebbe una complicazione molto delicata in questa fase per l’ex pilota di Formula 1.



E’ arrivato un chiarimento circa qualche dichiarazione rilasciata da Carlo Boroli, presidente di Briko. L’azienda di Milano, che produce attrezzature sportive, insieme a Dainese Nordica ha partecipato ad un seminario, tenutosi a Sochi, per presentare nuove attrezzature e far così conoscere il meglio della produzione italiana con particolare riferimento all’evoluzione rispetto alla prima Olimpiade Invernale, quella del 1924 a Chamonix; Boroli ha poi detto a Il Sole 24 Ore di non aver mai detto, contrariamente a quanto alcune agenzie di stampa avevano riportato, di aver messo in dubbio che il casco utilizzato da Michael Schumacher al momento dell’incidente fosse sicuro. Si era parlato di un paragone con il casco usato da Alberto Tomba: niente di tutto questo, nè Boroli – stando alla smentita – ha mai dichiarato che il casco del tedesco fosse simile a quello di un ciclista (dunque a coprire unicamente la parte superiore della testa) o che lui stesso fosse in possesso di informazioni diverse rispetto a quelle che sono già di dominio pubblico. Nel frattempo si resta in attesa di novità sulle condizioni di salute di Schumacher, sempre ricoverato presso l’Ospedale di Grenoble.



Continua ad essere in coma e servirà molto tempo prima che il risveglio progressivo venga completato. Intanto prosegue l’iniziativa #ForzaMichael: la Ferrari ha voluto aprire un’hashtag dedicato all’ex pilota tedesco, che con la Rossa ha vinto cinque titoli mondiali consecutivi, per raccogliere tutti i messaggi di chi anche solo per breve tempo ha potuto conoscerlo, lavorare con lui, essergli amico. La “firma” di oggi è illustre: si tratta di Jean Alesi, volto simbolo della Ferrari dei primi anni Novanta anche se i risultati non sono mai stati all’altezza di quelli di Schumacher (cosa peraltro assai difficile). “Non passa un giorno senza che io e mio figlio Giuliano parliamo di te”, ha scritto il francese, che ha ricordato le volte in cui si sono trovati insieme a girare sui go-kart, una passione comune. “Ti vogliamo vedere al più presto su quelle piste, per correre un’altra gara tutti insieme!“. E’ la speranza di tutti: dallo scorso 29 dicembre aspettiamo buone notizie circa le condizioni di salute del tedesco.

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