Continua a lottare Michael Schumacher. L’ex pilota di Mercedes, Ferrari e Benetton, sette volte campione del mondo di Formula 1, e considerato fra le leggende di questo sport, è in coma nella sua abitazione privata sul lago di Ginevra che è divenuta una sorta di clinica. A due anni esatti da quel tragico 31 dicembre 2013, la leggenda tedesca non dà segnali importanti di risveglio, e non vi sono aggiornamenti sulle condizioni di salute. La famiglia Schumacher ha optato giustamente per la linea del silenzio, viste le molteplici speculazioni che sono emerse in questi lunghissimi 24 mesi, ma il silenzio, come si suol dire in questi casi, fa molto rumore. Sono molte le persone che vorrebbero sapere di più sulla salute di Schumi, a cominciare dai milioni di fan sparsi in tutto il mondo, che continuano ad omaggiarlo ogni giorno sui vari social network. La cosa certa è che il Kaiser sta lottando per vincere anche questa gara, che purtroppo non sappiamo a tutt’oggi quando terminerà.



Servirà sicuramente del tempo per vedere qualche progresso da parte di Michael Schumacher. Questo è quanto dicono i tabloid inglesi, in particolare il Daily Express, che parla di una situazione critica e difficile. Il quadro del campione tedesco non è buono, si tratterà di capire se e quando Schumi riuscirà a mostrare qualche progresso. In questo momento il campione tedesco non parla e non cammina, è perso nel vuoto e nessun medico ha intenzione di sbilanciarsi con previsioni che potrebbero essere sballate. Per questo i tifosi del campione tedesco continueranno assolutamente a tifare per il proprio idolo ben sapendo che non sarà facile la strada intrapresa in questi due anni dal suo terribile incidente.



Esattamente due anni fa, Michael Schumacher cadeva con gli sci sulle alpi francesi e pestava la testa su un masso, finendo in coma. Sono passati 24 lunghissimi mesi da quel giorno e purtroppo Schumi ha dato solo leggerissimi segnali di ripresa, ben lontani però da una forma fisica ritenuta umana. Nelle scorse ore ha parlato uno che il sette volte campione tedesco lo conosce molto bene, come Ross Brown, ex-ingegnere capo della Ferrari ai tempi della star tedesca. Intervistato dai microfoni di ARD, Brown ha spiegato ciò che secondo lui Schumi ha lasciato in eredità alla Formula 1 moderna: «La sua forma fisica era incredibile – spiega – ricordo ancora agli inizi, quando al termine del Gp c’erano dei piloti che salivano sul podio e che crollavano fisicamente, poi arrivava lui, che non mostrava nemmeno una goccia di sudore. Grazie anche a questo è riuscito ad intimidire i suoi avversari. Oggi i piloti hanno ereditato da Schumi questo aspetto».



Proseguono le indiscrezioni circa le condizioni di salute di Michael Schumacher, per il quale ieri è stato il secondo anniversario del grave incidente sugli sci a Meribel che ha stravolto la vita del sette volte campione del Mondo di Formula 1. Si susseguono le voci, positive e negative, che non scalfiscono però la privacy imposta dalla famiglia dell’ex pilota della Ferrari. Ad esempio, sul numero del quotidiano Il Giornale in edicola ieri si poteva leggere un articolo su Schumi a firma di Benny Casadei Lucchi, che ha affermato quanto segue sulle attuali condizioni di vita del tedesco: “Si sa solo che gli occhi a volte lacrimano, che ha lo sguardo fisso e immerso in qualcosa che forse è il vuoto assoluto oppure una gabbia da cui vede fuori e capisce molto e però non può liberarsi”. Un ritratto piuttosto triste del campionissimo che ha dominato oltre un decennio della Formula 1, con l’auspicio dunque che le sue condizioni possano migliorare al più presto.

Come sta Michael Schumacher? In assenza di notizie ufficiali, che non sono giunte nemmeno in occasione del secondo anniversario dell’incidente del 29 dicembre 2013 a Meribel, bisogna accontentarsi delle ricostruzioni giornalistiche sulle condizioni di salute del sette volte campione del Mondo di Formula 1. Un parere autorevole è quello di Leo Turrini, una delle principali firme dell’automobilismo italiano, che sul quotidiano Il Giorno ha scritto quanto segue: “Tecnicamente è sveglio. Cioè apre gli occhi. Ma non sembra in grado di riconoscere l’ambiente che lo circonda, i visi delle poche persone che hanno il privilegio di incontrarlo. Resta indifferente quando sullo schermo tv appaiono le immagini di un Gran Premio di Formula 1. Viene alimentato artificialmente ed è dimagrito tantissimo”.

Ieri è stato il secondo anniversario dell’incidente che ha cambiato per sempre la vita di Michael Schumacher, ma nemmeno in questa significativa ricorrenza sono arrivate notizie precise circa le condizioni di salute di Schumi. Ufficialmente si sa solo che prosegue la lunga e difficile riabilitazione, il resto sono speculazioni che ogni volta la famiglia o la manager smentiscono. In compenso sono arrivate tante dichiarazioni, tra le quali sono da sottolineare quelle di Jacques Villeneuve, uno dei grandi rivali dell’ex pilota Ferrari. Senza ipocrisie, il canadese ha ammesso che i rapporti fra i due erano freddi: “Lo conoscevo poco e non eravamo amici. Penso piuttosto alla famiglia e alle persone che gli erano vicine, ma quando ho sentito per la prima volta la notizia dell’incidente non ho sentito niente”, ha detto in un’intervista esclusiva rilasciata al portale DiariodelWeb.it. Tutti ricordano il grande duello del Mondiale 1997, concluso con l’incidente di Jerez e il titolo per il figlio dell’indimenticabile Gilles, che dunque sa bene cosa significa convivere con una tragedia in famiglia. In seguito la carriera di Villeneuve non è stata all’altezza di quella di Schumacher che di Mondiali di Formula 1 ne ha vinti ben sette, ma Jacques può comunque dire di essere stato uno dei pochi piloti in gradi di battere Schumi. “Accadde la stessa cosa quando morì Ayrton Senna – ha aggiunto Villeneuve –. Tutti parlavano di lui, ma io non lo conoscevo. Il giorno prima, invece, aveva perso la vita Roland Ratzenberger, che era un mio amico e la sua tragedia sì che mi aveva toccato. Però quando provavo a parlarne, non interessava a nessuno, perché tutti volevano sentire solo notizie di Senna, che era più conosciuto. Lo stesso vale per Michael”.