Nel fine settimana si corre il Gran Premio d’Italia: appuntamento obbligato per tutti gli appassionati di Formula 1 e in particolare per i tifosi della Ferrari, che sperano in un’improvvisa resurrezione della Rossa sul circuito casalingo di Monza. Ma, come non bastassero le dichiarazioni di qualche mese fa di Bernie Ecclestone sul futuro nebuloso che attende la pista brianzola, ad animare la vigilia del Gran Premio ci si mettono anche le voci sempre più insistenti sull’addio di Luca Cordero di Montezemolo a Maranello. Anzi: sembra che la separazione sia fatta, se non che resterebbe da capire quando e come – e potrebbe esserci un comunicato a giorni – con la parola fine da scriversi magari a dicembre, a campionato mondiale finito. Montezemolo, pare, ripartirà da Alitalia; e se l’addio sembra essere inevitabile visti gli sviluppi sul mercato azionario del FCA, si mormora già che il successore in Ferrari possa essere Sergio Marchionne, un manager che ha dimostrato tutte le sue competenze e capacità ma le cui competenze si rivolgono molto più al campo finanziario che non a quello delle corse (ma qui ci sarebbe da sottolineare che nemmeno Marco Mattiacci ha mai fatto prima quello che sta facendo ora. Con Marchionne potrebbe tornare Ross Brawn, l’uomo con cui Michael Schumacher centrò il suo filotto di titoli – lo ha confermato lo stesso Mattiacci non più tardi di due giorni fa. Montezemolo fa parte della Rossa dal 1973: come assistente del grande Enzo e responsabile della Squadra Corse ha vinto tre campionati costruttori consecutivi e due Mondiali piloti con Niki Lauda. Nel 1977 l’addio provvisorio, nel 1991 il ritorno come Presidente e Amministratore Delegato; ha ricoperto quest’ultima carica fino al 2006. A lui si deve l’acquisizione di Jean Todt con cui la Ferrari ha vinto il Mondiale piloti 21 anni dopo, aprendo un dominio durato fino al 2004 e fatto di cinque titoli di Schumacher e quattro Mondiali costruttori.