Sulla difficile situazione di Michael Schumacher, che è sempre ricoverato in coma presso l’ospedale universitario di Grenoble in seguito all’incidente di cui è rimasto vittima lo scorso 29 dicembre sciando sulle nevi di Meribel, è tornato a parlare anche Niki Lauda, che fin da subito aveva espresso la propria vicinanza ai parenti di Schumi. D’altronde, le vicende di Schumacher hanno molti punti di contatto con quelle di Lauda: entrambi di lingua tedesca, entrambi vincitori di numerosi titoli iridati, entrambi entrati nel mito al volante della Ferrari, entrambi vittime di incidenti gravissimi. Ancora oggi è celebre quello subito da Lauda al Nurburgring nel corso del Gran Premio di Germania 1976, che mise il pericolo la vita dell’austriaco. Insomma, Lauda sa cosa significa affrontare situazioni del genere, e cosa significano anche per i parenti. Per tutti questi motivi, parlando con la televisione ORF, Lauda si è lamentato soprattutto per le troppe indiscrezioni senza riscontri che circolano a proposito delle condizioni di Schumi: “Mi aspetto ogni giorno in un messaggio in cui si può sentire che qualcosa di positivo accade. Pochi giorni fa ce n’era uno in cui si diceva che poteva respirare, che sarebbe stata una buona mossa, ma ancora una volta questo è stato negato. La cosa che mi infastidisce è che i messaggi che vengono fuori non sono veri, ma siamo tutti in attesa. A Melbourne, dove ci riuniremo di nuovo tutti insieme, l’interesse crescerà ancora di più”.



La situazione di Michael Schumacher continua a preoccupare anche i suoi colleghi (o meglio, ex colleghi) piloti di Formula 1, in particolare quelli tedeschi oppure che hanno condiviso con lui un passato in Ferrari. Stavolta a parlare di Schumi è stato Nico Rosberg, il figlio d’arte che corre in Mercedes, è stato compagno del sette volte campione del Mondo nella ‘seconda carriera’ di Schumi e si è detto molto preoccupato per l’illustre connazionale, che continua ad essere ricoverato in coma presso l’ospedale di Grenoble. Ecco dunque le parole relative a Schumacher nell’intervista che Rosberg ha rilasciato a Playboy: “Ho saputo dell’incidente mentre io ero in Austria per le vacanze di Natale, ma ho pensato subito che Michael ce la poteva fare con la sua volontà di combattere. Dopo ho pensato ancora e ancora sul motivo per cui succedono queste cose, ma è difficile trovarne. Siamo costantemente in pericolo gareggiando in Formula 1. Anche Michael lo è stato per molti anni. Poteva succedergli qualcosa di brutto anche prima”.



Si trova in coma ormai da 72 giorni. Un periodo molto lungo, nel quale abbiamo sentito indiscrezioni di ogni tipo circa il futuro del sette volte campione del Mondo di Formula 1. Sostanzialmente però, anche a causa della scarsità di notizie ufficiali provenienti dall’ospedale di Grenoble e dalla manager Sabine Kehm, l’unica certezza è appunto quella sulla durata di questo periodo, che si sta allungando sempre più e comincia a preoccupare seriamente tutti i tifosi di Schumi. I giornali di tutto il mondo hanno dunque contattato medici esperti per cercare di capirne di più. Ecco cosa ha detto Mark Mäder, capo di una clinica di riabilitazione di Basilea e specializzato in lesioni cerebrali e pazienti in coma, intervistato dal giornale tedesco Blick: “É chiaro che Michael Schumacher abbia sofferto di un grave trauma cranico. Gli ematomi hanno impedito il normale flusso di ossigeno nel cervello e le cellule cerebrali si sono danneggiate, mentre altre sono andate distrutte. Per evitare danni ulteriori al cervello e salvare la vita di Schumacher, i medici sono ricorsi al coma artificiale. Le attrezzature fanno in modo che il campione di Formula 1 respiri e venga nutrito. Più di cinque settimane fa i medici hanno iniziato a diminuire gradualmente l’anestetico per farlo risvegliare. Ora, per Schumacher vi sono tre possibili alternative: può morire, risvegliarsi, oppure rimanere in stato vegetativo, il che vuol dire che sarebbe incosciente, ma in grado di respirare autonomamente”. Secondo Mäder, il fatto che Schumacher stia impiegando così tanto tempo a risvegliarsi non fa presagire nulla di buono: “Le possibilità di recupero sono sempre più basse. Maggiore è il tempo durante il quale una persona rimane in coma, minori sono le possibilità che il suo cervello riesca a recuperare. E’ evidente che il cervello di Schumacher abbia ancora bisogno di riposare e non esistono farmaci che accelerino questo processo. Come prima cosa deve sopravvivere, solo allora ci si potranno porre le domande più difficili”.



La Ferrari continua ogni giorno a manifestare la propria vicinanza allo sfortunato Michael Schumacher, che continua ad essere ricoverato in coma presso l’ospedale universitario della città francese di Grenoble, tramite l’iniziativa #ForzaMichael!. In che cosa consiste? I tifosi possono inviare il loro messaggio personale a Schumi tramite i social network ufficiali della scuderia di Maranello, che ogni giorno ne seleziona uno (di tifosi oppure di qualche personaggio celebre) da pubblicare sul sito Internet, nella sezione appositamente dedicata al campione tedesco con questo hashtag. Così chiunque può esprimere la propria solidarietà per il sette volte campione del Mondo di Formula 1, che continua a lottare per la vita in una situazione difficilissima. Nella giornata di ieri, domenica 9 marzo, la Ferrari ha selezionato in particolare un messaggio di un tifoso, Gabriele Maurizio, che ricorda tanti momenti felici trascorsi grazie al pilota tedesco: “Grazie Michael, hai saputo emozionare con il tuo eccezionale modo di pilotare la nostra Rossa. Non arrenderti, ti aspettiamo!”. Ricordiamo infatti che Schumacher vinse proprio al volante della Ferrari 72 Gran Premi (su un totale di 91) e ben cinque dei suoi sette titoli iridati. Soddisfazioni praticamente infinite anche per i tifosi, che ricambiano ora stringendosi forte al fianco del campione e della sua famiglia in mesi così difficili…