Sempre più vicino l’inizio del Mondiale 2015 di Formula 1. La grande novità sarà naturalmente vedere Sebastian Vettel al volante di una Ferrari: dopo i quattro titoli vinti con la Red Bull, una nuova avventura per il campione tedesco, che sogna di riportare la Rossa in cima al mondo – anche se bisognerà lavorare molto per annullare il ritardo dalla Mercedes – proprio come fece in passato il suo idolo Michael Schumacher. A pochi giorni dalla partenza per Melbourne, dove domenica 15 marzo si disputerà il primo Gran Premio della stagione, Vettel ha concesso una lunga intervista per La Gazzetta dello Sport. Seb parte da lontano per descrivere il suo legame con Maranello: a soli 13 anni, nel 2003, riuscì ad entrare nel box del Cavallino al Nurburgring, giovane talento a contatto con il mito Schumi; poi nel 2008 l’anno al volante della Toro Rosso motorizzata Ferrari con la quale colse la prima vittoria della carriera proprio a Monza; nell’inverno 2012-2013 un contatto concreto con l’allora presidente Luca Montezemolo per un possibile passaggio che si concretizza invece adesso, nell’era di Sergio Marchionne. Curioso pensare che la trattativa è nata ancora con Montezemolo e Marco Mattiacci, mentre ora lavorerà con Marchionne e Maurizio Arrivabene. Poco importa: quello che conta è essere dove era Schumacher (“ai tempi del primo contatto mi disse che avrei trovato una bella atmosfera e un grande entusiasmo a Maranello”) e nella Scuderia più leggendaria dell’automobilismo mondiale. “Mi sarebbe piaciuto conoscere Enzo Ferrari. Aveva una visione e l’ha concretizzata”. E’ noto infatti che Vettel sia un grande appassionato di storia della Formula 1 e ama la Rossa da tempi non sospetti: da anni possiede infatti una Ferrari 430, senza contare che ha regalato un’auto di Maranello anche al padre, persona fondamentale per la sua carriera come lo è oggi la fidanzata, con la quale ha discusso anche del passaggio in Ferrari prima di discutere con i vertici del Cavallino direttamente, visto che Vettel – una rarità – non ha procuratori. Se il passato è glorioso, adesso conta il futuro. Vettel racconta di avere scoperto “un team moderno con un grandissimo potenziale”. Senza Adrian Newey però, il progettista di tutte le sue Red Bull vincenti, l’uomo che Fernando Alonso e Lewis Hamilton hanno più volte ‘accusato’ di essere il vero artefice dei successi di Vettel: “Davvero lo hanno fatto? Non lo sapevo..”, replica l’ingenuo – chissà fino a che punto – Sebastian, che poi glissa sulla domanda se gli sarebbe piaciuto essere compagno di squadra di Alonso: “Sono molto felice di correre con Kimi”. Il rapporto con Kimi Raikkonen è in effetti ottimo e ha radici antiche:



“Mi ha colpito il fatto che mi abbia rispettato fin dal primo momento in cui ho messo piede in Formula 1 e non ero nessuno” spiega il tedesco. Di certo migliore rispetto a quello con Mark Webber, anche se Vettel tiene a sottolineare che i problemi sono rimasti confinati alla pista: “Si sono verificati degli incidenti che non dovevano succedere, ma ci parliamo. Potremmo persino pranzare insieme”, fatto non molto comune nell’algido mondo della F1. Quello che però fa ben sperare i tifosi del Cavallino è che “sto sempre con gli occhi aperti, guardo, vedo, sono pronto ad adeguarmi”: insomma, Vettel vuole migliorarsi anche dopo avere vinto quattro titoli, pur nella consapevolezza che per quest’anno sarà molto difficile, tanto che dà il 50% a testa a Hamilton e Nico Rosberg di vincere il Mondiale. Titolo impossibile dunque, ma la gli dà fiducia: “La macchina va senz’altro bene, io e Kimi siamo contenti. Prima o poi arriveremo”. (Mauro Mantegazza)

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