Primo Nico Rosberg, secondo Lewis Hamilton. La Mercedes torna a dominare dopo una sola gara di pausa e centra la doppietta a Zeltweg nel Gran Premio d’Austria tornato in calendario dopo ben undici anni di assenza. Se qualcuno dopo Montreal sognava delle novità, è stato subito zittito: solo guai con l’affidabilità possono fermare le Frecce d’Argento. Altrimenti, non c’è nulla da fare: nemmeno qualifiche difficili (Nico terzo, Lewis addirittura nono) possono fermare la Mercedes. Al termine del primo giro, infatti, Hamilton era già quarto: a quel punto c’era tutta la gara per superare le due Williams e giocarsi il successo in casa, come sta succedendo quasi sempre quest’anno. Rosberg però è sempre stato preciso ed efficace, e ha dunque capitalizzato nel modo migliore il fatto di essere partito davanti al compagno di squadra, che ora precede di 29 punti nella classifica del Mondiale Piloti. Differenza non poco, colmabile forse solo con qualche ritiro per il figlio d’arte: ma attenzione, perché Nico finora è sempre stato freddo e costante, che invece notoriamente non sono le migliori qualità di Hamilton. Nella classifica Costruttori invece i giochi non sono mai nemmeno iniziati: Stoccarda ha già 158 punti di vantaggio sulla rivale meno lontana… In primo piano però c’è anche la Williams: monopolio della prima fila, podio per Valtteri Bottas e quarto posto per Felipe Massa. Praticamente il massimo che si possa fare quest’anno se non ti chiami Mercedes. Complimenti, ma con un doveroso appunto: ai box hanno sbagliato le strategie dei pit-stop, tenendo fuori i piloti troppo a lungo, fatto che è costato caro soprattutto al brasiliano, che si è giocato le chance di rimanere davanti almeno al compagno di squadra. Qualche luce si intravede anche per la Ferrari: lo stesso Fernando Alonso ha definito questo Gran Premio come la sua miglior gara stagionale, e delle motivazioni valide ci sono. Innanzitutto, per la prima volta in questo nefasto 2014 è stato in testa ad una gara (dal 43° al 47° giro) anche se solo grazie al ‘balletto’ dei pit-stop; inoltre, il suo giro più veloce è stato migliore di quello del vincitore Rosberg e la Ferrari è stata indiscutibilmente la migliore delle monoposto non motorizzate Mercedes. Detto questo, è evidente che accogliere con soddisfazione un quinto posto è il sintomo più chiaro di una stagione a dir poco deficitaria, nella quale anche solo puntare al podio in qualche gara non sarà semplice se continuerà la crescita della Williams. C’è però chi sta peggio: dopo Montreal, tutti pensavano di vedere una Red Bull molto competitiva sulla pista di casa, invece è stato un flop terrificante, forse la gara peggiore di sempre per il team del padrone di casa Dietrich Mateschitz.
Un vero e proprio incubo per Sebastian Vettel, frenato da un problema già al primo giro, scivolato quindi all’ultimo posto e poi ritiratosi, non prima di un contatto con Esteban Gutierrez nel vano tentativo di rimontare. Poco meglio per Daniel Ricciardo, ottavo: piazzamento che però non può bastare a chi due settimane fa aveva vinto la prima gara della carriera, e a ciò si aggiungano pure i ritiri delle due Toro Rosso. La certezza è che dietro alla Mercedes le gerarchie sono molto instabili: tutti possono ritagliarsi qualche soddisfazione, ma il Mondiale è già chiuso. (Mauro Mantegazza)