La notizia del suicidio dell’uomo che era stato arrestato con l’accusa di avere rubato le cartelle cliniche di Michael Schumacher è stato un vero e proprio ‘fulmine a ciel sereno’ per la famiglia del sette volte campione del Mondo di Formula 1. Infatti, secondo quanto riferisce il noto quotidiano tedesco Bild, i familiari di Schumi non sapevano nemmeno che fosse stato eseguito un arresto nell’ambito delle indagini degli inquirenti svizzere. La notizia della tragica morte del sospettato, che si è impiccato nella sua cella del carcere di Zurigo, è giunta dunque inattesa e ha ovviamente turbato i cari dell’ex pilota Ferrari, che hanno affidato il loro commento alla manager e portavoce di Schumacher, Sabine Kehm: “Siamo sbalorditi e profondamente scioccati per quanto accaduto”, ha affermato la Kehm.



Una notizia drammatica e inquietante turba la vicenda legata al furto delle cartelle cliniche di Michael Schumacher: l’uomo sospettato del furto si è impiccato nella sua cella nel carcere di Zurigo, in Svizzera. La notizia è stata immediatamente diffusa dai più importanti giornali tedeschi e svizzeri, in particolare da Blick e dalla Bild, e subito ha fatto il giro del mondo. L’uomo è stato trovato morto questa mattina, al momento della distribuzione della colazione ai carcerati. Immediatamente è stato chiamato un medico, che però non ha potuto fare altro che constatare il decesso già avvenuto. La polizia cantonale di Zurigo ha poi confermato il suicidio e il legame del defunto con il caso delle cartelle cliniche di Schumi, che ricordiamo è stato in coma per mesi all’ospedale di Grenoble in seguito all’incidente sugli sci del 29 dicembre scorso per essere poi trasferito in una clinica di Losanna per continuare la riabilitazione in una struttura più vicina alla casa elvetica della famiglia dell’ex pilota Ferrari. Non sono però state rese note le generalità di questa persona. Qualche settimana fa era appunto stata diffusa la notizia che il file con un rapporto medico di circa undici-dodici pagine era stato trafugato e poi offerto per una cifra di circa 50.000 euro a diversi giornali svizzeri, tedeschi e francesi. Ora questa tragica notizia, che getta un’ulteriore ombra su una vicenda già molto triste.

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