Dopo il progetto presentato da ieri da Luca Cordero di Montezemolo, tocca alla controparte dire la sua. Sulla prima linea dei microfoni si entra subito Niki Lauda, presidente onorario della scuderia Mercedes ed ex campione di Formula 1, che in un’intervista pubblica sull’edizione odierna della Gazzetta dello sport da la sua ricetta per riformare il circus più emozionante. L’obbiettivo è lo stesso da qualche anno: aumentare la spettacolarità affinché sempre più persone ritornino o arrivino a seguire in pista e non i Gran Premi di Formula 1. Negli anni si sono tentate parecchie soluzioni, le quali però dove non hanno peggiorato la situazione di certo non l’hanno migliorata: le costanti ed inevitabili ristrettezze economiche dei team hanno sicuramente influito ma forse il dito andrebbe puntato da un’altra parte. Eppure il Gp d’Ungheria ha dimostrato che la formula 1 può ancora fare scintille, anche in un circuito che è sempre stato avaro di grandi sorprese. E allora perchè c’è cosi poco clamore intorno ai piloti, alle scuderie? Perchè le tribune dei circuiti sono cronicamente vuote? Da più di dieci anni ormai è stata messa in atto una costante ma sottile opera di demolizione della formula 1, portata avanti con convinzione proprio da coloro che ora pretendono di essere i paladini della ricostruzione. In questa Formula ! Mancheranno si i soldi, ma soprattutto mancano i giovani, manca entusiasmo, manca ricerca, manca comunicazione, ormai più che essenziale in questo momento. L’incontro di sabato a Londra (il Popularity Working Group) in cui interverranno i manager dei team principali (Marco Mattiacci per la Ferrari, Toto Wolff per la Mercedes, Chris Horner per la Redbull) insieme a Charlie Whiting della Fia e il super consulente Flavio Briatore sicuramente non salverà miracolosamente la situazione, ma speriamo che si prenda finalmente coscienza della situazione e si accorra ai ripari giusti. Nel frattempo però ci pensa Niki Lauda a dare una sua versione dei fatti a partire dalle prime tre cose che l’austriaco vorrebbe cambiare immediatamente: primo, non interferire con penalizzazioni eccessive sulle vicende di gara fra i piloti; secondo, alzare il volume ai motori per riconquistare gli appassionai “nostalgici”) riconquistare i giovani avvicinandoli tramite i nuovi mezzi di comunicazione. A proposito del problema della disaffezione dei giovani alla Formula 1 l’ex pilota del Cavallino è molto chiaro: il nodo cruciale della crisi di questo sport è da ritrovare proprio lì, ma le soluzioni non sembrano affatto a portata di mano. Da parte dei team c’è una gravosa ignoranza sugli strumenti di comunicazione e, cosa peggiore, una gestione dei rapporti tra i piloti e i fan radicalmente sbagliata. Amare le parole dell’austriaco a proposito: “I giovani di oggi vogliono stare in spiaggia, al massimo vedono il Gran Premio sull’Ipad. Bisogna ricreare in loro l’interesse per la F1. Il pubblico non vede più i piloti come eroi. I piloti di oggi sono circondati da regole e poi ci sono i limiti di parola con la stampa: cosa possono dire e cosa devono tacere. Siamo a un punto di rottura”. Dalle grandi personalità dei piloti del passato che emergevano il più delle volte senza misura a guidatori indottrinati, che si esprimono per frasi fatte e vincolati da minuzie legali di contratto: è proprio così che la figura del pilota di f1 ha smesso di affascinare il pubblico. Lauda però non risparmia critiche, e anche a proposito delle idee presentate ieri dal patron della Ferrari non si è dimostrato conciliante. La Ferrari infatti gradirebbe poter continuare la ricerca sui motori anche durante la stagione, in violazione delle regole stabilite per contenere i costi, ma il presidente della Mercedes non è d’accordo: “Mercedes, Ferrari e Renault hanno deciso di investire 100 milioni ciascuno sui motori 2014 decidendo di non utilizzarne più di 5 a stagione per non far salire i costi. Queste sono le regole. Vogliamo fare più motori in una stagione? Facciamoli ma i costi prosciugherebbero i budget in un attimo. Oggi i motori costano tra i 18 e i 21 milioni di euro, cifre bloccate per 5 anni. La deregulation sarebbe mortale”. Per quanto riguarda invece la proposta di liberalizzare i test, l’austriaco ha visto oltre l’idea proposta da Luca Cordero di Montezemolo: “Non possiamo andare d’inverno a Barcellona con 3° per poi affrontare le prime gare con 30°. è un danno enorme per la Pirelli. Che deve provare nell’inverno le gomme per tutta la stagione. Concedere prove libere non verrebbe accettato da nessuno ormai, non ci sono i soldi”. Per quanto riguarda il problema gomme il presidente della Mercedes è già corso ai ripari: “Ho chiesto ad Ecclestone di intercedere con il governo del Bahrain per avere costi aerei ridotti e andare là a fare i test. Bisogna eliminare i simulatori, solo la pista ti dice se una macchina va bene o no. Se quest’ultimo punto anche il patron della Ferrari è d’accordo: i test in pista sono certamente un’ottima occasione di divertimento e di business. Se poi i prezzi ritornassero a livelli “democratici” e gli eventi fossero adeguatamente pubblicizzati come è successo ad esempio quest’anno al RedBull Ring, è certo che gli appassionati accorrerebbero assai numerosi. Ma su questo tasto, Lauda lancia la sua ultima accusa: “La colpa è degli organizzatori, non creano eventi attorno al Gran Premio e i biglietti sono troppo cari. Bisogna attuare la politica delle compagnie aeree low cost che io ben conosco (fondatore della Fly NIKI, ndr): prezzi bassi per riempire, invece di pochi posti carissimi e tante sedie vuote”.