Decorre il ventennale della morte di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, ex piloti di Formula 1 deceduti prima e durante il Gran Premio di Imola nella stagione 1994. Si verificarono ben cinque incidenti gravi in quel week-end a San Marino, seri abbastanza per costringere non solo la Formula 1, ma l’intero sistema sportivo a rivedere le sue misure di sicurezza. Dai due decessi del 1994 le possibilità di morte in gara per un pilota di Formula 1 sono diminuite drasticamente, e vent’anni dopo nessun altro guidatore ha perso la vita in un gran premio. Già dopo la morte di Riccardo Paletti e Gilles Villeneuve nel 1892 le vetture di Formula 1 erano state ridisegnate per una maggiore sicurezza. Nel 1986 perse la vita Elio De Angelis, durante dei test privati sul circuito francese di Le Castellet: da allora la FIA estese le stesse misure di sicurezza e pronto soccorso delle gare anche a qualsiasi sessione di prova. Altri piloti sono sopravvissuti ad incidenti di assoluto rilievo e tra questi anche Rubens Barrichello, che rimase coinvolto proprio nello stesso week-end del 1994 in cui persero la vita Ratzenberger e Senna. Successe durante le prove quando la macchina del brasiliano, che allora guidava per la Jordan, prese il volo sui cordoli della curva Variante Bassa, ed atterrò malamente dopo aver sbattuto sulle reti di protezione. Barrichello perse i sensi ma fu prontamente soccorso e riprese conoscenza in ospedale dove fu proprio Senna a fargli visita, assieme al compagno di squadra Eddie Irvine. 



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